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Riflessi di rugiada – Maria Allo

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Cose sparse di me
Prefazione di Gabriele La Porta
In copertina disegno di Deborah Allo
Gruppo Albatros Il Filo
Poesia silloge
Pagg. 106
ISBN 9788856749328
Prezzo € 11,50
 
Flussi di coscienza
 
Questa raccolta di poesie è sottotitolata Cose sparse di me, che è poi il titolo della prima lirica del volume (Nubi imponenti / scavalcano rauche / le cime ondulate / e lontane. /…. / Gli errori denudano / e violentano l’anima / cose sparse di me…). Ecco, in questi versi in cui la natura è descritta così vivamente si rispecchia l’anima della poetessa, un travaglio continuo che non è urlo di dolore, bensì amara e sofferta constatazione.
La poesia di Maria Allo, a verso libero, è in effetti un tramite, uno sfogo in cui rivedersi dentro per superare quella dolenza latente che non viene mai meno (da A ridosso dell’EtnaLasciatemi così / ch’io mi disperda tra gli angeli e le cose…/). Faccio presente che il ricorso a quei tre puntini, riscontrabile anche nella prima lirica, è quasi una forma di autodifesa. Sembra che l’autrice non voglia tanto lasciare spazio al lettore per l’eventuale completamento del verso, bensì intenda mettere un freno inibitore per non andar oltre e quasi per dirci “ io sono fatta così”.
Che la poesia in genere sia l’immagine speculare dell’anima penso sia ormai assodato, ma allora perché specchiarsi e mostrare agli altri quest’immagine, sovente indistinta? Perché la poesia è confessione, liberazione, ricerca di un ignoto contatto che non pone problemi di contrasti dialettici, ma è anche un flusso di coscienza che emerge dagli anfratti più nascosti del nostro “io”, uno sfogo portato ad altri, senza che sia necessario che subentri una dialettica, è insomma un’espressione lanciata al vento affinchè possa attecchire là dove si trovano anime feconde con cui entrare metafisicamente in contatto.
Maria Allo è naturalmente riservata e ha il timore di rivelare la sua intimità, ma ciò nonostante l’esigenza di aprirsi poeticamente la induce a esporsi, pur con il freno di non superare quel limite che il suo inconscio sentire le pone. E dato che la poesia è ricerca, si avverte, lirica dopo lirica, come quel confine astratto e inconsapevole tenda ad allargarsi, proprio perché ogni volta è una nuova scoperta di se stessa in un approfondimento che è comune a tutti gli autori e che sì questo non ha praticamente limiti ( da Postilla ai margini la vitaQuante radici appese / all’albero della vita / ciuffi d’erba strappati / agli argini del fiume / fiori d’albe e tronchi /  coni d’ombra attimi di sosta / effimeri sollievi echi e folate / negli improvvisi abissi /…).
Ecco dalla genericità metaforica di questi versi, simbolo di pudore, si passa poi a quelli in cui più evidente è la diretta partecipazione emotiva di Il cielo non basta ( …/ Sono ubriaca di luce / di tanto in tanto / lungo una strada / d’incenso che nutre l’agnello / temo il ritorno e le spire / d’un mostruoso serpente /…).
Benchè il senso poetico di un autore sia sempre lo stesso, pur variando le tematiche, Maria Allo ha inteso suddividere la raccolta in quattro sezioni (ognuna preceduta da una succinta ma completa introduzione di Maria Fortunato, e  da un riuscito disegno di Deborah Allo).
Troviamo così la Sezione Intimistica, in cui più direttamente la poetessa racconta di sé (Canto me un po’ zingara / un po’ recluta / planata distante / quasi a metà su questa terra /…), poi quella naturalistica, in cui il paesaggio e l’ambiente sono predominanti, ma spesso metafore esistenziali ( Che l’Estate sia qui / lo sa il mare / il suono delle onde appassionate / s’inerpica negli anfratti / tra gli scogli ascolta il passo / di fermenti inermi /…), la sezione mitologica, che risente degli influssi del passato della sua terra, miscellanea di popolazioni, espansione degli antichi greci (da Come VestaleSolitaria mi trovo sotto il cielo / aspro di sassi e di silenzio / rugiade antiche rivoltano ferite /…) e per ultima una che è per certi aspetti affine all’intimistica, ma volge di più al metafisico, cioè la sezione anima (Io vivo nel silenzio il mare / nei respiri / sento il suo profumo / ma nell’azzurro / la tragedia / della luce / e del mistero).
E’ indubbio che quest’opera, per certi aspetti, rappresenti la “summa” della produzione dell’artista, versi nati in epoche diverse e in cui si avverte il flusso del tempo, un lento divenire che tangibilmente accompagna, in un unico filo portante, la poetica di Maria Allo, con liriche che si assestano su un livello di eccellenza, pervenendo addirittura con alcune poesie a vette ai più inaccessibili.
 
Mi è piaciuta, l’ho assaporata come chicchi d’uva rigogliosa colti dal grappolo, un nettare di poesia di cui ancor oggi avverto l’inconfondibile ed intenso sapore.
La lettura, quindi, è senza ombra di dubbio del tutto consigliata.   

 

Maria Allo è nata a Santa Teresa di Riva (ME). Attualmente vive a Riposto (CT). Si è laureata in Lettere Classiche presso l'Università di Messina, è docente di Italiano e Latino in un liceo della provincia di Catania. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni antologiche e la silloge I sentieri della speranza (Gabrieli, Roma). Nel 1983 e 1984 ha ricevuto il Premio "Casentino" di poesia indetto dal Comune di Firenze e il Premio "Giuseppe Sciva" di Messina; nel 1984 il Premio "Città di Sant'Agata di Militello" indetto dall'Ancol (Messina); nel 1984 il Premio "Città del Peloro ed. il Galeone; nel 1984 il premio "Etna d'oro – Oscar Sicilia" indetto dal Centro "Giuseppe Macherione" di Giarre; nel 1985 il "Grand Prix Mediterranée" indetto dall'Accademia d'Europa di Napoli; nel 1986 il secondo premio "Città di Boretto" in collaborazione con l'Asociación Cultural Italo-Hispánica "Cristobal Colon", Madrid-Spagna; nel 1987 il primo premio exaequo per la silloge di poesia dal Centro di Cultura "Pensiero ed Arte" di Bari; nel 1987 il gran trofeo mondiale "New York" USA per la poesia indetto dall'Accademia del Fiorino di Firenze. Ha curato diverse edizioni della manifestazione "Artemare" di Riposto. Modera come autrice due blog di poesia, diversi blog didattici ed è redattrice di "Aetnascuola”. Alcune  sue poesie sono state lette e commentate su Rai Notte nella trasmissione Inconscio, magia e psiche curata da Gabriele La Porta.

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