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La Danza del Gabbiano – Andrea Camilleri

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Pagg.267 Euro 13 Sellerio Editore

La morte di un gabbiano che, prima di spirare definitivamente, si gira su se stesso come se ballasse, con il becco issato verso il cielo, è per il commissario Montalbano un sinistro presentimento. Infatti, in giornata, viene a sapere che non si trova l’ispettore  Fazio, il suo uomo di fiducia, visto l’ultima volta al porto.  Viene rinvenuto all’interno di una grotta, con un trauma cranico e le ricerche portano al ritrovamento, all’interno di due pozzi, di altrettanto cadaveri. Indagine complessa e delicata, che coinvolge tout-court, il commissario. Chi e perché ha rapito Fazio per ucciderlo? Con chi ha avuto rapporti il poliziotto  prima del suo ritrovamento? e, ancora, chi sono i due cadaveri rinvenuti per caso? Lo scrittore, come al solito, non si smentisce. Riesce, pur  tra le difficoltà burocratiche e a quelle private legate al  legame con la storica fidanzata Livia che va scemando, a ricostruire, grazie all’aiuto di Angela, una infermiera della mafia che fa finta di innamorarsi di Salvo, le vicende, a ricomporre il mosaico a individuare e ad far arrestare i due esecutori materiali degli omicidi. Ancora una volta, Camilleri non si smentisce. Dimostra di essere in possesso di una vena letteraria inesauribile, dà vita ad una trama articolata e corposa, a delineare un contesto dove nessuna cosa  viene lasciata al caso. Mette in scena un giallo perfetto con personaggi consistenti, intrighi seducenti, tratteggiando benissimo i personaggi che animano questo romanzo; dal ballerino Filippo Manzella, alla stessa Angela, ad oscuri personaggi che popolano Vigàta. Esilaranti sono i dialoghi interpersonali dello stesso protagonista.  Il giallo è, come sempre per lo scrittore siciliano, un pretesto per esprimere la sua idea dell’Italia di oggi e della classe politica. Basti pensare alle foto che raffigurano il sottosegretario Di Santo con il boss Franco Sinagra, foto che, secondo Camilleri-Montalbano, non dimostrano, purtroppo,  niente perché” qualsisiasi cosa fanno i nostri onorevoli oramà se ne fottono dell’opinione pubblica. Si drogano, vanno a buttane,fanno affari con la mafia, e che gli può succederi? Massimo massimo se ne parla per tri jorni  e poi tutti si scordano di loro,  ma fanno pagare lo scandalo a chi lo ha sollevato”. Un ritratto di una nazione decisamente amaro, un’Italia che, per lo scrittore, è decisamente allo sbando politico ed intellettuale, priva di valori e di ideologie, concentrata solo sulla rincorsa al  denaro e  potere.

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