KULT Underground

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IOIOI – intervista con Cristiana Fraticelli

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Nome d’arte: ioioi. Provenienza: Macerata, Marche. Il suo vero nome è Cristiana Fraticelli (detta però anche Cristiana Effe… soprannome d’arte?) A me la sua musica piace e non posso che invitarvi ad ascoltarla. E’ mia responsabilità cercare di descriverla anzitutto per mettervi sulla strada, ma non so. La musica di ioioi che conosco è quella di Bright Future!! (Ebria records, 2004), di “Mantis” (Setole di Maiale, 2008, bellissima copertina madreperlacea) e di un unfinished demo, “Tales from sky (H) earth” (2006/2008). E non è poco. Solo che dovremmo ascoltarcela e godercela insieme, qui e ora, mentre questo non è possibile. Arduo è trovare i confronti, le solite similitudini. In fondo, è cosa anche scorretta. Ioioi è davvero un’artista originale. Chitarra, laptop, punk sbilenco e gentile, elettronica, glitch-sounds e noise (rumori mai estremi, invece morbidamente calibrati dentro atmosfere oniriche e surreali ), schizzi di psichedelia e di Pere Ubu, anche nel senso di Alfred Jarry (bella davvero “Takatamiao”), improvvisazioni, vocalità sperimentale, testi nonsense, istintivi, insensati ma sicuramente sensuali, tra dadaismo e simil-Japanese.
 
 
Davide
 
Ciao Cristiana. L’anno scorso (agosto 2008) Christiana F., poi Christiana X (“Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino”) al secolo Vera Felscherinow, è ripiombata nel buio dell’eroina. A causa di ciò le autorità municipali di Potsdam-Mittelmark le hanno tolto la custodia del figlio di 11 anni. Altri la volevano già deceduta per overdose alla fine degli anni ’80, oppure nel 2004 (ne diede notizia un giornale dei Paesi Bassi). Questo mistero a parte, alla Syd Barrett che si è dato morto più volte in anni diversi (tant’è che nel 2006, quando morì davvero, non ci si credeva più), perché Cristiana Effe? Qualche affinità con i suoi Sentimental Jugend e altre sue sperimentazioni anche soliste nel corso della successiva tentata carriera musicale (Christiane F. cantava e suonava la chitarra tra l’altro, proprio come te)? O cosa?
 
Cristiana

Christiana F. evocava perfettamente il “luogo mentale” da cui ripartivo e il “luogo mentale” che lasciavo nel momento in cui si è consolidato il progetto solista. L’immagine interna che porto di lei sono le sue parole scritte solamente. Non so molto della sua storia personale in realtà …Ma non importa,  tutte le biografie sono false.
Per molto tempo ioioi ha rappresentato una parte di mente scissa, come un contenitore salvifico che mi permetteva di portare alla luce le emozioni represse, i tabù, tutto ciò che mi condannavo e negavo. Poi la scissione non ha retto più ed è stato necessario integrare le parti. Ora non c’è alcuna differenza fra ioioi e Cristiana così come non c’è alcuna differenza fra le esperienze che vivo. Che siano i suoni o passare 8 ore in ufficio. Che io sia a suonare a Pechino o in una frazione di Macerata. Non fa alcuna differenza, in termini di libertà.
 
Davide
 
Ma il tuo vero nome d’arte è ioioi? Cosa vuol dire? E’ forse perché sei una “one woman band”, come qualcuno ti ha definito? Cioè io + io + io…? Oppure c’è qualcosa del binario IOIOI… Insomma, uno e zero, una questione di opposti oppure il nulla.
 
