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Theremin: l’etere che suona

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Theremin: l’etere che suona

Dieci anni fa, nel 1993, moriva Leon Theremin, genio sconosciuto a molti. Theremin fu uno sperimentatore e un inventore di primissimo livello, e merita senz’altro di essere ricordato. E’ considerato il padre dei strumenti musicali elettronici, ma lo sarebbe anche dei primi esperimenti televisivi ed altro. Un singolare scienziato-spia russo.

LEON THEREMIN

La sua interessante biografia definitiva scritta, dopo 13 anni di ricerche, dal compositore Albert Glinsky, è stata di recente publicata in America. Riassumiamone i punti salienti.
Theremin (nome anglicizzato in seguito), nato a San Pietroburgo nel 1896 e morto a Mosca nel 1993, si chiamava in realtà Lev Sergeievic Termen. Studiò fisica all’università e coltivava la musica suonando molto bene il pianoforte e il violoncello: due passioni, la fisica e la musica, che sposerà presto nell’invenzione dell’eterofono, ma che da subito prese il suo nome: il theremin.
Passata la Rivoluzione Russa, Theremin iniziò lo studio di uno strumento musicale del tutto inedito perché il primo (o uno dei primissimi) ad essere privo di parti meccaniche a favore invece delle nuove possibili applicazioni della sola elettricità.
A un congresso di elettrotecnici del 1920 Theremin presentò ufficialmente l’eterofono o termenvoksa o thereminvox. Il suo principio di funzionamento era quello dell’interferenza umana di braccia e mani e falangi sulle onde radio. La cosa fece scalpore, e il theremin sarà il primo (rimasto unico) strumento (prodotto ancora oggi con caratteristiche fondamentamente uguali) ad essere suonato senza essere toccato! Si trattava di uno chassis contenente la circuitazione elettronica da cui si dipartivano due antenne, una a sinistra, in forma di maniglia, per il controllo del volume e l’altra, a destra, per la modulazione delle note, il cui suono misterioso e nuovo sembrava a metà fra il violino e la voce umana.
Il theremin ebbe dunque un successo incredibile. Ancor prima che per l’originale suono "elettrico" in anni di grandi sperimentazioni (pensiamo a tutte le avanguardie storiche del periodo), il theremin fu uno strumento rivoluzionario e affascinante per il modo di suonare del theremista, che si muoveva all’interno di un campo operativo invisibile, una sorta di cerchio magico. L’esecutore, come un solenne e immobile (quasi sacerdotale) direttore d’orchestra, coi soli fluidi movimenti degli arti superiori sembrava evocare dal nulla o da un’altra dimensione alla nostra, suoni e melodie da un aldilà per portarli al nostro umano mondo. Non per nulla, il suono "ululante" ed etereo oggi noto per essere stato associato ai fantasmi nei vecchi film del mistero, è proprio del theremin.
Lo shock culturale fu enorme. Una possibilità, quella di muoversi all’interno di un campo elettromagnetico, che verrà da Theremin estremizzata con il Terpsitone (detto anche Terpistone), una pedana su cui l’esecutore-danzatore poteva tradurre in musica l’intero movimento del corpo grazie a una base metallica che fungeva da antenna sotto i suoi piedi. Grande impressione suscitò una ballerina nel 1932 al Carnegie Hall di New York che con i movimenti del corpo suonò l’Ave Maria di Charles Gounod.
I compositori più innovativi e progressisti del periodo ne furono attratti e composero musiche per theremin, fra cui Andrei Pashchenko (A symphonic mistery, 1924, la prima in assoluto), Sergei Rachmaninoff (Vocalizzo per theremin e pianoforte), Joseph Schillinger (First airphonic suite), Edgar Varese (Equatorial), Percy Grainger (Free Music per quattro theremin), John Cage (Variation V) ed altri ancora. La RCA, che acquistò il brevetto, produrrà in tutto quattro-cinquecento strumenti, tutti costosi e destinati per lo più a insigni personalità del mondo musicale, come il direttore d’orchestra e compositore Leopold Stokowki. Anche Albert Einstein e Charlie Chaplin, entrambi violinisti a tempo perso, ne vollero uno.
Quando nel 1924 Lenin udì quel suono aereo e fascinoso, questi spedì Leon Theremin in tournée per il mondo col suo strumento, per fare propaganda ai progressi scientifici dell’Unione Sovietica. Theremin suonò il suo strumento in centinaia di serate ottenendo ovunque in Europa un clamoroso successo. A Parigi suonò, affascinandoli, davanti a compositori del calibro di Maurice Ravel e Ottorino Respighi, e le persone deluse e irrequiete per non essere riuscite a entrare in teatro dovettero essere tenute a bada dalla polizia. Dopo l’Europa, nel 1928, per Theremin arrivò l’occasione di recarsi negli Stati Uniti. A New York presentò il suo strumento ad Arturo Toscanini, a Sergej Rachmaninoff, ad Henry Ford. Vista la possibilità di fondare un’azienda negli Usa per produrre il suo strumento, Theremin decise di rimanervi. Inoltre, in patria, il clima stava cambiando e gli esperimenti d’avanguardia non erano più sostenuti e finanziati, anzi avversati sempre più dal mutante regime socialista. Secondo altri, si vuole invece che Theremin poté recarsi negli Usa con un secondo fine spionistico.
