KULT Underground

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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

E’ un bellissimo sabato pomeriggio mentre scrivo e tra poco ci sarà anche la festa per gli otto (sono già otto vero?) anni di Kult. Ne approfitto per fare auguri e complimenti a tutti, in attesa di vedere chi sarà premiato…un po’ di suspence…
Credo sia meglio poi ridurre all’essenziale il mio intervento iniziale, perchè il materiale questo mese è davvero tanto, e tutto di altissimo livello: un sempre più sperimentale Christian Del Monte, tornato alla grande dopo il primo assaggio di Sonntag; uno sfavillante Vittorio Baccelli (lo ricorderete per i suoi sogni fantascientifici); un racconto teso, molto bello e molto filosofico, della new entry Emanuele Ravasi; un nuovo delirio "post-moderno" di Enzo Moschetta, che rientra a Sussurri dopo la pubblicazione della sua raccolta di racconti L’uomo; liriche per tutti i gusti, da Nicola Vassallo a Enrico Pietrangeli, da Marco Saya a Luca Cascetti, nuovo autore che abbiamo avuto modo di apprezzare nello scorso numero.

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….ma naturalmente non manca lui, l’Harry Potter del Medioevo. Ritroviamo il giovane Benedon, ancora nella caverna, con la bizzarra e eterogenea compagnia tra cui spiccano un astuto monaco e una ladra affascinante; stavolta devono affrontare un mastino mostruoso, e il mago non sarà abbastanza prudente…Un capitolo al cardiopalma, con un finale che lascia il fiato sospeso, per Le avventure di Banedon, di Alessandro Zanardi.

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Da molti mesi ci tiene compagnia con una suadente e sensuale tonalità di blues lirico; in Momenti ritroviamo il mondo avvolgente, imbevuto di sapori e colori, di Marco Saya, con le sue parole carnose e quasi palpabili, qui disposte in versi suggestivi, con brevi imperativi e immagini che si rincorrono.

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Una voce nuova e sicuramente suggestiva è anche quella di Emanuele Ravasi, che ne La tempesta e la vecchia casa ci offre un punto di vista diverso sulle vicende umane – il punto di vista della morte, dell’aldilà, dell’ l’altra dimensione, in cui i piccoli dettagli dell’esistenza vengono trasfigurati in un tempo in cui non esiste più tempo. Un dialogo metafisico tra due metafisiche creature, in cui la filosofia si sposa con la poesia.

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Da tempo conosciamo Enrico Pietrangeli per la sua raccolta D’amore, di morte, di cui stiamo pubblicando un ampio estratto; in questo numero ci propone invece una lirica inedita, Alla terra, inno desolato, cantico di disperazione per un mondo straziato. Ritroviamo quindi temi cari a questo autore, come la natura contrapposta all’artificialità, espressi con rinnovato vigore.

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Squillo di fanfare…da tempo non sentivamo più la sua voce "underground", i suoi diluvi di emozioni senza punteggiatura. Dopo la pubblicazione della sua raccolta di racconti L’uomo, torna sulle pagine di Sussurri Enzo Moschetta, l’anima "pulp" della nostra rubrica. L’innamorato è una riflessione sull’amore e sulla temporanea pazzia che provoca, nello stile paradossale e iperbolico tipico di questo autore.

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Sussurri ha in questo mese una vena gotica e oscura, la voce di Luca Cascetti, che ricorderete per la macabra danza del mese scorso (De Profundis). Anche in Angoscia, la lirica proposta questo mese, ritroviamo il gusto per le atmosfere cupe, orrorose, evocate da versi fortemente suggestivi.

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Dopo Enzo Moschetta, un altro grande, gradito ritorno: quello di Vittorio Baccelli, che ricorderete per i magistrali racconti di fantascienza (se non li ricordate, vi suggerisco di andarli a rileggere!) Con 23Adri ci propone un "miniromanzo", che ho dovuto dividere per la lunghezza, ambientato in un lontano futuro…ma quanto mai attuale: un "day after", una desolante visione del mondo dopo l’11 settembre.

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Una pausa di riflessione con i versi raffinati, al limite del barocco espressivo, di Nicola Vassallo, giunto al terzo capitolo della sua raccolta lirica Inquietudine. Quasi maniacale l’attenzione alla bellezza della parola, al gioco delle allitterazioni, delle assonanze.

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Questo mese leggere Sussurri è una vera avventura mentale, un viaggio non facile, e proprio per questo stimolante: chiudiamo il numero con il sempre più sperimentale Christian Del Monte, che torna con l’opera filosofico- teatrale Sonntag. Assistiamo all’alternanza di scene di uno spettacolo "d’avanguardia" con le riflessioni che provengono dalla vita reale, senza che si riesca a tracciare un netto confine tra i due mondi. Devo confessare che pur apprezzando tantissimo la dimensione di ricerca, anche molto sofferta, di questo autore, a volte avverto una leggera nostalgia per i suoi primi racconti di impianto più tradizionale…

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Per questo mese abbiamo davvero finito: tanta roba da leggere, tanta roba su cui riflettere. Tanta roba…al punto che ho dovuto anche accantonare, ma solo momentaneamente, storici nomi di Kult. Ma non abbiate paura, torneranno tutti molto presto: solo voglio dare spazio a tutte le voci. Arrivederci a presto

Lorenza Ceriati




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