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Terra Rossa (Seconda Parte – cap.6/7)

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Terra Rossa
Parte Seconda

7. Il signor Cimaron Di Leent
– Dunque. Molto tempo dopo, diciamo circa una cinquantina di anni fa, nacque in un paesino lontano un pargoletto, tale Cimaron Di Leent – è un nome nordico, già. E’ al di là della Terra Rossa. Questo tizio è stato geniale fin da giovane. Si è interessato fin da ragazzo alla chimica. Ha studiato, ha viaggiato – è stato anche ad Anumix e a Meralba. E’ tornato a casa dalla famiglia in tempo per ereditare dal padre un possedimento e un certo malloppo. La situazione ideale per dedicarsi a tempo pieno alla ricerca. Questo tizio è un piccolo genio, ricordate. E dopo qualche anno le sue ricerche lo rendono famoso nel circondario. Che si tratti di medicine o di profumi o di energetici, tutti i signori della regione si rivolgono a lui; e Cimaron aumenta le sue ricchezze. Fino a che, come tutti i ricchi, entra nel consiglio della contea. Vuole assicurare i suoi interessi, ed è sicuro che la sua notorietà gli sarà d’aiuto. Così è.
Ma il potere è una malattia. Prima entra nel consiglio, poi ne diventa responsabile. Presto l’intera contea è sottomessa al suo volere, anche se ufficialmente è il consiglio che decide. Ma l’autorità e il carisma di Cimaron vanno ben oltre quello dei restanti membri del consiglio. Cimaron comanda la contea di Norfolk.
Già immaginate cosa poteva succedere. A un certo punto questo tizio decide che la sua contea deve allargarsi. Si rivolge allora ai proprietari delle terre vicine. Molti gli si sono sottomessi volontariamente, senza bisogno di spargimento di sangue. Sapete bene che quella zona è tradizionalmente arretrata. Il centro del continente è qui a Sud, tra le nostre due care città. Qui ci sono le migliori tecnologie, le migliori scuole, i migliori guerrieri. In quell’angolo di continente al di là della Terra Rossa non c’è pressochè niente di eccezionale. Adesso questi signori vedono un leader, un capo, qualcuno che potrebbe portare innovazioni e si uniscono volentieri a lui. Questo avviene nel giro di un paio d’anni. A un certo punto i suoi emissari arrivano a Holye Nan… ne avete mai sentito parlare?
– Non è la città che rifornisce di tabacco l’intero continente? – tentò Louis.
– Esatto. Nella contea di Holye Nan viene prodotto l’80% del tabacco che viene consumato in tutto il continente. Quasi ogni giorno partono navi cariche di tabacco in direzione Sud. Insomma, là hanno un bell’affare in corso. E allora quando Cimaron manda a dire delle sue idee espansionistiche, le sue chiacchierate a proposito di creare una grande contea che comprenda tutto il Nord-Ovest, i capi di Holye Nan gli rispondono "No, grazie. Il continente già dipende da noi per un commercio non indifferente. Siamo impegnatissimi a lavorare e non abbiamo tempo da perdere in queste cazzate". Più o meno, devono aver usato queste parole.
Ma Cimaron ormai è lanciato. Si è fatto prendere la mano. Insiste, chiede ripetuti colloqui, che però terminano tutti alla stessa maniera. Allora gioca pesante. Con gli uomini e le risorse di tutti i territori che ormai fanno parte della Contea crea un piccolo esercito, e silenziosamente si avvicina di nuovo a Holye Nan. Quelli, occupati come sono a lavorare e a caricare le loro navi, nemmeno lo sentono arrivare. La sera vanno a dormire tranquilli e la mattina dopo si ritrovano gruppetti di soldati esaltati, armati di tutto punto, che occupano tutti i centri nevralgici della città. La Guardia Reale ha già perso il suo comandante, ucciso al risveglio. I membri del consiglio che risiedono in città sono già stati sbattuti nelle prigioni, un paio sono stati ammazzati. Soldati di Cimaron presiedono le porte della città. Cimaron Di Leent e i suoi uomini, in un modo o nell’altro, hanno ottenuto il controllo di Holye Nan. Questo è accaduto un paio di mesi fa, circa.
