The Wind Waker
Come potere ignorare che una delle ragioni che spinge i videogiocatori di tutto il mondo ad acquistare hardware Nintendo sia l’arrivo di un titolo che abbia come protagonista principale Link e le sue avventure? Come dite Mario? Ah sì, beh anche lui… E i Pokemon? Beh, va bene… ma adesso calma…
Dicevo dunque, come poter resistere al nostro simpatico amico di verde vestito e ai suoi compari di mille avventure?
A dire il vero, il nostro eroe è sempre un po’ sfortunato, per lo meno all’inizio di ogni sua avventura, quando il destino sembra accanirsi contro i suoi amici in genere e lo sfida sempre nel solito duello tra il male e il bene… Come dite? Il solito polpettone trito e ritrito? Ma per piacere… non siete voi quelli che giocano a tutte le versioni di ******* sempre uguali di anno in anno? Ehi chi ha censurato il titolo? Ah sì, non si può citare ******** in quel senso? Mmmmh, mazzette in redazione? Che paura….
Ok, basta adesso. Dunque signori. Quello che avete appena finito di leggere in realtà non l’ho mai scritto. Come non ho mai scritto né potrò scrivere mai una recensione su questo gioco. Perché? Molti penseranno, ma allora questo qui che ci sta a fare? Ci fa perdere tempo?
Non è proprio così, anche se però potreste ritenere una perdita di tempo il continuare a leggere una recensione di un gioco come questo, invece di proiettarvi nel vostro negozio di videogiochi di fiducia per acquistarlo.Come dite? Non avete un GAMECUBE? Beh, comprate anche quello1. E poi chiudetevi in una stanza e dimenticatevi delle brutture del mondo esterno, del lavoro, della fidanzata, di mangiare, bere e dormire, dei pranzi della domenica con i parenti, dei picnic, delle partite di calcetto con gli amici e in generale di ogni altra attività che comporti il distaccamento delle vostre mani dal joypad del GAMECUBE e dalla lontananza dalla vostra vista di Link.
Ok, pensate abbia esagerato? Volete che faccia una recensione come al solito?
Poi mi dite che sono noioso, che dico sempre le stesse cose, che non si capisce nulla del gioco… Ah beh. Ma allora non siete mai contenti. Uno parte con un po’ di inventiva e voi subito lo stroncate in questo modo?
Va bene, va bene. Ricominciamo tutto dall’inizio (e due).
Sapete almeno chi è Link, vero? Sì, sì lo so che il gioco si chiama "The Legend of Zelda", ma … insomma non sapete proprio niente. Vediamo allora di fare un passo indietro.
Premesso che mi vergogno un po’ a spiegare chi è Link (non abbiamo lo spazio, né il tempo per raccontarvi tutta la storia dall’inizio), lo faccio solo per le nuove generazioni, ovvero tutti quelli che iniziano a giocare da oggi con una console Nintendo (quindi per tutti i bimbi di 6 anni, ah ah ah…)
Il creatore di Zelda (e quindi Link) è lo stesso papà di Super Mario, ovvero quel geniaccio di Shigeru Miyamoto. Amante dell’esplorazione, amava perdersi tra i boschi e qui immaginava vere e proprie avventure.
È così che, nel 1986, in Giappone, appare il primo titolo della serie Zelda: Zelda No Densetsu (The Legend of Zelda). Il nostro Link deve salvare la principessa dalle temibili grinfie di Ganon e recuperare i frammenti della Triforza, per potere così sconfiggere il potere del malvagio Gerudo.
Quello che aspettava tutti i giocatori in questa avventura era un mondo enorme, pieno di dungeon, enigmi e segreti da scoprire e risolvere grazie alle cellule grige del cervello…
Tutto in questo gioco definì quello che poi puntualmente ogni amante della saga avrebbe più o meno costantemente ritrovato negli altri titoli della serie: oggetti, nemici, boss, mappa del dungeon, ecc.
Questo gioco uscì per NES in USA ed Europa. Un anno dopo, la saga continuava con Zelda II: The adventure of Link.
Gioco lievemente diverso dal precedente, più simile a un RPG (in stile Final Fantasy, tanto per intenderci) piuttosto che al precedente titolo Zelda.
