Premesso che non sono un giornalista di professione – ma per hobby- devo ammettere che da sempre ho avuto il pallino di realizzare interviste con i campioni dello sport.
Finalmente ci sono riuscito, ho realizzato questo sogno, grazie a Katia Soglietti.
La forte giocatrice dell’Herberia – formazione di pallamano di Rubiera -che quest’anno ha militato in A1, salvandosi all’ultima giornata.
La Soglietti, inoltre ha avuto la gioia e il merito di giocare con la Nazionale juniores, e per la cronaca bisogna aggiungere che in passato ha partecipato a gare di nuoto con ottimi risultati.
Si è dimostrata disponibile, e mi ha rivelato qualche particolare che in gergo gli addetti ai lavori definiscono notizie da "spogliatoio".
Ecco quello mi ha detto.
Avete raggiunto l’obiettivo della salvezza, proprio all’ultima giornata, raccontaci come è andata?
Non ci siamo lasciate sfuggire il successo salvezza, contro le poche tranquille Siciliane del Messana. Una vittoria che ha reso del tutto inutile attendere i risultati delle altre squadre.
Contro le Siciliane è stato un vero e proprio festival del gol, abbiamo vinto per 41- 37, e a fine partita è esplosa la gioia di tutti.
Abbiamo lavorato molto in palestra, meritavamo di salvarci.
Eppure la squadra che potenzialmente è forte, non è riuscita a dimostrare in campo il proprio valore, facendo soffrire i supporters, che spiegazione ti dai?
Prima di tutto i rapporti tra le giocatrici e l’allenatore non sono stati dei più idilliaci.
Nella nostra squadra ci sono anche due straniere: Silvia Diderova -Croata- ha disputato un campionato discreto, nonostante i rapporti tra noi non fossero splendidi. Non ci siamo capite sin dall’inizio, lei impostava il suo modo di giocare e non veniva incontro al nostro, e purtroppo ai fini del risultato finale questo ha inciso abbastanza.
Dragana Kotlaja è Serba. Ha disputato un campionato eccellente, niente da dire in merito. In ogni caso i motivi sono vari, e forse a questo punto, neanche interessano più.
Siamo salve ed è questo quel che conta.
Domanda banale, ma ovvia, il dramma che si viveva nel suo paese, ha condizionato il rendimento della Kotlaja?
No, lei è una ragazza molto intelligente, è sempre riuscita a dividere la vita privata da quella sportiva, e se tutte lo facessimo si otterrebbe qualcosa in più
Voi italiane, in genere non siete stipendiate, o perlomeno ogni tanto avete qualche rimborso per le trasferte, invece le straniere hanno un regolare stipendio, ma poi in campo fanno realmente la differenza?
In alcuni casi pochissimo. Sicuramente hanno una tecnica agonistica migliore, tra l’altro bisogna tener presente che nei loro paesi la pallamano è come da noi il calcio. Sono tutte professioniste, e lo sport è la loro fonte di guadagno. Ma non solo le straniere sono pagate, anche le migliori italiane sono stipendiate.
Purtroppo a Rubiera hanno deciso di investire su altri sport, e quindi per noi, nonostante l’A1 non ci sono soldi
Cosa ti ha spinto a giocare a pallamano?
La passione per la pallamano è nata alle scuole medie, si comincia a giocare per curiosità, perché a Rubiera non ci sono a livello femminile molti sport, o giochi a pallavolo – su questo sport preferisco non fare commenti – o fai danza. Cosi ho scelto la pallamano.
Sicuramente è uno sport poco femminile. E’ un gioco duro, con contatto fisico e con la certezza di qualche contusione qua e là.
La vittoria che ricordi con maggiore emozione?
Tante soddisfazioni, mi ha dato questo sport: dalla prima promozione in serie A, alla vittoria del campionato allieve a Roma nel 1990, sino alla convocazione in Nazionale.
Puoi anticipare per i lettori di Kult, qualche novità del prossimo anno?
Niente di certo, tante voci. Dovrebbe arrivare una nuova straniera; Diderova è tornata al suo paese, riconfermata invece Dragana Kotlaja, e novità, cambio dell’allenatore.
Non sarà più Graziano Zafferi a sedere sulla nostra panchina, e siamo alla ricerca d’altri sponsor.
Finisce cosi, la breve chiacchierata con Katia Soglietti, non senza farle presente che, l’anno prossimo avranno un tifoso in più – io- perciò ragazze, fate in modo di non farmi soffrire sino all’ultima giornata, basta già il calcio.
Grazie Katia, e arrivederci nella Nazionale maggiore.
l.savoca@sincretech.it
Herberia, missione compiuta
Luca Savoca