Cristiana
 
IOIOI nasce da un gioco fonetico tra amici giapponesi. Non vuol dire nulla se non “dai, dai, Eh!”. E’ la traslitterazione in italiano di quel gioco. In italiano diventa interessante anche semanticamente: l’ io che si specchia al centro e diventa il suo opposto, e l’identità dei contrari, così come  la qualità palindrome  del nome suggerisce.
La mente umana conosce solo la dualità, definisce il senso per contrari e contraddizioni. Oscilla continuamente fra i due opposti, senza risoluzione. In questa follia la mente parla a se stessa  attribuendosi l’ “io”.
Nel nome “IOIOI” Al centro dei due “io speculari” (io-oi) c’è una “I” che puoi leggere come “eye” (occhio), o come “i” (io) o come “ai” (in giapponese amore).
Quando la mente cessa di inseguire se stessa e inizia a indagare dal centro:  “Who AM I?” allora quell’io si riconosce pure osservatore, io si riconosce amore.
Solo allora arriva la comprensione: zero-uno-zero.
Io Sono Niente. Niente gioca con le forme e diventa Uno. Uno gioca con la mente e conosce Due. Due finirà, Uno tornerà a Zero. E il gioco continua.
Questa storia della one girl band con l’accento egomaniacale è molto sciocca. Purtroppo quando una ragazza si espone attrae tutta una serie di passioni di potere che portano a immaginazioni perverse. Se fossi stata un essere umano con un corpo maschile nessuno avrebbe detto questa sciocchezza. Oramai non mi preoccupo neanche più di correggere. Quello che attribuiamo agli altri è quello che attribuiamo a noi stessi. C’è gente molto attaccata alle apparenze, non posso farci nulla. Ho rivisto i video che hai messo in link, quelli del 2006.  Vedo una ragazzina completamente fuori, un po’ lolita, mi immagino che abbia 24 anni al massimo – in realtà ai tempi ne avevo 30! – e iniziano i film mentali.  Se sei appassionato di horror giapponese ci metti un secondo a capire che dietro come minimo c’è una storia di violenza.  Altrimenti parte un film erotico alla francese, protagonista la ragazzina egocentrica ed esibizionista. Come ho già detto sopra ho dovuto “splittarmi” per concedermi di esprimere quel mondo sonoro. Il mio ego era molto forte ai tempi ma completamente negativo, castrato, perso in una storia di dolore con cui nutrivo il mio senso identitario (è questo il meccanismo dell’ego). Per molti anni gli altri rappresentavano solo dei bisognosi a cui sacrificare tutta me stessa. Si chiama ego dell’eroe o come lo chiamo io “dark jesus christ”.  Quando sei messo così pensi a tutto meno a che metterti sul palco per puro esibizionismo o per emergere. Il palco è solo terapia. Là ti concedi di urlarlo il dolore invece di ingoiare. Bright Future è tutto cantato sottovoce. Ai tempi neanche osavo alzare la voce! L’intuizione che c’è dietro è l’intuizione della vita. Sei in una prigione, inizia ad esplorarla e ad utilizzare gli strumenti che hai nella prigione. Senza immaginare un’altra condizione. Stai nel qui e ora. E inizia ad Osservare. Questo è il primo passo verso la guarigione.
 
 
Davide
 
Cos’è punk oggi?
 
Cristiana
 
Punk è  lanciarsi nel vuoto senza certezze, né garanzie. Anche chiamato “seguire la strada del cuore”
 
 
Davide
 
Non pensi che definirti punk sia un azzardo (punk, come aggettivo originario, siginifica per altro “di scarsa qualità”)? Io semmai considero la tua musica il parto di una mente raffinata per pochi fruitori dai gusti raffinati, di qualità, più riscontrabili tra certa borghesia intellettuale. Una musica, la tua, che non è rozza e, seppure semplice in fondo, non è poco complessa, né è rivolta a uno strato ampio e giovanile e “subculturale” della popolazione,  ma anzi, ripeto, a una certa “élite” di cultura altra e alta (e non poco).
 
Non so. Ognuno legge col filtro della propria mente. L’intellettuale apprezza la parte di mente intellettuale che c’è dietro. Altri no.
L’ascoltatore ideale per ioioi è chi viene ai concerti per caso. Non sa cosa aspettarsi, non sa chi siano Pierre Schaeffer, Haino e Jun Togawa. Magari è una donna di mezza età o un rimastone minimal techno. Da questi cuori mi arrivano i commenti sinceri. Non sono commenti necessariamente lusinghieri, a volte dicono “non lo so, strano, non capisco”. E questo è un commento prezioso per me ed è quello che mi motiva a continuare. “Non so, non capisco” è dove vorrei portare chiunque mi ascolta.
Al contrario gli intellettuali, i critici, gli “addetti ai lavori”, si sforzano di trovare associazioni, paragoni, riferimenti etc. E sinceramente se uno è stato tutto il concerto a “pensare” per quanto mi riguarda non ha vissuto l’esperienza del suono.
Non nego che ci sia la memoria di molti ascolti nella mia mente. Ma l’approccio è al 100% intuitivo e istintivo. Sono tutte “one take session”. Quello che  arriva è perfetto così. Non aggiungo altra mente, perché non inseguo un’idea a priori, mi interessa solo l’onestà di ciò che avviene. Quando ciò che avviene è accolto onestamente allora c’è spazio per chiedersi “da dove arriva? a chi arriva? dove va?”. Queste domande sono più interessanti  dell’enciclopedia della mente colta ! Nei suoni musicista e ascoltatore sono una sola cosa. Non c’è elite, non ci sono differenze, non ci sono emarginazioni.  E’ una celebrazione sacra. E la divinità riverbera in tutti i cuori.
 