Ma è nel 1991 che appare il terzo episodio (la console è il Super Nes) e l’avventura è The Legend of Zelda: A link to the Past. La serie torna al classico stile dungeon, mappe e oggetti. Tutto molto bello e apprezzato dai giocatori, ancora ai giorni nostri (il gioco infatti è stato riproposto per GBA il mese scorso). Voliamo così fino al 1993 quando per GameBoy esce l’episodio Link’s Awakening (riproposto poi nel 1998 sul GameBoy Color). In questo episodio Link naufragato su un’isola sconosciuta dovrà risvegliare il Wind Fish raccogliendo otto strumenti musicali disseminati in altrettanti dungeon.
Arriviamo poi a quello che è definito da molti uno dei migliori titoli per Nintendo 64: Ocarina Of Time. Questo gioco è una pietra miliare nella storia dei videogiochi, in quanto per la prima volta, il mondo dove Link vive (e Link stesso) sono in 3D.
E in questo gioco viene presentato il sistema Z-target, ovvero il mirino tramite il quale Link può inquadrare in prima persona il nemico da sconfiggere, occupandosi così solamente di lanciare le armi contro di esso. Questo sistema di combattimento diverrà così famoso da essere poi riciclato anche in altri titoli, e non mi sto riferendo solo alla serie di Zelda. Il gioco divenne famoso sia per i bellissimi scenari 3D sia per la possibilità di viaggiare su un cavallo, di suonare l’ocarina del titolo dando anche la possibilità di viaggiare tra diverse epoche e impersonando anche un Link più adulto. Sempre su Nintendo 64 nel 2000 comparve il seguito di questo titolo: Majora’s Mask. Sebbene non sviluppato direttamente da Miyamoto, questo gioco risulta esserne il degno erede, grazie a una serie di enigmi strutturati tra varie epoche temporali e alla possibilità che viene data a Link di trasformarsi per acquisire nuovi poteri.
Dopo un’altro paio di avventure apparse nel 2001 per GameBoy Color e affidate a Capcom (ma sempre controllate dal papà Miyamoto), sto parlando di Oracle of Seasons e Oracle of Ages, dove è il tempo a farla da padrone (e da citare il sistema di password per sbloccare oggetti e personaggi tra un titolo e l’altro) e dell’episodio multiplayer Four Swords, apparso come "gioco in più" nella riedizione di A Link to The Past per GBA, arriviamo così al gioco di cui questa recensione deve trattare (nota: ho lasciato stare alcuni giochi usciti per la "console" CD-I della Philipps, perché non incarnavano appieno lo spirito della saga di Zelda… diciamo così!)
E sorpresa: mentre tutti si aspetterebbero un’ulteriore evoluzione della grafica 3D, già apparsa su di una console nettamente meno potente come il Nintendo 64 se confrontato con il GAMECUBE, ecco che Miyamoto, da genio che è, sorprese tutti e annunciò che il titolo in questione, non sarebbe stato in 3D. E appena lo presentò molti storsero il naso: il cel shading? Nooooooooooooooooooooooo
Sììììììììììììììììììììì – dissi io. Era meraviglioso. O meglio: è meraviglioso.
E adesso che il gioco è finalmente uscito, anche i signori che storsero il naso si sperticano in lodi e consumano caratteri e caratteri descrivendo come mai scelta fu più azzeccata e come questo ridefinisca tutta la serie di Zelda, ecc.
PAROLE.
Come sanno cambiarle a loro piacimento.
Per quello che mi ricordo io, fui molto sorpreso nel vedere questi "nasi storti".
A me il gioco piacque subito: sembrava di guardare un cartone animato e mi chiesi cosa mai avrebbero preteso questi critici da un gioco che fonda le proprie radici sull’immaginazione di un ragazzino che si divertiva ad esplorare i boschi…
Beh, il cel shading non sarà apprezzato da tutti, nasconderà qualche limite grafico hardware (ma dove?!?), ma sa donare un livello in più al classico gioco Zelda.
Oh, e c’è da dire che il gioco (per chi non se ne sia accorto, inizia qui la recensione) non fa grande sfoggio di lunghe sequenze cinematografiche in computer grafica: ci sono è vero alcuni "intermezzi" (chiamiamoli così) dove il giocatore riposerà le dita per un attimo.
Ma siccome Zelda vuol dire interattività, il vostro cervello dovrà coordinare i movimenti delle vostre dita per far sì che Link possa vivere.
E per far questo il giocatore deve essere stimolato a giocare e non soltanto limitarsi ad osservare un filmato il più delle volte (è per questo che i giochi non interattivi non fanno successo, lo sapevate?)
