SHAMROCK
Ti ho vista sulla sponda opposta
del Lough Gill.
Dormivi accanto al trifoglio,
sotto le pendici delle Glen Car,
cullata dai folletti che ti ornavano
i capelli con i fiori della terra verde.
Violento e felice soffiava l’impetuoso
vento del Crogh Patrick.
Il saggio e il bambino
Il folletto e il bardo
danzavano felici sulle note
di un tin whistle; e tu
poeta
narravi e cantavi le gesta
del bambino rapito dal lago
finchè anche l’ultimo respiro
non ti ha abbandonato
e di questa terra hai fatto
l’eterna dimora
per la tua anima.
E agli stanchi viandanti hai
dedicato le tue ultime parole.
Cavaliere che attraversi queste
rigogliose terre
getta la tua fredda occhiata
su questa tomba
e passa oltre
e dell’orizzonte fai il
tuo destino.
Dolce fanciulla dagli occhi d’ebano
abbandonati alla notte d’Irlanda
che all’albeggiare del nuovo giorno
verrà la cerva bianca
e ti porterà via.
Sono sulle rive del lago
e sento il muto pianto
di Teddy Bear in questa
crudele notte abitata
dalla strega e dallo spirito malvagio
Annego in questo mare
di Guinness e sangue
con in mano l’ultimo
shamrock colto
ai bordi di una strada di
Londonderry.
Matteo Ranzi