A noi è stato da sempre insegnato che Guido Monaco, più conosciuto come Guido d’Arezzo o Guido Aretino (991-1050), teorico musicale oltre che monaco benedettino, fu l’ideatore della moderna notazione musicale. Insegnò musica nella Abbazia di Pomposa, dove comprese la difficoltà dei monaci nell’apprendere i canti della tradizione Gregoriana e cercò di risolvere il problema codificando la moderna notazione della scala musicale usando le sillabe iniziali dell’inno a San Giovanni Battista:
(“affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato del loro labbro contaminato, oh san Giovanni”).
In realtà la notazione musicale di Guido d’Arezzo non fu del tutto una novità nella storia dell’umanità. Altri prima di lui si posero di certo lo stesso problema, ma nulla a testimonianza ci era pervenuto prima del 1974, quando Richard L. Crocker dell’Università della California, insieme ad Anne D. Kilmer e Robert R. Brown annunciarono di essere riusciti a decifrare la più antica canzone del mondo. Erano cioè riusciti a leggere e a suonare, con una lira ricostruita al modo di un esemplare ritrovato tra le rovine di Ur, una musica sumerica incisa con scrittura cuneiforme su una tavoletta del 2000-1700 a.C. ritrovata a Ugarit, nella odierna Siria. La musica assiro-babilonese si basava sulla scala eptatonica-diatonica che è propria anche della musica greca e della nostra musica occidentale contemporanea. Si può quindi affermare che la nostra musica non sia nata esattamente da quella greca, ma ancor prima da quella sumerica. Come ci dice Zecharia Sitchin ne “Il pianeta degli dei”, pare che a Sumer si debba ricercare le radici della struttura e dell’armonia della nostra musica moderna. Filone d’ Alessandria, filosofo greco, aveva scritto che il popolo mesopotamico era noto per la ricerca dell’armonia universale e dell’universo attraverso i toni musicali. La decodificazione è stata resa possibile dal ritrovamento di testi sumerici del II millennio a.C. che indicano l’esistenza di numeri chiave musicali e di una vera e propria teoria musicale. Molti inni sumerici e molte canzoni hanno annotazioni musicali a margine. Sono state ritrovate molte canzoni sumeriche composte per essere accompagnate da musica, come questa Ninna Nanna:
Vieni, sonno, vieni dal mio bambino
e fallo addormentare presto;
acquieta i suoi occhi senza pace…
Lo so, tu soffri, figlio mio,
e io soffro con te, ammutolita dal dolore.
Guardo le stelle in alto,
la luna nuova ti illumina volto,
l’ombra ti farà versare lacrime.
Dormi, dormi tranquillo…
Possano le dee della crescita essere dalla tua parte;
che tu possa avere un valido protettore nel cielo;
e raggiungere un regno di giorni felici.
Possa una moglie essere il tuo sostegno
E un figlio la tua eredità futura.
Detto questo, vi lascio alle note di quel reperto e alla loro trascrizione sul pentagramma. Non ho potuto trovare la registrazione originale di Crocker e colleghi (sicuramente una ultrararità), ma ho trovato le note trascritte e potrete suonarle voi stessi o farvele suonare da qualcuno. Sappiate che si tratta della più antica musica mai giunta fino a noi.
Reperto MS5105
Trascrizione del reperto MS5105