pagg.237 euro 15 Kowalski editore
Dopo la parentesi intimista ed esistenzialista espressa nel libro “Tutto il freddo che ho preso”, la scrittrice bolognese ritorna con il personaggio creato con il libro “Quo vadis, baby” dal quale Gabriele Salvatores ha tratto l’omonimo film e riproposto con il romanzo ” Velocemente da nessuna parte”: l’investigatrice privata Giorgia Cantini, un passato doloroso alle spalle come il suicidio della sorella Ada, single, anticonformista, Camel perennemente in bocca che si aggira per Bologna a bordo di una vecchia Citroen. Questa volta Giorgia è alle prese con un duplice caso. L’uccisione di Franca Palmieri, una donna che introduceva i giovani del suo quartiere alle gioie del sesso senza volere nulla in cambio, per essere di tutti e di nessuno. Franca abitava nello stesso quartiere e l’uccisione della “Ragazzi dei rospi”, così come veniva chiamata la donna, induce, inevitabilmente, l’investigatrice a fare i conti con i proprio passato, ricercando i vecchi ragazzi del muretto che frequentavano l’American Bar, a cercare di ricostruire la vita di questa donna eccentrica e perché si è allontanata dal quartiere dopo essere rimasta incinta. Vi è un altro caso che Gorgia deve cercare di risolvere. Barbara, una giovane diciottenne, sensibile ed amante dell’arte, ha deciso di abbandonare il liceo ed è scappata da casa. Due casi diversi, non legati da nessun filo conduttore, ma che la Verasani riesce egregiamente ad amalgamare molto bene, tanto che i libro riserva al lettore più di una sorpresa nei finali. Due, di conseguenza, i registri narrativi: le indagini sulla morte dell’eccentrica Franca, il ritorno ad un passato pressoché dimenticato e l presente, i pedinamenti alla ricerca del male oscuro che tormenta Barbara. Registri narrativi che non si sovrappongono, ma finiscono per diventare, ed è questo è il merito della scrittrice, un’unica storia, la cui scrittura scorre fluida, senza stentare mai il passo narrativo. Il libro è avvincente, la Verasani, rispetto ai precedenti, dimostra più facilità nel descrivere personaggi e situazioni, nel tratteggiare i personaggi , come il padre di Barbara, il regista Guido Turriti, gli amici d’infanzia Nino, Lauro, introducendo la figura dell’assistente di studio Genzianella . Un noir ambientato in una Bologna , città amata –odiata dalla scrittrice, città diversa rispetto al passato, dove la cultura non riveste il ruolo primario rivestito in passato.