 
Davide
 
Cosa “dicono” le tue “no words”?
 
Cristiana

Niente. Non parlo di niente.  Le parole, soprattutto quando incatenate fra loro, sono un’estrema riduzione dell’esperienza della vita e il modo migliore di alimentare l’ego. Le cosiddette “storie” celano sempre un’eccessiva importanza personale.
La voce non ha parole, ma suoni. Quei suoni sono le “no words”.  Vedi che della poesia non si è mai riusciti a dare una definizione efficace. La poesia libera.  La libertà è senza parole.
 
 
Davide
 
La tua vocalità (Aiuto, Kungfusion, L’isola ecc.) mi rammenta quella di Stefania Pedretti (Allun, Asol, oVo). Musicalmente mi ricordi anche un po’ Madame P (Patrizia Olivo). Dimmi, se vuoi,  a chi appartengono le voci che ti hanno messo la voglia di cantare.
 
 
Cristiana
 
E’ vero che la voce in Aiuto ricorda molto lo stile di Stefania! Stefania e Patrizia sono amiche e artiste che ammiro, stimo ed amo. Con Patrizia collaboro stabilmente – tempi permettendo – in un trio di improvvisazione chiamato GRAVIDA (myspace.com/gravida), insieme a Mary Clare Brzytwa, musicista californiana  e a F4 una scenografa e artista visiva del bresciano. Ai tempi di Bright Future chi mi ha messo la voglia di cantare è stata Yoko Ono di “Fly”. La maniera in cui si è espressa quella “voglia” è stato il corpo. La maggior parte delle melodie vocali di Bright Future le canticchiavo in spiaggia allenandomi con il bastone Shaolin! Sono delle tracce del corpo. Di quel momento, di quel tempo.
 
 
Davide
 
Parlami di te con la Ebria e con le Setole di Maiale. Ho apprezzato molto il loro lavoro finora. Hai avuto un bel supporto finora da queste due realtà, certo sotterranee, ma di qualità.
 
Cristiana

Ebria è l’etichetta che ha “lanciato” ioioi. Ai tempi (2004) mandai una copia di bright future a loro, a Bruno Dorella e a Mirko Spino. Bruno disse che era geniale, ma non aveva soldi per produrlo. Mirko disse che era una schifezza. I ragazzi delle ebria mi contattarono subito e mi dissero che volevano produrmi. Ai tempi pensai che si erano sbagliati tale era la mia autostima, ehehe. Per tutto il 2005 sono stati loro a organizzarmi le date e a promuovermi, con un amore e dedizione senza eguali.
Stefano Giust ha avuto modo di suonare con me in un set impro Camusi + ioioi a giugno del 2008. In quell’occasione mi chiese di mandargli un po’ di materiale. Così Mantis, dopo 4 anni nel cassetto è stato pubblicato per Setola di Maiale.
Sua è anche la bellissima grafica. Stefano è riuscito a entrare perfettamente nel mondo narrato in quel disco. Come se lui stesso si fosse spogliato e immerso proprio “là”. Tutto quello che “produce” ioioi è nell’ottica diy. Registro da sola, faccio le copertine, le copie etc.  Quando un’etichetta si avvicina a me e mi propone di pubblicare, allora è vero, è onesto. Doveva andare così, è perfetto così.  Negli anni ho pubblicato per diverse etichette italiane ed estere. Ed è sempre stato un caso e una sorpresa. Non spingo nulla. Soprattutto ora. Ioioi è fuori mercato!
A breve  “tales from sky(h)earth” esce per un’etichetta spagnola, che ha in catalogo un solo titolo. La gestisce una ragazza, credo molto giovane. Le ho detto subito di sì.
Chi si avvicina è perfetto. Chi è lontano è perfetto che sia lontano.
Quando la mente smette di “volere qualcosa” allora tutto va da sé, senza sforzi. Tutto fiorisce continuamente. Come nella storia zen del macellaio, un uomo chiede: “Mi dia il pezzo di carne migliore” e il macellaio risponde “Ma signore, qui tutti i pezzi sono i migliori!” E l’uomo in quel momento si illumina. Hahah.


