“Il mondo è bello perché è vario” recita un saggio antico, ma non sempre la diversità è un pregio agli occhi del mondo. Lo avevamo già percepito nelle prime “puntate” del racconto, quando si ci interrogava in maniera più o meno filosofica sulla diversità e sull’accettazione da parte del mondo di un essere umano “mutato” diversamente abile in quanto abile in cose diverse.
La tradizione del fumetto, portata sul grande schermo dalla Marvel, vuole da sempre inscenare gravi drammi psicologici che tormentano esseri in corpi “mostruosi”, esteticamente perfetti ma con poteri superiori a quelli dell’uomo. Che essi siano buoni o cattivi, da temere o rispettare, la loro diversità viene sempre associata ad un animale (Batman, spiderman, Wolverine, Sabretooth) un essere che li rende speciali, una sorta di totem che cambia completamente le loro vite e li rende temibili.
Di certo Wolverine non si dimostra all’altezza delle aspettative, anzi, il film si perde nella banalità degli errori e soprattutto nella scarsa cura degli effetti speciali, sottovalutati soprattutto nelle varie scene di combattimento. Eppure Logan, ovvero Wolverine, ha una vita piena e prolifica e un passato misterioso che lo rendono adatto a diventare il protagonista di drammi e futuri sconvolgimenti oltre che un personaggio carismatico oltremisura. Tormentato ed in lotta con se stesso, animato dalla vendetta ma non dominato da essa, X-Men dovrebbe giungere al suo compimento con questo episodio mentre nella realtà getta solo un ulteriore tassello nella mischia senza rivelare nulla di veramente sensazionale.
Hugh Jackman ritorna nel ruolo che lo ha reso famoso: un’implacabile macchina da guerra indistruttibile, artigli di adamantio e una furia spaventosa ma anche un essere umano profondamente traumatizzato dal suo passato e dalle scelte erronee che lo hanno costellato e reso così distante; tradito nei suoi affetti, tormentato nella sua identità, Logan resta una dinamica interessante da esplorare. Il film si traduce più in un tentativo di aprire le porte a variegati scenari che altro. Con la presentazione di nuovi buoni e cattivi e di personaggi prima inesplorati la Marvel batte il terreno per il possibile arrivo di nuovi spin-off basati su questi nuovi esseri. Wolverine serve insomma, da apri-porta, dà così origine ad una serie di possibili scenari e apre la possibilità di percorrere diverse strade e raccontare molte altre storie che ci porteranno poi ad approdare alla scuola per giovani dotati del professor X. Un tassello che non può mancare in chi cerca di ricostruire la storia fantastica degli X-men, ma che non rappresenta minimamente una svolta geniale.