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Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction – Andrea Siniscalchi Montereale

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Andrea Siniscalchi Montereale presenta la sua raccolta di poesie “Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction”

Genere: Poesia contemporanea/Racconto poetico breve
Pagine: 224

“Scene di vita quotidiana – Toxic Ediction” di Andrea Siniscalchi Montereale è una raccolta di poesie contemporanee e informali che l’autore chiama Scene; ogni Scena rappresenta una parte di sé, un’esperienza, un’emozione provata. Vi è poi una sezione dedicata alle Scene altrui: poesie scritte osservando la realtà con gli occhi di chi ha conosciuto, come se fosse il depositario delle loro impressioni, dei loro sentimenti. Andrea presenta un’opera provocatoria, a tratti rabbiosa, dove vi è un forte disincanto verso la vita e verso la razza umana; alcune liriche sono raffinate, altre surreali, ma tutte condividono l’esigenza dell’autore di sfogarsi senza filtri. Andrea cala la maschera e si racconta per ciò che è e che sente; è un anticonformista e questo suo aspetto emerge da ogni poesia, quasi urlata in faccia al lettore. Sono lucide riflessioni su un’umanità che ha ormai poco di umano, da parte di una persona che nonostante tutto cerca ancora empatia, cerca ancora dialogo, quando invece intorno a lui vige l’incomunicabilità come una legge non scritta, che però deve essere rispettata. E quindi l’autore dichiara guerra alle mode, alla società, al vuoto cognitivo e alla natura umana e presenta una serie di quadri in cui racconta di questa sua nausea: per esempio dei suoi quattro anni a Milano come lavoratore emigrato (era un professore di lettere e storia) ricorda l’oppressione della nebbia, delle apericene, dell’insensibilità onnipresente – «Milano è un centro ove convulsi atomi individualistici si dibattono per campare alla meno-peggio le proprie battaglie a tempo determinato. Lavoratori, immigrati, immigrati lavoratori da tutta Italia, da tutto il mondo». Non sopporta l’ipocrisia milanese, le finte ribellioni contro il razzismo, il dover ricoprire a tutti i costi un ruolo sociale, e allora si sfoga mettendo nero su bianco le sue frustrazioni e le sue illuminazioni. Sono scene di vita quotidiana ma anche fotografie di momenti surreali, e sono liriche struggenti sull’amore perduto e mai più ritrovato – «Stasera ho il dolore/di una storia che sta finendo/una scusa tra mille/una fialetta di energia cosmica infinita/diluita nell’oceano/delle solite cose sglorificate». E, infine, sono poesie che gridano il suo malessere verso un mondo che ormai lo annoia con i suoi schemi, che gli fa sentire un freddo vuoto e che allo stesso tempo gli fa provare compassione per la sua razza – «Ma adesso basta/che mi stanno calando le palpebre pure a me/per la noja/di dare senso a tutte le anonime minchioidi/sguazzanti nella paludosa e oscura/mefitica imbonificabile pozza/dell’umanità sconfitta».

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