Quindi la grafica che vedrete in movimento, sarà creata real-time come frutto delle vostre decisioni, ovviamente…
E vi assicuro niente è stato mai così bello. Vedere Link correre con il ciuffo al vento nel giorno del suo compleanno (la storia inizia così) sulla sua isola natia è bellissimo. Lo vedremo correre sulla sabbia, parlare con la gente del posto. "Presto tua nonna ti cerca!" E via: la nonna ci regalerà un completino verde (ah, ecco chi me lo da allora, sto pezzo di armatura). E poi, Aril (sua sorella) l’ha chiamato nel punto di osservazione dell’isola perché vuole regalargli il suo oggetto più prezioso, che si rivelerà essere un cannocchiale. E appena lo proverete
ZACK
ecco, all’improvviso, apparire un uccello enorme con in becco una ragazza. Il grosso pennuto, per evitare i colpi di una nave pirata, perde la fanciulla dal becco lasciandola cadere in un bosco. E qui entrerete in gioco voi. Non vi dico altro se non che per un errore, l’uccello riprenderà poi una fanciulla, ma si confonderà, rapendo la sorella di Link (Aril).
Con la fanciulla appena recuperata dal bosco, che si scoprirà essere il capo dei pirati della suddetta nave, salperete nell’ennesima impresa della vostra vita: salvare vostra sorella.
BASTA non vi rivelerò altro della storia. Specifico subito che questo gioco è stato tradotto completamente (manuale e software) in italiano. Link non parla, per cui niente parlato (a parte qualche ih, oh e uh, qua e là… molto divertenti…) Le musiche d’altro canto sono state studiate alla perfezione dal team di sviluppo e non fanno altro che aumentare la profondità di gioco, come ci si aspetterebbe da un titolo del genere.
Non vi racconto neppure nulla della sequenza che racconta la storia iniziale… voglio che questo gioco ve lo godiate dall’inizio alla fine.
Ma allora di cosa posso parlare nella recensione, senza svelarvi nulla?
Già, difficile compito per noi recensori: essere costretti a non rivelare nulla di un gioco che nasconde il suo bello proprio negli eventi che si affronteranno di volta in volta.
Come non raccontare dei personaggi che incontrete lungo la vostra avventura? Saranno loro in un alcuni casi ad aiutarvi nella vostra avventura, ma spesso vi chiederanno di essere a loro volta aiutati, per risolvere situazioni per loro irrisolvibili.
E starà a voi decidere se aiutare queste persone.
Ovviamente tutta questa serie di compiti, collaterali all’avventura vera e propria, sono stati "aggiunti" per variare l’intero canovaccio e dare qualche sfida in più al nostro eroe, qualche occasione in più per dimostrare di che pasta Link è fatto, quindi. Ma come non parlare della caratterizzazione di ognuno di questi personaggi interamente gestiti dall’ AI del gioco? E che dire, se non lodare, tutte le espressioni facciali, di queste vere e proprie persone, ma anche di Link, che con i suoi occhioni riuscirà anche ad indicarci che strada seguire o quale dettaglio non dovremmo lasciarci sfuggire, in determinati contesti?
E la cura riposta nei personaggi viene anche a "galla" (il perché di questo verbo lo capirete tra poco) osservando quello che il motore di gioco riesce a regalarci in fatto di paesaggi: tutto è così solare – stiamo giocando un gioco basato sull’esplorazione di isole, per cui sole e mare la fanno da padroni.
Link in questo gioco potrà navigare da isola a isola grazie ad una barca parlante, potrà comandare il vento per sospingere la sua barca (dotata di vela appunto) tramite la bacchetta del vento ("the wind waker", del titolo, appunto) e potrà fare ben altro. Il vento in questo gioco è parte integrante dell’avventura: lo si vede calare in raffiche bianche fin dall’inizio dell’avventura; accarezza il mondo intero dove Link svolgerà la sua avventura. Dicevo il mondo vive: vedrete il mondo cambiare colori alla notte. Potrete solcare le acque di questo mondo e immedesimarvi nel ruolo di Link fin tanto da sentire l’odore di sale. E le meraviglie del motore grafico ci sono tutte: anche finezze come le orme bagnate su sabbia e roccia, la polvere che si solleva se frenate la vostra corsa all’improvviso. Ma è limitativo parlare delle bellezze e rotondità della grafica, quando si potrebbero sprecare PAROLE e PAROLE sulla trama.
