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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Salve a tutti amici di Sussurri,
stavolta usciamo in un formato un po’ più ridotto del solito, dopo l’abbondanza e i fasti a cui eravamo abituati; ma potremmo senz’altro dire, poche opere, ma buone. E soprattutto originali, come gli aforismi semiseri della new entry Alfredo Bruni, e le liriche, bellissime, da Davide Riccio.
Ma immergiamoci subito nel mondo delle parole, anche per evadere dal presente delle bombe e della guerra.

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Un numero soprattutto poetico: e iniziamo, alla grande, con la lirica Berlino, di Davide Riccio, una voce nuova e molto interessante, che speriamo ci tenga ancora compagnia.
Quasi un inno alla bellezza e alla rivoluzione dei versi di fronte all’aridità della storia e delle guerre: parole, contro pezzi di muro, parole che tronfano su tutti i muri.


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Dopo una novità per Kult, torna una voce gà conosciuta e amata al nostro pubblico: quella del poeta blues Marco Saya, con la sua vena sibillina e armonica, in cui i significati si intrecciano nella musicalità dl verso. Come in Ricordo, che si conclude con il mistero della vittoria su una non possibile conoscenza.

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Momento ironico e leggero, quello dei Dubbi di Alfredo Bruni: domande semiserie, per risposte infinite. Bellissimi anche gli aforismi iniziali, e bello porsi delle domande. Ora e sempre, viva i dubbi, viva l’intelligenza in crisi, e abbasso le certezze!

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Bellissima anche la nuova lirica della raccolta Inquietudini, di Nicola Vassallo, in cui si cerca di definire, all’interno della poesia, cosa sia la poesia – cosa sia la materia della poesia, cosa siano quindi il sentimento, e la memoria.

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Forse l’opera più bella di Enzo Moschetta è questa lunga prosa (per esigenze tecniche ho dovuto sdoppiarla; me ne scuso con l’autore) dal titolo sibillino Il passato oscuro – seconda parte. La voce narrante, freschissima, incantata, è quella di un carabiniere che narra del suo soggiorno a Firenza. Un racconto emozionato ed emozionante, in cui si intrecciano amori fugaci nella bellezza dell’arte; con sprazzi lirici quasi casuali: "le donne sono poesie che camminano".

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Chiudiamo, come spesso accade, con una lirica tratta dalla raccolta di Enrico Pietrangeli D’amore, di morte. Conosciamo ormai la cifra stilistica di questo autore, che con Il tempio della notte ci offre uno spaccato onirico ed esoterico del suo mondo interiore.

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Abbiamo già finito, per stavolta: l’invito per tutti è di scrivere, di renderci partecipi delle vostre emozioni, dei vostri sentimenti nel cassetto, delle vostre riflessioni.
E speriamo di risentirci, il prossimo mese, in tempi migliori per il mondo

Lorenza Ceriati

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