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La fine di Harold

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La fine di Harold
(J.T.Leroy – Fazi Editore)

Ho una lumaca al polso. Un ciondolo. L’ho chiamata Harold. Talmente piccola. Mi fa sentire capace di amare.
Leroy ha parlato di lei della sua morte. "La fine di Harold" continua a rimanere e scorrere nella mia testa. Io sui marciapiedi. Noi sulle strade. Lui ora nascosto da parrucca ed occhiali.
E’ diverso questo libricino dai precedenti "Sarah" ed "Ingannevole è il cuore più di ogni altra cosa".
Un racconto lungo. Un racconto che scolpisce dentro sentimenti più di qualsiasi romanzo.
E’ vero. Si parla di cruda realtà. San Francisco che non è altro che la mia Milano. Perfezione stilistica che si fonde con quello che molti vorrebbero non vedere né sapere. Eroina. Punkabbestia. Ricerca solo di amore che manda affanculo il voler trasgredire. Qui c’è disagio che trasuda da tutti i pori. Abbandono materno che fa scoppiare la testa anche se appena accennato. Bisogno di sentirsi in grado di curare animaletti bisognosi d’affetto. Non lasciar trasparire questo e difendere solitudine.
In questo libro Leroy dà il meglio di sé. Delicatezza e bellezza terrificante a trasformare l’inferno. Estremo narrato che viene quasi trasformato in fiaba per apparire meno duro. J.T racconta la violenza dei nostri giorni. Parole visive che straziano e lacerano l’animo condite con il reale sapore dell’innocenza e della purezza. Pagine che si leggono veloci che lasciano qualcosa privo di scadenza. Che fanno male, colpiscono, rendono migliori, fan crescere, scandalizzano, offendono, illuminano e liberano. Come un orgasmo.

Angela Buccella

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