Dopo un mese di "vacche magre" (per modo di dire, perché nello scorso numero abbiamo avuto delle bellissime poesie) siamo tornati agli antichi fasti, con tante opere, anche di autori che per la prima volta collaborano con Kult, che hanno voluto condividere il loro mondo con noi; e questo non può che farci un immenso piacere.
Anche stavolta ci sono liriche e frammenti poetici intensi, da Davide Riccio all’incisivo Alessandro Helmann, a Giancarlo Ferrigno con il suo "spleen" (bellissima parola, cara ai decadentisti francesi, sempre persi tra malinconia e malessere esistenziale). E ancor la struggente prosa di Enrico Pietrangeli, con i suoi racconti "musicali", l’irrompere della storia con il ricco (di richiami e di riflessioni) saggio di Alfredo Bruni, lo sperimentalismo beat di Enzo Moschetta; fino a una grande new entry, che molti ricorderanno, il poeta della quotidianità, Spalla. Molta la carne al fuoco quindi; immergiamoci nella lettura…
E proseguiamo poi con una vecchia conoscenza, stavolta non solo internettiana; infatti Enzo Moschetta ha pubblicato, presso la Prospettiva Editrice, la raccolta di racconti L’uomo.
In questa nuova "poesia in prosa", La buca e la sabbia, ritroviamo i temi cari a questo autore, la ribellione della generazione nuova, lo stile sperimentale e "beat".
Il frammento: una tentazione irresistibile, dopo Ungaretti e il suo m’illumino d’immenso, dopo l’E’ subito sera di Qusimodo, dopo le folgorazioni zen. Bellissimi e incisivi i fuggevoli versi – intitolati La persistenza delle cose – di Alessandro Helmann, voce nuova che speriamo continui a collaborare con Kult.
Non mi resta, anche stavolta, che salutare tutti i lettori e ringraziarvi per tutto ciò che inviate; colgo l’occasione per ricordare a tutti gli autori la scadenza del 15 di ogni mese per mandare il materiale ed essere pubblicati; naturalmente tutti i vostri scritti arrivati dopo questa data saranno vagliati per il numero successivo. Altre raccomandazioni: per favore mandate i testi in allegato e firmatevi alla fine (anche con pseudonimi, naturalmente!)
Arrivederci a presto
Voci che sussurrano
Salve a tutti, amici di Sussurri.
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E cominciamo subito con quello che può essere considerato il nostro manifesto (e sì, tutti hanno avuto il loro manifesto dai futuristi in poi, e anche noi internettiani ne meritiamo uno): si tratta, appunto, di Siamo poeti su Internet, di Davide Riccio; lirica ironica, ritratto vivido e tenero degli autori sull’ineffabile Web, sempre alla ricerca di un nome, di una frase di commento (per fortuna ci siamo noi di Kult!)
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Un genere molto poco frequentato da Sussurri – incentrato molto sulla narrativa e sulla lirica – è la saggistica, e in effetti l’interessante Percorsi di pace potrebbe anche trovarsi in altre rubriche, tipo Opinioni; ma, soprattutto in questi periodi convulsi, è importante – secondo me – affermare che l’intellettuale, lo srittore, non deve restare su una torre d’avorio, ma cercare di capire il mondo, offrire il suo punto di vista (per riflettere, non certo per suonare il piffero per una o perl’altra parte politica). Il saggio di Alfredo Bruni, ben costruito e ben argomentato a partire da una premessa iniziale intelligente e quasi paradossale, è un esercizio del pensiero, un viaggio nella cultura , nella filosofia, nella storia.
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Nella mia perfetta ignoranza musicale, non avevo capito a cosa si riferisse il titolo Madcap Laugh, ma per fortuna l’autore (Enrico Pietrangeli, che abbiamo seguito anche nella sua pubblicazione D’amore, di morte) mi è venuto in aiuto: si tratta infatti della prima di una serie di narrazioni che traggono spunto da famose canzoni. E infatti l’atmosfera è quella della ballata, struggente e maledetta, e dell’emozione.
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Passiamo dallo spleen musicale allo spleen poetico, quello di Giancarlo Ferrigno , qui in Lo spleen di Cremona, una bella lirica, ben cadenzata, armoniosa, anch’essa un manifesto di poetica (splendido e toccante il riferimento a Alda Merini).
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Concludiamo con una vecchia conoscenza: spero che ricorderete tutti Spalla, poeta dell’impoetico, della banalità dell’ufficio, della fabbrica, delle amicizie; e se non lo ricordate vi invito ad andarlo a rileggere, perchè è impossibile non riconoscersi nella sua voce narrante, asciutta, limpida, aliena da sentimentalismi e fronzoli, reale come la vita che racconta, anche qui nel breve Viaggio di riflessione.
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Lorenza Ceriati