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I piaceri a Roma – Jean-Noël Robert

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Odoya (Bologna,2010)
pag. 304, euro18.00
 
Stranamente, ma forse non del tutto perchél’autore è francese, il saggio adesso proposto in Italia dalll’attentissima ebolognese Odoya col titolo “I piaceri a Roma” è uscito prima, e addiritturadiversi anni fa, in Francia. L’autore dello studio, Jean-Noël Robert, classe1952, di mestiere fa il latinista, e lo storico specializzato nell’antica Roma;docente presso la Faculté Libre di Parigi, Robert dunque è uno dei più coltianalisti della materia che esistano. Tanto per cominciare. E, dettagliotutt’altro che trascurabile, ha condotto ricerche d’etruscologia e didatticadel latino per diversi anni. Più molto altro ancora. Ma “I piaceri di Roma”, insostanza, è una ricostruzione sul vero e proprio godimento degli antichiromani. Anzi, più esattamente, soprattutto nei momenti di massima forzadell’Impero di Roma. Senza barriere: mangiare, scopare, viaggiare ecc. E conquella che non è una partentesi della storia, o dei tempi, ovvero la tantorinomata arte circense. Che, per dire sottolineando, diviene in certi momentipersino qualcosa che va di molto oltre lo sfogo del popolo e la follia di certisovrani. Il materiale è provato, d’altronde, dalle testimonianze che di nomefanno Orazio e Catullo, Virgilio e Lucrezio. Una piccolezza? Assolutamente no.Per non accennare a importanti ma meno studiati altri e diversi autori latini.Tanto che, per giunta, un’iscrizione funeraria recita esattamente e proprio leseguenti testuali paroline d’ordine e disordine, (in traduzione): “le terme, ilvino, le donne: questa è la vita”. E specialmente prima il dannato arrivo delCristianesimo dei veti, dei vincoli. Delle costrizioni per la fortificazionedello spirito. A membra non più aperte alla stregua d’allargamenti d’un tempo.Il potente e ricco insegue soprattutto la moda e l’arredo costosissimo. Ilcittadino che potremmo dire medio cerca di stare il più possibile al foro. Ilpiù povero, persino il miserabile dell’epoca, vuole applaudire al sangue veroche scorre durante i giochi e all’eccesso d’un certo esotismo. In poche paroletra il II secolo a.C. e il II secolo d.C., lungo arco momentaneo che èricordato quale ‘epoca dorata’, il passaggio fra la Repubblica romana el’Impero romano, gli antichi volessero, senza ipocrite maschere, far capire erealizzare il massimo del godere possibile. Il saggio di J.N. Robert, moltodocumentato, non solo per l’apparo bibliografico e cartaceo che denuncia,quanto sostanzialmente per la rintracciabilità di tante opere a noi giunte, ècreato costruito modellato per fermentare riflessioni e far fermentare indaginiche pensano su pezzi di storia non proprio riconsiderati.

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