L’emigrato
Ero solo nel treno. La tormenta
di neve turbinava. Infreddolito
pensavo al paese che la fame addenta
allo schiavo bambino, a quel dito
che può dare la morte, al dolore
del corpo e della mente. I cipressi
sfilavano all’esterno, il timore
divenne canto: i sorrisi oppressi
rischiararono, dandomi coraggio,
la notte scura. Perché ero scappato?
Sacrificavo tutto a questo viaggio,
forse la vita. Ma su quale altare?
Soldi e lavoro. Il cuore è restato.
Io sono in trappola. Non posso tornare.
Ghinelli Paola
una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994