Non tutto, però, è negativo: per esempio, non c’è più quel caldo di cui tutti si lamentavano ossessivamente nelle scorse settimane; e, soprattutto, ritorna KULT Underground, con l’immancabile rubrica SUSSURRI, che mi vede questo mese nei panni di commentatrice, come al solito in alternanza con il direttore "storico", (e sempre inimitabile, nonostante il giudizio esageratamente positivo che ha dato del mio operato nello scorso editoriale), Marco Giorgini.
Preparatevi, perché questo non è un numero esile e post-vacanziero come ci si potrebbe aspettare: anzi, accanto ai temi fantasy cari alla rivista, ai nomi noti e amati, troverete esplorazioni ardite e scottanti nei labirinti della devianza, del mal di vivere, della pazzia (un nome per tutti: il nuovo acquisto Christian del Monte).
Ma mi sono dilungata fin troppo: "settembre, è ora di partire"…
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Come ricorderete, Benares e Rama si trovano nel tempio e stanno leggendo la storia di Nermer, figlio prediletto del dio Horus: un’occasione per una digressione leggendaria ampia e articolata. Assistiamo alla vendetta di dell’autentico Nermer nei confronti dell’impostore che ha preso il suo posto al potere; le ultime righe del volume trattano invece di un periodo molto successivo, in una Mesopotamia immersa nell’oscurantismo e nel disprezzo della religione.
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Pur avendo dato vita a racconti molto riusciti, questo autore trova forse nella poesia la sua maggiore espressività e forza lirica: la musicalità, l’intensità spezzata del verso, la grazia delle immagini, di gusto così tipicamente romantico e "decadente" – il lago, il pallore della fanciulla, la luna – rendono al meglio il mondo interiore di Ranzi (leggendo la sua opera il pensiero corre a Verlaine: "Les sanglots longs/ des violons/ blessent mon coeur/ d’un langueur/ monotone"…)
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Restiamo in tematiche "decadenti" con l’inno alla luna di Raffaella Abruzzese, autrice nuova che speriamo di ritrovare nei prossimi mesi. Incontri mortali e immortali (la luna e la farfalla) è una riflessione sull’enigma dell’astro celeste e sull’enigma dell’uomo: una prosa breve, fragile ma intrisa di una certa leggiadra grazia.
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Dal sogno lunare precipitiamo nella realtà più cruda e più squallida con Steady Cam, splendido racconto di Christian Del Monte, altro nome nuovo per le pagine di Kult.
Per facilitare la lettura, il lungo racconto è stato diviso in tre parti (I, II e III), che presentiamo comunque nello stesso numero, per non spezzare l’emozione che si prova immergendosi in un mondo sconvolgente eppure tanto vicino.
La violenza del sesso, la disperazione dei rapporti mercenari, il mal di vivere della provincia, la droga, sono tutte situazioni descritte in modo vivido ed efficace da un autore abile e molto promettente.
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Bellissimo è pure La Storia del Brucimondo, di Barbara Burgio, che spero possa capire anche chi non è piacentino "dal sass" come me: basta comunque un po’ di immaginazione per tradurre gli inserti dialettali, che contribuiscono a creare l’atmosfera ruvida e lirica insieme, che pervade il racconto.
Non mi dilungherò sulle spiegazioni, per non guastare il sottile piacere personale dell’interpretazione e dell’evocazione. Solo una domanda: la seconda guerra mondiale è finita davvero, nella nebbia del Po e nella nebbia di certe menti? O una macchina del tempo dispettosa è sempre pronta a riportarci indietro?
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Un altro salto temporale, di sapore questa volta fantascientifico, è in Un aiuto inatteso di Claudio Caridi, autore che usa riprendere e reinterpretare, con un gusto personale e vivace, i personaggi e la saga di Star Trek.
In quest’avventura si incontrano due mondi: la generazione del capitano Kirk, più "seriosa" e composta, e quella del capitano Picard, che ci appare più sbarazzina e spensierata, anche se molte sono le analogie tra il vulcaniano Spock e l’androide Data …Un intreccio divertente che appassionerà sia gli amanti della serie televisiva che i lettori "profani".
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Torniamo per un breve attimo – il tempo di leggere la delicata poesia di Mario Frighi – al romanticismo e all’introspezione. Per te è una dichiarazione d’amore intensa e totale, pochi versi che esprimono l’assolutezza della condizione amorosa, di un rapporto che esclude la solitudine e l’egoismo: con una semplicità propria della grande lirica.
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San Lorenzo Suite, di Fulvio Savagnone, dopo un inizio originale e avvincente si perde forse in una ricerca esasperata del barocco e dell’eccessivo, tra colpi di scena linguistici ed effetti spettacolari: anche se si nota un gusto per la trama e la descrizione dei personaggi più maturo e sicuro, rispetto alla scorsa opera Rive Gauche, pubblicata sempre da Kult.
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Quando ero piccola, se avevo mal di stomaco – magari per aver bevuto troppa acqua o troppa aranciata – i parenti mi dicevano che avevo le "rane in pancia": a lungo mi è rimasta quest’immagine vagamente inquietante. Una sensazione descritta benissimo in Pesci rossi di David Argenta, breve racconto divertente e simpatico, che prende spunto dalle fitte allo stomaco per descrivere poi la nascita di un amore…
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Ultimo racconto di questo mese (ma non per importanza, naturalmente) è Il campione, di Matteo Pavone, autore fra l’altro di un riuscitissimo e-paperback.
La delusione della sconfitta, i pensieri tumultuosi di un calciatore che sbaglia il calcio di rigore decisivo, sono i protagonisti di questa realistica vicenda, che tiene con il fiato sospeso fino al colpo di scena finale.
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E siamo davvero giunti alla fine: non mi resta che augurarvi come al solito Buona Lettura, e arrivederci al mio prossimo mese…
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Voci che sussurrano
L’estate che finisce mette sempre addosso un po’ di malinconia, tra insistenti spot televisivi di diari e cartelle, giornate sempre più brevi, pioggia, debiti formativi e compiti delle vacanze da finire, debiti bancari e pratiche d’ufficio da archiviare, ressa agli sportelli delle segreterie universitarie, ressa sulla metropolitana e ressa sul treno dei pendolari (a proposito, un caro saluto ai frequentatori della linea Bologna-Milano)…
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Dopo un mese di attesa, ritroviamo innanzitutto Federico Mori e la sua saga Benaresyama, di cui presentiamo il nono e il decimo capitolo.
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Un gesto banale e mille volte ripetuto, come accendere il computer e collegarsi a Internet, diventa per Luciano Bevini l’occasione per un viaggio tra le domande senzatempo dell’uomo, un’esplorazione ironica e intrigante della dimensione divina e della piccolezza umana. Delizioso, divertente, scritto in uno stile scorrevole e accattivante, WWW è senz’altro degno di uno dei migliori racconti di Buzzati, sospeso com’è in un’atmosfera quotidiana e surreale al tempo stesso.
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In 190899 si ritrovano i temi cari a Matteo Ranzi, la malinconia e il ricordo struggente dell’amore, la lontananza e l’evanescenza ideale della donna amata.
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Lorenza Ceriati
lo so, come ha fatto notare qualcuno ci facciamo troppi complimenti….