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Accoglienza e autorità nella relazione educativa

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Charlie Barnao e Dario Fortin

Spesso le sfide educative si giocano intorno alla dicotomia accoglienza e autorità.
Sappiamo bene quanto nell’esperienza quotidiana  molti educatori e insegnanti conoscano la difficoltà di tenere insieme i due aspetti ponendosi in un eccessivo autoritarismo, per condurre la relazione educativa all’interno dei binari della direttività, oppure in una accoglienza superficiale dei bisogni dei ragazzi, che, pur di salvare il rapporto amicale con loro, a volte sacrifica le mete da fare raggiungere in un cammino che può essere inevitabilmente faticoso.
Il libro Accoglienza e autorità nella relazione educativa vuole offrire una serie di contributi di diversi autori sul rapporto tra questi due aspetti, senza pretendere di offrire una risposta esaustiva su questo argomento, ma semplicemente presentando diverse voci e diverse esperienze.
Esso è frutto di un convegno che si è tenuto a Trento nell’Aprile del 2007 dal titolo appunto L’autorità nell’educazione, che ha coinvolto alcuni esperti di scienze dell’educazioni che sviluppavano il tema da punti di vista disciplinari diversi.
La prospettiva integrata e multi-disciplinare è, in effetti, una delle caratteristiche più interessanti di questo libro: per i curatori di questa raccolta di saggi il rapporto tra permissivismo e autoritarismo è, in effetti, scioglibile solo dal punto di vista di differenti modi di guardare alla realtà, che vengono affrontati dai diversi autori.
Si va da quello sociologico a quello psicologico; da quello filosofico a quello storico; da quello antropologico a quello pedagogico per approdare a quello sociale e, addirittura, teologico.
In generale, le prospettive presentate nel testo vengono accomunate da alcuni nodi fondamentali, che si possono riassumere nella metodologia fenomenologica ed esperienziale di uno dei più importanti esponenti della psicologia umanista del XX secolo, che è Carl R. Roger.
Con il suo “approccio centrato sulla persona” Roger propende per una visione non direttiva della relazione educativa dove il principio di autorità educativa viene in un qualche modo riformulato.
Il fatto che la prospettiva rogersiana sia alla base dei  contributi presenti nel libro è testimoniato anche dalla prova che i saggi sono introdotti da un’intervista a padre Passalacqua, psicologo gesuita e allievo di Roger, che presenta questo metodo educativo e che conclude proprio con una riflessione sull’esercizio dell’autorità nell’educazione.
Dopo l’introduzione con questa intervista, il libro è diviso in due parti.
La prima raccoglie come dicevamo tredici saggi di alcuni autori che vogliono riflettere sul tema da diversi punti di vista: i curatori hanno voluto rispettare la prospettiva multi-disciplinare lasciando ai relatori piena libertà di condurre il tema dalla loro prospettiva senza preoccuparsi di armonizzare contributi che in effetti trattano di temi a volte molto diversi, come quello delle punizioni in educazione, del ruolo e dell’identità dell’educatore, del metodo auto-biografico per facilitare una migliore conoscenza di sé in chi chiede aiuto nella relazione educativa.
La seconda parte, più breve in cinque saggi, presenta, invece, diverse esperienze di educazione che cercano di essere una concretizzazione dello stile educativo che si vuole fare emergere.
Molto significativa, in questa parte, è la presentazione delle attività di Villa Sant’Ignazio, una realtà associativa di Trento che fa capo ai Gesuiti, e che si pone come luogo di elaborazione di stili educativi e di accoglienza di diversi bisogni multi- disciplinari e multi – culturali.
Il convegno del 2007 si è svolto proprio nella sede di questa esperienza e molti autori, che hanno collaborato nella stesura del libro, lavorano all’interno di questa realtà associativa.
Il testo, in definitiva, è una lettura interessante per ascoltare diverse voci e per conoscere diverse esperienze che si interrogano su un argomento così interessante per le sfide educative di oggi.
E’ rivolto in primo luogo a studenti universitari che studiano argomenti legati alle scienze dell’educazione, ma in generale la prospettiva si può allargare a tutti gli operatori che hanno a che fare con relazioni educative, non solo appunto educatori e insegnanti, ma anche assistenti sociali, medici e psicologi.
L’obiettivo, infatti, è proprio quello di favorire la riflessione su come migliorare la qualità dei rapporti tra le persone e, per questo motivo, l’interesse su questo testo può riguardare anche una fascia più ampia di persone.

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