Davide

Cosa ti piace e cosa c’è di prevalente del Giappone in te nel tuo fare musica? O di altre culture? E cosa di prevalentemente italiano?
 
Cristiana
 
Cina e Giappone sono oggetto del mio interesse fin da bambina. Ho studiato le arti e il pensiero di queste due civiltà. Fino a poco tempo fa dicevo che sarei andata in Giappone a morire. Quindi rimandavo. Avevo già visitato la Cina diverse volte, ma evitavo di andare in Giappone. Poi nel 2007 è accaduto che sono andata di corsa –  del tipo compro il primo biglietto disponibile – e sono morta! Da quel viaggio è iniziato il percorso a ritroso dentro di me., fino a sciogliere tutto.  Quando non c’è più attaccamento, la mente sperimenta una specie di morte. Quella morte è libertà. Il Giappone vive in una condizione sociale e mentale che possiamo chiamare il paradosso della vittima e del carnefice. Quando questo paradosso è attivo accade qualcosa a livello di gestione delle emozioni. Quel tipo di energia che loro portano collettivamente – come eredità storico e culturale – è lo stesso tipo di energia che risuonava dentro di me. E per molti anni quel tipo di espressione schizoide ha rappresentato una specie di catarsi e l’unica manifestazione efficace di qualcosa  che non ha volto.
Ho avuto bisogno di uno specchio “estremo”, ai confini del mondo, per riconoscere quel Luogo senza nome e senza volto. Lo specchio è sempre una chance, una mappa.
E quando hai la mappa, diventa semplice trovare il tesoro nascosto, se davvero lo vuoi.  Naturalmente a un certo punto la mappa si interrompe e devi saltare nel vuoto… L’altra faccia della medaglia del Giappone è lo Zen, la più alta espressione di Buddismo e Taoismo. Come vedi, l’Universo pensa a tutto! Nella mia musica l’Oriente è un approccio. Per gli occidentali Creare significa “fare”, per gli orientali Creare è “non fare”. Ma questo è anche l’insegnamento di Gurdjieff, del sufismo, dello sciamanesimo di Don Juan, ed altro. Di italiano ho il fuoco. I miei suoni a volte bruciano. Questa “peculiarità casalinga” è emersa con evidenza nei due tour in Cina. “Oh, Italian woman, very passional ! hot! ”
 
 
Davide
 
Sei la prima artista marchigiana che io abbia conosciuto finora (regione bellissima per altro). Cosa succede in questo momento da quelle parti?
 
Cristiana
 
Sono rientrata da solo due anni nelle Marche e sono molto solitaria come persona… quindi non so! Posso raccontarti quello che arriva lentamente a me ed è una realtà fresca. I marchigiani fanno sempre tutto in sordina, senza clamori.
E’ pieno di musicisti e di micro-realtà underground. Ma appunto veramente underground! Non come nelle capitali italiane dove tutti vantano l’underground e poi rosicano se non fanno date o non hanno la copertina di non so quale rivista o non ricevono adeguati apprezzamenti o non vengono invitati ai festival “cool”.
Questa è una terra di contadini schivi, nessuno si dà troppa importanza. O almeno questo è ciò  che mi arriva…
 
 
Davide
 
Per concludere…  Pensi mai a quello che sarà di noi tra cinque miliardi di anni, quando tutto il mondo tornerà polvere di stelle?
 
Cristiana
Finalmente torneremo tutti a Casa. Il mio consiglio è di provare a tornare a Casa prima che questo organismo corpo-mente muoia. Quando la comprensione dell’universo è realizzata, allora il cosiddetto Mondo diventa un miracoloso luogo di villeggiatura. Se tutti comprendessimo cosa è tornare a Casa non ci sarebbero più guerre né violenze fra esseri umani. Solo pace e ripetute sessions di libera gioia noise eheheh.
 
 
Risorse web:
 

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