Pagg.256 Euro 17,50 Einaudi Editore
A distanza di due anni dal suo esordio narrativo con “Mille anni che sto qui”,( Premio Campiello 2007) romanzo che attraversa, tramite la famiglia Falcone, cento anni, dall’Unità d’Italia alla caduta del muro di Berlino, la scrittrice si cimenta con il giallo. Chiariamo subito che la Venezia non dà vita ad un noir fine a se stesso, ma si tratta di un pretesto narrativo per descrivere l’Italia di oggi. Ambientato a Matera, città natale della scrittrice, il romanzo verte sulla figura di Imma Tataranni, sostituto procuratore. Donna bassa, robusta, non bella, ferma, ma decisa, determinata, “un vero e proprio mastino”, che si è fatta da sola, senza cedere mai a compromessi, che odia “chi non ha personalità e chi ha una personalità diversa dalla sua”. Sposata felicemente con Pietro, odiata dai suoceri, dalla figlia adolescente Valentina, la donna non ama l’ipocrisia e le mezze misure. Viene incaricata di indagare sulla morte di un ventiduenne, Nunzio Festa, trovato ucciso a Nova Siri e, accompagnata dal fedele appuntato Calogiuri, l’unico di cui si fida forse perché ne è segretamente innamorata, indaga per scoprire i responsabili ed il movente dell’omicidio. Si imbatterà in traffici di scorie radioattive, di reperti archeologici. Indagine complessa, difficile e delicata anche perché coinvolge personaggi eccellenti, ma l’ostinata Imma riuscirà a risolvere il caso, anche se non trascura problemi apparentemente banali, come il caso dell’impiegata della Procura, Maria Moliterni , moglie del prefetto, che si fa timbrare il cartellino dai colleghi e, nelle ore di lavoro, va a fare shopping. Nel libro la Venezia alterna diverse fasi di scrittura. A volte ironica, basti pensare alla scena di Imma che, essendo bassa, nel tentativo di salire su una camionetta dei carabinieri si strappa la gonna stretta, a volte intensa e romantica come quando descrive il paesaggio della Basilicata, i suoi sterminati campi di grano, i suoi silenzi. Una terra, si intuisce, che, pur nelle sue contraddizioni , la scrittrice ama. Il libro è completamente diverso dal precedente, meno intenso e poetico, a volte la scrittrice stenta il passo narrativo perché inserisce, nel contesto della vicenda della morte del giovane diversi personaggi, ma il risultato è piu’ che positivo perché la Venezia riesce ad architettare una trama narrativa forte, sapientemente costruita e a regalarci un personaggio, come Imma, che il lettore difficilmente dimenticherà. La scrittrice ha anche il merito di non esprimere giudizi e dare risposte, ma lascia al lettore il compito di giudicare ponendo inquietanti interrogativi sul comportamento dei personaggi tratteggiati.