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La Francia sulla laguna

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LA FRANCIA SULLA LAGUNA.

La mia passione per il cinema francese, non poteva che produrre un articolo su tre pellicole viste al Festival di Venezia.
"Les Amants Criminels" (presentato nella sezione "Sogni e Visioni"), secondo lungometraggio del trentaduenne François Ozon, vede protagonisti una coppia di amanti adolescenti: Luc e Alice.
Il loro rapporto è condizionato dalla forte personalità della ragazza (interpretata da Natacha Règnier, protagonista ne "La vita sognata degli angeli" di E. Zonca), che si trova un giorno a scontrarsi con un suo compagno di scuola, un giovane arabo, Said da cui e’ evidentemente turbata.
Luc viene convinto ad uccidere il rivale, motivato da una serie di menzogne su presunte violenze sessuali subite da Alice. I due, decidono poi di seppellire il cadavere in un bosco, dove però, sfortunatamente vengono scoperti da un cacciatore solitario, una specie di orco delle fiabe, che li cattura e li tiene prigionieri. L’orco in questione oltretutto si innamora di Luc, ed inizia un gioco erotico un po’ perverso che si conclude ovviamente con il rapporto sessuale. Approfittando dell’infatuazione che prova per lui, il ragazzo riesce a liberarsi e a fuggire con Alice, ma la loro fuga è breve perché la polizia intervenendo, uccide la ragazza ed arresta Luc e il cacciatore.
Il rapporto di innamoramento che colpisce il carceriere e il suo prigioniero, giocato in chiave omosessuale, rappresenta un punto di vista differente di un tema però già sfruttato ed analizzato in molte altre pellicole. Il film quindi, non riesce a convincere più di tanto, e ruota in realtà attorno alle scene più morbose; la provocazione ed il fastidio indotto nello spettatore sembrano un espediente per valorizzare una storia piuttosto prevedibile e scontata.
"Une Liason Pornographique1" (in concorso), del giovane regista belga Frederic Fonteyne, invece è a mio parere un film molto bello, semplice nella storia, ma ben costruito, interpretato magistralmente dalla coppia di protagonisti, Sergi Lopez e Nathalie Baye2, che, non a caso ha vinto, proprio con questa pellicola, il premio come miglior attrice a questa edizione del festival.
Lei è una bella donna sulla quarantina che decide di soddisfare un proprio stravagante desiderio sessuale. Per farlo mette un’inserzione su di un giornale pornografico, alla quale risponde un uomo gentile, suo coetaneo che si presta a questa bizzarra richiesta. Per un po’ di tempo la coppia si incontra ogni giovedì in un albergo. Poi un giorno, entrambi decidono di cominciare a fare sesso in modo tradizionale, e questo li avvicina e li lega sempre di più, non riuscendo più a rinunciare ad incontrarsi. In effetti però non si conoscono affatto, non sanno dove abitano o come si chiamano, non sanno nulla delle loro vite. A questo punto, devono decidere del futuro insieme, se scegliere di costruire e consolidare il loro rapporto, oppure non vedersi più. E’ quest’ultima la scelta definitiva, nata in realtà da un equivoco e probabilmente in cuor loro non condivisa fino in fondo, ma entrambi formalmente convinti della loro giusta decisione. Si lasceranno solo però dopo aver consumato il loro ultimo rapporto sessuale. Il film, costruito attraverso la narrazione dei protagonisti di fronte alla telecamera di un ignoto intervistatore, non svelerà mai il segreto del loro rapporto, generando nello spettatore una sorta di curiosità voyeristica inappagata.
"Pas de Scandale" (in concorso) del regista Benoit Jacquot, prende spunto dai fatti di cronaca accaduti in Francia agli inizi degli anni 90, investita da una serie di scandali finanziari simili alla "Mani Pulite" italiana. Fabrice Luchini è Gregoire, il presidente di una società coinvolta in gestioni poco trasparenti ed è appena uscito di prigione dopo aver scontato una condanna di tre mesi. Il ritorno a casa è vissuto in maniera allarmante, sia dai soci, sia dalla famiglia, preoccupata di non essere coinvolta. In particolare il fratello Louis (Vincent Lindon), noto personaggio televisivo di successo, cerca di convincerlo a riacquistare una credibilità pubblica, invitandolo a fare dichiarazioni ufficiali in una sua trasmissione. Ma Gregoire è sempre più solo: il rapporto con la moglie Agnes (Isabelle Huppert) è gelido, ed anche la famiglia gli preferisce Louis. Questo isolamento, e la solidarietà di un mondo lontano dal suo (la parrucchiera della moglie), gli farà mettere in discussione i valori e i sentimenti passati, avvicinandosi verso una propria rinascita spirituale. Il film non convince assolutamente; i toni sono smorzati e le situazioni o rimangono in sospeso, o non vengono chiarite: troppi lati oscuri di una storia mai seriamente coinvolgente ed obiettivamente un po’ noiosa.
Questi tre film, a parte la nazionalità ("Une Liaison Pornographique" è in realtà una coproduzione franco/belga), non hanno niente in comune.
Quello che però mi ha fatto pensare, è come mai il cinema francese abbia prodotto una spaccatura così netta, fra il mondo adolescenziale, e quello adulto.
"Les Amants Criminels" è solo l’ultimo di un’interminabile serie di storie d’amore disperate che coinvolgono i giovani: "Niente Baci sulla Bocca", "L’età Inquieta", "la Vita Sognata degli Angeli", "Pola X", quelli che mi vengono in mente (ma ce ne sono molti altri). In tutti questi film, i protagonisti vivono sempre ai margini della società, figure maledette, consumate dal proprio amore, fino alla totale distruzione (fisica o morale) degli individui.
Dall’altra parte, ci sono le storie d’amore adulte, mature, equilibrate, anche appassionate, ma sempre pulite (e posso citare i film di Sautet). I protagonisti sono benestanti, esercitano buoni mestieri che li soddisfano, hanno posizioni sociali a volte invidiabili. Amano anche loro, ma non si fanno mai travolgere, sopravvivono sempre e non abbandonano mai il loro corso, anche se portano negli sguardi e negli occhi, le tracce di passioni consumate e non vissute mai fino in fondo.

Andrea Leonardi

1
Attenzione! Niente di pornografico si vede sullo schermo!

2
E’ quela di schiena nella fotografia che fa da sfondo a quest’articolo…

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