Ad ogni modo Theremin cedette presto la sua azienda alla Radio Corporation of America (Rca). Non divenne ricco, non ancora, perché correva l’anno della grande crisi (1929).
Aperta una scuola per insegnare il suo strumento (Clara Rockmore fu sua allieva e pupilla), Theremin continuò a perfezionare la sua macchina, creando tra il 1930 e il 1934 modelli con tastiera, con manico e "archetto" (il theremincello), il generatore di ritmi rithmycon e il terpsitone/terpistone. Theremin, che già negli anni Venti aveva studiato i ponti anti-gravità e condotto esperimenti sulla televisione creando un sistema meccanico di trasmissione a distanza e a colori per le immagini (dall’Urss immediatamente catalogato tra i segreti di stato), superata la crisi di Wall Street che inginocchiò l’America, divenne comunque milionario molto presto grazie alle sue performances d’avanguardia e all’invenzione di un antifurto elettrico. Sposatosi con una famosa ballerina di colore, Theremin frequentava ormai ogni sorta di "bella" personalità dell’arte, delle scienze e della finanza. Einstein duettava con lui al violino e insieme cercavano equazioni che traducessero fisica e musica. Molti registi di Hollywood vollero utilizzare il suo strumento. La gran parte delle colonne sonore dei film di fantascienza furono affidate al suono elettronico del theremin (su tutti esemplare è quella di "Ultimatum alla terra"). Esemplari colonne sonore per theremin restano quelle di "Spellbound" di Alfred Hitchcock e "The lost week-end" di Billy Wilder composte da Miklos Rosza, nonché la colonna sonora di "Alice nel paese delle meraviglie" (Walt Disney). Ma Theremin non godrà di questi ulteriori successi degli anni ’50 e ’60 perché, improvvisamente, nel 1938, scomparve. Nel 1945 apparve sui giornali la notiza del suo decesso e a lungo venne in occidente creduto morto; fino al 1961, quando fu casualmente citato in un giornale russo. Theremin era ancora vivo, abitava a Mosca. Secondo alcuni la sua scomparsa fu da imputare a un sequestro ad opera dell’Nkvd (il futuro Kgb), mentre per altri si trattò di un suo ritorno volontario in patria per sfuggire ai molti creditori. Comunque andò, Theremin in Russia non ebbe più vita mondana e di successo: processato per propaganda anti-sovietica, fu mandato per sette anni in un gulag siberiano. Gli uomini del regime, resisi meglio tardi che mai conto di quell’ingegnoso potenziale, costrinsero Theremin a lavorare in un laboratorio segreto degli Affari interni, e su richieste di Lavrenti Beria, dovette partecipare all’invenzione di microfoni spia e, in particolare, delle cosiddette cimici, una delle quali si dice abbia funzionato a lungo nell’ufficio dell’ambasciatore americano a Mosca.
Grazie a questi suoi servizi all’impero sovietico, Theremin fu infine riabilitato e dal 1966 lavorò al Conservatorio di Musica sviluppando altri modelli, anche polifonici, del suo ormai mitico strumento. Nel 1991, grazie a John Chowing, l’inventore della tecnica di Sintesi per Modulazione di Frequenza, commercializzata nei famosi strumenti Yamaha dela serie DX) e del regista Steve Martin, Theremin tornò in visita negli Usa per una serie di conferenze e uno storico concerto alla Stanford University insieme ad altri grandi inventori di strumenti elettronici innovativi, fra cui Don Buchla, Robert Moog e Tom Oberheim. Prima di morire, nel novembre del 1993, Theremin ebbe tempo di vedere il revival del suo strumento, sempre più ampiamente utilizzato anche nel pop (dai Beach Boys di Good Vibration ai Led Zeppelin, da Tom Waits a Jean Michelle Jarre (più recentemente ne fanno buon uso B-Shops e Supergrass). Morì il giorno dopo la prima americana di "Theremin, un’odissea elettronica", un film documentario dedicato alla sua ricca storia.
Theremin seminò molto grazie alla sua invenzione e, anche se indirettamente, gli dobbiamo perfino gli attuali sintetizzatori. Un certo Robert Moog ancora ragazzo si costruì una copia di theremin copiandone lo schema da una rivista. E Moog sarà di lì a poco l’inventore del primo sintetizzatore, il Moog appunto. La Big Briar, industria americana di Moog, ne costruisce tuttora vari modelli, vendendoli per altro via internet in scatola di montaggio (al prezzo base ormai accessibile di circa 300 dollari).

