Pagg. 243 Euro 17,50 Rizzoli Editore
Efrem Parodi, 35 anni, è un giovane professore universitario che ha accettato un incarico di docente di storia contemporanea, presso un’università argentina anche per dimenticare le tragiche vicende familiari e collettive dell’Italia. Giunto a Buenos Aires, stringe amicizia con Carlo Gavazzi, vecchio funzionario d’ambasciata , l’io narrante del romanzo. Efrem s’innamora subito del paese sudamericano, molte suggestive le descrizioni dei paesaggi, ma soprattutto di una splendida studentessa Alicia, che sta seduta in prima fila durante le sue lezioni. Ad unire i due amanti è da subito non solo la passione amorosa ma anche la scoperta dell’odio comune per la violenza. Il primo ha impostato tutta la sua carriera accademica sullo studio del fascismo, dei soprusi, la seconda ha vissuto e vive sulla propria pelle la scomparsa di Raùl, l’amore di sua madre Graciela, portato via dai patotas (squadristi argentini al soldo della dittatura militare) è desaparecido come milioni di altri argentini. Una vera e propria “nevrosi ossessiva ” questa di Alicia trasmessagli dalla madre. I due approfittano di Efrem per dare vita a delle ricerche storiche, per scoprire il prete Tito Scanderebech che, sembra, aiutò Raùl, durante la prigionia, anche se poi si scoprirà che era integrato, con un ruolo di primo piano, nel contesto della dittatura argentina. Questa passione politica rappresenterà l’inizio e la fine della loro burrascosa storia che Perissinotto narra con fluidità. La scrittura scorre limpida, nonostante la trama narrativa imbastita dallo scrittore sia di notevole spessore. Efrem e Alicia ripercorreranno non solo le tragiche vicende della dittatura militare, ma gli intrecci con il Vaticano, con Licio Gelli, con l’Italia di oggi. Il libro pone un inquietante interrogativo: Perdonare e vendicarsi? Ai lettori Perissinotto lascia l’ardua risposta anche se scrive che “solo i morti hanno il diritto di perdonare, i vivi hanno il dovere di non dimenticare”. I romanzo mescola abilmente realtà e finzione perché molti degli avvenimenti descritti sono veri. Un libro di amore, di passione, un invito a non dimenticare, un volume che rappresenta una sorpresa per chi conosce la precedente produzione letteraria dello scrittore torinese. Dopo i primi libri polizieschi , basti pensare a L’anno che uccisero Rosetta, e dopo la triologia dedicata alla detective- psicologa Anna Pavesi, lo scrittore cambia registro narrativo, dando vita ad un romanzo innovativo, che mette in evidenza le mostruosità del potere.