A questo punto avviciniamo la questione. Lo sapete, ogni giorno i signorotti di provincia si dichiarano guerra e si uccidono i figli, specialmente al Nord. E’ ancora lunga la strada per la pace e la discussione non armata di tutte le questioni. Questo per noi è accettabile, e non ci turba più di tanto.
Ma qui abbiamo un tizio che ha ormai il controllo di un territorio grande quanto le provincie di Meralba, Anumix e Riot messe insieme. Anche se non si tratta di territori ricchissimi, sono sempre un serbatoio di uomini. E Holye Nan è ricca. Una compagnia di mercanti si trovava in un paese poco fuori città, al momento dell’invasione. E’ loro abitudine. Solo due di loro erano andati a Holye Nan a passare la notte. Uno dei due, miracolosamente, è riuscito a fuggire. Deve aver avuto una specie di ispirazione, magari si è svegliato presto e vedendo strane persone aggirarsi nelle strade ha intuito cosa stava succedendo. Comunque sia, è riuscito ad allontanarsi e a raggiungere la compagnia. Tutti quanti se ne sono poi andati di corsa, ma non prima di avere ricevuto notizie certe su ciò che era accaduto.
Questi mercanti sono arrivati pochi giorni fa a Qualinost. E hanno riferito tutto al Principe di Qualinost. Il quale si è reso conto della gravità della questione ed è venuto a riferirmi tutto. Io ne ho parlato con i governanti di Meralba e di Anumix, ed entrambi sono d’accordo con me.
Questo tizio sta diventando pericoloso per tutto il continente. Sta creando una specie di dittatura, e può contare sulla quantità e sul proprio genio per uguagliare la preparazione avanzata delle forze del sud del continente. Non mi stupirei che presto dichiarasse di voler espandere i propri domini al di là della Terra Rossa. Non gli sarebbe facile, certo, ma ha tempo, soldi e tanti sudditi che possono permettergli di diventare davvero potente.
In ogni caso, se non altro l’invasione di Holye Nan è intollerabile. Quella città è importante per tutti noi qui al Sud, e non può dipendere dai poteri di un dittatore.
Dobbiamo reagire, hanno detto Meralba e Anumix.
Bene, ecco perchè voi due siete qui. Ho avuto il compito di organizzare una spedizione, e voi due siete i cardini di questa spedizione. Voi siete perfetti per questo compito. Rappresentate entrambe le città, così i capi sono contenti. Ma non vi morderete a vicenda per dimostrare che una città e migliore dell’altra. Sono sicuro che se ci sono due persone che sanno collaborare, quelle siete voi. –
Ci fu qualche attimo di gelida interrogazione nell’aria della stanza, mentre il vecchio riposava un attimo la voce. Ma Louis, impaziente, non seppe trattenersi dal domandare: – Maestro Alexi… cos’è che dovremmo fare esattamente? –
Il vecchio sorrise un istante alla giovanile fretta del ragazzo.
– Adesso ve lo spiego. Louis, tu sei una guida eccezionale. Sai muoverti nei posti più scomodi con naturalezza. E sei già stato anche al nord, al di là della Terra Rossa, vero? –
– Sì -, confermò il giovane.
– La spedizione ha come obiettivo il castello di Cimaron, situato in una zona piuttosto selvaggia di Norfolk. Dovrete evitare le strade battute, muovervi preferibilmente nei boschi e nelle zone disabitate, in modo da mantenere sconosciuto il vostro passaggio. Tu sarai la guida, dovrai conoscere il terreno, preparare l’avanzata della spedizione e assisterla. Per quanto riguarda te, Tefa… tu dovrai semplicemente uccidere Cimaron.