LO STRUMENTO

Senza entrare troppo in particolari di difficile comprensione a chi non abbia conoscenze di elettronica, il Theremin Etherwave è uno strumento composto di circuiti risonanti. Un circuito risonante è formato da un condensatore e da un induttore. Questo circuito offre la particolarità di modificare l’impedenza elettrica all’interno di una circoscritta banda di frequenza. Avvicinando la mano all’antenna del theremin si crea un condensatore variabile formato da antenna, aria attorno all’antenna e mano. Il movimento della mano permette quindi di controllare il volume del suono e l’intonazione di note comprese in quattro ottave e mezza attorno al do centrale.
Negli strumenti originali, per il controllo del volume, era impiegato un circuito valvolare: ogniqualvolta la mano sinistra si avvicinava all’antenna di sinistra, il filamento della valvola si raffreddava e passava meno segnale all’amplificatore di uscita; quindi il suono risultava sempre più flebile fino al silenzio. L’inerzia valvolare, tuttavia, rendeva assai difficile ottenere articolazioni rapide e nervose, ora facilmente realizzabili con i transistor degli apparecchi a stato solido. Ma questa non era la sola difficoltà che si incontrava nel suonare il theremin. Per suonarlo il theremista doveva… deve (ancora oggi con le versioni moderne) posizionarsi di fronte allo strumento rimanendo assolutamente immobile con il corpo, poiché ogni suo minimo movimento, o dei presenti nel raggio di un metro, producono bruttissime variazioni di intonazione. La distanza tra busto/spalle e antenna deve consentire al braccio destro di distendersi tutto fino a sfiorare con la punta delle dita l’antenna della melodia detta pitch antenna. Le note sono create (evocate) dunque dal variare della distanza tra la pitch antenna e la mano destra e le falangi. Alle note più gravi corrispondono distanze più ampie della mano dalla pitch antenna, a quelle più acute movimenti sempre più lievi spostamenti delle cinque dita. Questo vale per tutti gli strumenti (basti pensare ai tasti della chitarra, su cui le note più acute sono comprese via via in tasti sempre più stretti). Il theremin consente inoltre alcuni effetti, come il crescendo/decrescendo del volume, staccati e ribattuti e, resi famosi dai B-movies degli anni ’50 e ’60, vibrati e bendings (glissandi).

IL RITORNO DEL THEREMIN

Nonostante sia uno strumento musicale monofonico e melodico, il theremin ha una sonorità unica anche se ormai imitabile dai moderni sintetizzatori (vedi Portishead in brani come Humming e Mysterons). In realtà non stiamo assistendo a un ver’e proprio ritorno al theremin, perché – cosa più unica che rara nella storia degli strumenti musicali elettrici o elettronici ormai obsoleti, Hammond a parte – il theremin ha continuato a esercitare fascino nel corso di ogni decade del Novecento, trovando appassionati, cultori, curiosi che ne hanno fatto uso qua e là. La sua diffusione di massa, a parte i promettenti inizi, è stata limitata soprattutto dai costi delle macchine (ora non più) e dalla quasi mostruosa, scoraggiante difficoltà di essere suonate. L’ aspirante theremista deve esercitarsi duramente, imparando ad automatizzare almeno le posizioni di base.L’uso dello strumento richiede disciplina ferrea e motivazione profonda per la gestione corretta del suono e della melodia che pochi sono stati e sono a tutt’oggi coloro in grado di suonarlo davvero al di là di una facile effettistica "spiritata".
Famose theremiste si ricordano Lucie Bigelow Rosen, moglie di un banchiere filantropo, ella stessa mecenate e finanziatrice di Theremin. Poi Clara Rockmore, violinista sperimentatrice, la più grande esecutrice e virtuosa dello strumento. Fu grazie a lei che il theremin vinse ogni ostracismo accademico, conferendo allo strumento elettronico la piena dignità di strumento musicale. E’ reperibile in commercio un suo CD per l’etichetta Delos intitolato "The art of theremin" (1975) che raccoglie brani di musica classica adattati per theremin e pianoforte.
Attualmente la maggiore esecutrice di theremin è Lydia Kavina, pronipote e allieva di Leon Theremin. Al suo attivo ci sono numerosissimi concerti e apparizioni televisive e radiofoniche. Lydia Kavina è donna colta dei nostri tempi e non disdegna la buona musica in qualsivoglia forma le si presenti, anche "pop/rock" (ha suonato con Tom Waits). Ha eseguito inoltre parti della colonna sonora del film "Ed Wood" di Tim Burton e nel 1999 ha pubblicato il cd "Music from the ether".
L’apparizione forse più famosa (e indiavolata) del theremin è sicuramente nel film "The song remains the same" dei Led Zeppelin, dove Jimmy Page, durante "Whole lotta love" si diverte a evocare dall’oltretomba inquietanti ululati spettrali.

Davide Riccio

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