Il gioco va visto, pardon, giocato e vissuto in prima persona. Siccome però qualcosa ve la dovrò pur dire, continuo la disamina.
Sappiate che vagherete quindi di isola in isola alla ricerca di oggetti e situazioni che vi permetteranno di salvare vostra sorella. L’affrontare nuove sfide avrà poi il suo tornaconto: se portate a termine con successo, potrete ottenere rupie (la moneta corrente del mondo di Link, diciamo così), un pezzetto di cuore (raccolti quattro pezzetti, aumenterete la vostra energia base di un cuore – inizialmente avrete un’energia vitale di tre cuori), una nuova mappa del tesoro (siete in mare, cosa credevate, che non ci fosserro mappe del tesoro?!?) o altre sorprese… Ricordate comunque che potrete decidere di accettare tutte le sfide o meno: il gioco è in mano vostra, così come il destino di Aril. Una cosa però sembra trasparire da tutto questo contesto: qualunque cosa farete, in qualunque modo la vorrete eseguire, vi divertirete sicuramente. Il gioco, infatti, non è mai risultato frustrante. Solo il vostro ingegno vi permetterà di proseguire nel gioco, questo è vero, ma è anche vero che le sfide non sono così improbabili o difficilissime, certo alcune più di altre… ma quello che rimarrà alla fine sarà sempre e solo divertimento… anche nelle situazioni di pericolo, come i combattimenti contro i nemici (il sistema Z-target è presente anche in questa avventura di Zelda).
Durante la vostra esplorazione, avrete a vostra disposizione vari oggetti (il cannocchiale, la barca e la bacchetta li ho già citati, il resto sarà una piacevolissima sorpresa). Addirittura, il genio di Miyamoto ha pensato di donare un tocco di multiplayer inserendo la possibilità di collegare un GBA nel gioco per permettere ad una seconda persona di governare il folletto Tingle (quest’opzione sarà attivabile una volta trovato il radio Tingle). Il giocatore che comanderà questo folletto tramite GBA, potrà aiutarvi nelle vostre quest indicandovi i punti di maggiore interesse, potrà bombardare i nemici a schermo (ma, ahimè, anche il buon Link potrebbe venire colpito – folletto dispettoso, se ti acchiappo…), far camminare Link nel vuoto, renderlo invincibile o vendergli pozioni a prezzo di qualche rupia… insomma un vero e proprio aiutante, in caso di necessità. Un’aggiunta non fondamentale, ma carina, giusto per invogliare un vostro amico a prendere parte a questa infinita leggenda… Chissà se in un futuro prossimo uscirà mai un gioco multiplayer basato sul mondo di Zelda. Ma noi intanto di cose da fare ne abbiamo. Questa ennesima avventura di Zelda non ci fa certo rimpiangere connessioni internet lente: abbiamo un sacco di cose da fare qui…
Concludo dicendovi che Nintendo ha messo in vendita una confezione in versione speciale del gioco: questa confezione, oltre al gioco di cui ho parlato, contiene anche l’avventura Ocarina of Time in versione GAMECUBE così come uscì per Nintendo 64, ma sfruttando l’hardware del GAMECUBE, quindi a una risoluzione grafica maggiore. Ci sono però dei limiti: il gioco è rimasto in Inglese (sono disponibili anche Francese e Tedesco) e gira soltanto su televisori che possono utilizzare i 60 Hz (diciamo tutti quelli di penultima e ultima generazione). Assieme ad Ocarina Of Time, trova posto anche la versione remixata di tale gioco, mai uscita nel nostro paese. Anche per questo gioco valgono i limiti di poc’anzi (lingua e televisore pal 60Hz). Per remixata intendo dire che alcune situazioni dell’originale Ocarina of Time sono state cambiate appositamente per donare nuova linfa e nuova sfida al gioco stesso.
Infine, oltre a questi due giochi in più, che risiedono su un disco a parte, rispetto l’avventura principale, trovano posto anche una serie di filmati e trailer di giochi appena usciti o di prossima uscita.
Penso di aver detto tutto. Adesso torno a veleggiare e vediamo se riesco a scovare gli emblemi del guerriero…
1
Aspettato in tutta Europa da molti mesi, arriva finalmente, con la brezza primaverile, la nuova avventura di Zelda
The Legend of Zelda
Giovanni Strammiello
inutile dirvi che Nintendo ha pensato anche a voi, realizzando un bel bundle console + gioco?