8. Louis da Levin
"Beh, accidenti… ". Non riusciva a mettere insieme altre parole sensate, che non fossero esclamazioni o imprecazioni. Ne aveva viste e sentite di cose strane in vita sua, ma questa le batteva tutte. Non avrebbe mai pensato di diventare parte di una spedizione segreta per eliminare un nemico politico.
"Accidenti"
Appunto.
Non riusciva molto bene a rendersi conto di ciò che significava. Il vecchio era rimasto vago, dicendo loro che avrebbero ricevuto ogni dettaglio in seguito, ma Louis rimaneva poco convinto. Una parte di lui si barricava dietro il fatto che avrebbe dovuto fare da guida, cioè, quello che ormai era il suo mestiere. Avrebbe semplicemente dovuto mettere in pratica le sue conoscenze sul continente, qualcosa che aveva già fatto decine di volte. Ma aveva la sensazione che stavolta sarebbe stato decisamente più pericoloso.
Era abituato a portare spedizioni in posti più o meno selvaggi, prevenendo i possibili pericoli derivati dal clima, o da particolari specie animali o vegetali. Era esperto in medicazioni di fortuna, e possedeva una resistenza invidiabile.
Ma non era esattamente la stessa cosa che penetrare in un territorio abitato dai soldati fanatici di un paese che si poteva tranquillamente definire "nemico". Aveva l’impressione che sarebbero stati esseri umani a rendergli la vita difficile, invece che le solite bestie feroci o le piante velenose.
Passò veloce nel trambusto del mattino di Anumix, nelle polverose vie cittadine, tra i banchetti dei venditori di bibite fresche e le tende dei veggenti, in quel periodo molto in voga. Passò davanti allo splendido palazzo Fanneyl senza degnarlo di uno sguardo, nonostante il movimento continuo di gente che entrava e usciva dalle porte.
Quel palazzo era la sede dell’attività fondata da Theodore Fanneyl qualche secolo prima, quando era riuscito a mettere a punto una macchina per stampare. L’aveva presentata come una vera rivoluzione, questa macchina che permetteva di creare degli scritti composti da lettere tutte uguali per dimensione e stile, e disposte lungo linee rette. In più, il suo sistema rendeva facile riprodurre libri in più di una copia. Da allora, quasi tutti i libri degli studiosi più famosi di Anumix e della provincia erano stati "tradotti" in libri stampati. Gli stessi autori ordinavano un certo numero di copie, dopodichè almeno una copia restava sempre nel palazzo Fanneyl, e poteva essere consultato con il pagamento di un piccolo prezzo. I più facoltosi, tuttavia, preferivano farsi stampare copie personali dei libri preferiti.
Levin stesso aveva fatto pubblicare un libro di poesie da Fanneyl.
Già, quel maledetto libro di poesie. Quando Levin gli aveva detto di volerlo pubblicare, Louis pensava che sarebbe stata la cosa peggiore che il suo amore potesse fare. Le sue poesie erano splendide, ma troppe erano dedicate a lui, e questo era come buttare sale sulla ferita.
Cosa avrebbe pensato la gente leggendo cose come:

nel mare dolce dei tuoi occhi affogo
ma tu mi stringi, dolce e forte insieme
e mi costringi a darti tutto il bene
che ancor possiedo mentre in te mi sfogo
in te mi perdo e mi ritrovo ancora
in ogni bacio vedo il mio futuro
la mia salvezza è dentro te, lo giuro
non sopravviverei nemmeno un’ora
senza il tuo caldo abbraccio o la tua voce
morbida che sa farmi emozionare
ogni dolore fa dimenticare
insieme a te io troverò la pace

Louis adorava le poesie del suo caro Levin, e questa era la sua preferita. Sentirsi dedicare una poesia è qualcosa che trascende qualsiasi complimento. E’ un istante di dedizione totale simile forse solo ad alcuni momenti di tenere carezze quando si rimane immobili dopo un caldo bagno e l’amante ci rilassa con delicati massaggi e piccoli freschi baci sulla nostra pelle. "E’ un momento di perfezione", avrebbe detto Levin. Il suo principe adorato diceva sempre che "non esistono persone perfette, solo momenti perfetti".
Ma aveva il terrore che le sue poesie, lette da estranei, suscitassero solo risate e nuove prese in giro.
Era andata bene. Chi aveva letto le poesie aveva sorvolato evidentemente sul destinatario di quei versi, e si era limitato ad apprezzare il talento del principe.
"Posso vedere il principe Levin?", disse alle guardie che presidiavano il portone del palazzo Tralday.
Salì direttamente in camera per la via più breve, quella usata dai servitori. Non che ce ne fosse bisogno. Poteva tranquillamente passare davanti al re e avrebbe ricevuto il suo sincero saluto. Ma non si sentiva nello stato d’animo adatto.
Si avvicinò alla tenda che copriva l’ingresso della camera di Levin, e rimase in attesa di udire qualche suono. Sorrise, sentendo Levin che con la sua voce delicata intonava una melodia. Sembrava fermo da qualche parte. Probabilmente seduto alla sua scrivania, a scarabocchiare foglietti di ogni forma.
Scostò la tenda ed entrò. Era proprio al tavolo. Alzò la testa per guardarlo, con un’espressione assorta e timida, come un cerbiatto la cui attenzione sia richiamata da un rumore improvviso: ed era più bello che mai. Splendido con gli occhi appena inumiditi dalla concentrazione, splendido, una mano a trattenere i capelli sulla testa, e una penna tra le dita dell’altra mano; dita morbide, sottili, dita da artista; splendido con una camicia azzurra, cadente, e morbidi pantaloni fatti con fili di seta di vari colori, dal giallo paglierino, al rosso scuro, al blu scuro. Splendido, con le sue pantofole appuntite, color ambra, appoggiate di fianco sul tappeto.
Levin sorrise riconoscendolo.
– Louis… – disse appena spalancando gli occhi, poi si accigliò un istante, e gli chiese:
– Ma tu non eri su qualche collina sperduta della provincia di Riot?
Louis si avvicinò dicendo: – Be’, ero là, effettivamente… ti dispiace che io sia qui?
Il principe passò una mano dietro il capo di Louis, che nel frattempo si era inginocchiato davanti a lui, e sussurrò: – Mio tesoro… – prima di spegnere il suo sorriso con le labbra. E per qualche minuto non ci fu spazio per le parole, tra i due.
Poi Louis si alzò passando una mano sulla guancia del principe, e si aggirò inquieto nella stanza.
– Lev… sono qui per una missione. E’ per questo che sono tornato dal mio viaggio. Sono stato convocato dal vecchio Alexi.
Levin lo ascoltava attentamente.
– Tu non sai niente di quello che è successo al Nord? – proseguì Louis.
– Poco… sai, di solito non presto molta attenzione a ciò che mi succede intorno… e tanto meno a ciò che succede a centinaia di chilometri di distanza. Ma se ti riferisci a un certo pazzoide di nome Cimaron, sì, ne ho sentito parlare. Mio padre diceva che sta combinando qualche disastro, su oltre la Terra Rossa. E che c’entri tu?
– Il governo di Meralba e quello di Anumix, insieme al maestro Alexi, hanno preso una decisione in base al fatto che sono le due province più importanti del Sud… e probabilmente di tutto il continente. Vogliono mandare una spedizione da Cimaron… non proprio per trattare, diciamo.
– Aspetta aspetta aspetta un momento. Non mi vorrai dire che vogliono mandare qualcuno a far fuori quell’uomo… e che tu saresti quel qualcuno?
Louis sorrise sedendosi a gambe incrociate ai piedi del biondo principe.
– Ci sei andato molto vicino. Vogliono fare esattamente quello che hai detto tu, ma io dovrò semplicemente far parte della spedizione. Non tocca a me… insomma, non sono io che devo… –
Levin sospirò, rimanendo pensieroso e muto per qualche attimo.
– Oh, innanzitutto – riprese Louis – mi raccomando, nessuno deve sapere questa storia. Il maestro Alexi ha insistito perchè nessuno lo sappia all’infuori dei partecipanti. E dei rispettivi cari, insomma.
– E tu hai accettato di fare questa cosa? Credi che sia giusta? – Non c’era astio nella voce del principe, solo curiosa provocazione.
– Be’, non è certo per Anumix e Meralba. Intendo dire, questo tizio può minacciare l’intero continente, e se mai è per questo che lo farei. Lo sai quanto amo tutta questa grande terra, la mia immensa Biggerd circondata dai mari. Ma più che altro, se devo essere sincero, è per il maestro Alexi. Non sono mai stato alla sua scuola, ma ho avuto più occasioni di incontrarlo ed è una persona che ammiro tantissimo… è un mito, per me, più che una persona. Se lui crede che sia da fare, e crede che io sia la persona adatta per questo compito, probabilmente ha ragione. E’ per questo che ho accettato.
– Bene, vedo che sei deciso – concluso Levin con un sorriso amaro. – Dunque? Quando parti?
– Domani -, rispose istantaneamente Louis, lasciando l’altro incapace di nascondere la sorpresa.
– Domani? Già? – esclamò preoccupato il principe. – Santo cielo. Domani.
Si passò le mani sul volto, riacquistando tranquillità o almeno fingendo che fosse così.
– Ah, la vita, che sorpresa. La tua vita, intendo, amore mio. Be’, ma sei grande e sai quel che fai. Non ti ho mai tenuto imprigionato fino ad ora, e ne hai affrontati di viaggi e di pericoli. Non comincerò adesso ad essere un bambino pauroso che ha paura di rimanere solo per un po’. Vai, e fai il tuo dovere… solo, torna da me. Tieniti curato, e appena hai finito corri da me e baciami, va bene? – e concluse con un bacio sulla fronte di Louis.
– Te lo prometto.
– Sì, me lo prometti. Ora sono realmente più tranquillo. Possiamo passare insieme una bella giornata, l’ultima prima della tua partenza, mio tesoro? –
– Con piacere – rispose Louis.

(continua)

Alessandro Zanardi

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