Dare inizio ad un’attività imprenditoriale non è impresa da poco, soprattutto a causa della necessità di forti investimenti iniziali. Spesso le migliore idee nascono dall’entusiasmo di giovani leve, appena inserite nel mondo del lavoro, le cui possibilità economiche sono piuttosto scarse. Per questo motivo, grazie all’aiuto di strutture pubbliche e private, è stato possibile realizzare, in tutta Italia, una serie di incubatori d’impresa, i cosiddetti BIC (Business Innovation Centre), che aiutano le giovani imprese emergenti per innovazione, a trovare spazio e opportunità per uno sviluppo adeguato alle loro possibilità.
I BIC sono veri e propri contenitori di idee ad alto potenziale che necessitano di aiuto nello sviluppo; essi raccolgono imprese neonate ed offrono loro assistenza materiale ed intellettuale. Gli incubatori assicurano affitti e strutture all’avanguardia a prezzi più che competitivi, e offrono la possibilità di accedere a personale altamente qualificato nelle tematiche di sviluppo dell’innovazione. A causa del trend mondiale, gli incubatori tendono a dare priorità d’analisi alle idee imprenditoriali a carattere fortemente innovativo di solito nel campo dell’informatica o delle biotecnologie.
Raccogliere sotto un unico tetto diverse imprese dello stesso settore si traduce in più di un vantaggio. Oltre all’ottenimento di personale qualificato nell’assistenza e di strutture adeguate alle necessità ed alle possibilità di un’azienda in forte crescita, i giovani imprenditori possono aiutarsi a vicenda, fornendosi servizi specialistici a vari livelli.
Accedere ad un incubatore così sono chiamati i BIC, non è, però, così semplice, a causa del relativamente ridotto numero di strutture. L’idea imprenditoriale che desidera candidarsi deve, per prima cosa, passare al vaglio dei responsabili del progetto BIC per cui si fa richiesta; essi ne analizzano la fattibilità tecnica, economica e finanziaria. Una volta accettato il progetto, l’incubatore si impegna a seguire le successive fasi di crescita dell’azienda e accelerarne il più possibile il percorso.
Grazie ai tassi agevolati (di affitto), alle strutture condivise (che abbassano i costi e garantiscono servizi) e all’esperienza di supporto dei team di consulenti dei centri, in pochi anni le aziende sono capaci di lasciare queste strutture d’appoggio e camminare sulle proprie gambe. Le idee supportate da un incubatore, secondo le statistiche, hanno più facilità nel reperimento dei fondi per successive fasi di sviluppo, l’accesso al BIC infatti, è garanzia di qualità dell’impresa e viene visto di buon occhio da eventuali investitori esterni e futuri cui le aziende si rivolgeranno durante il loro percorso.
In Italia gli incubatori sono molteplici e a vario carattere: alcuni hanno forma privata, altri pubblica. Il Cirlab, ad esempio è il primo BIC privato finanziato dal gruppo De Benedetti; in aggiunta a queste iniziative d’investimento personale operate da gruppi e società, ogni regione si adopera per dare vita ad almeno un centro regionale di sviluppo, spesso grazie all’appoggio di centri universitari già impegnati in progetti di start-up e sviluppo esterno. Alcune delle iniziative sono riservata a specifiche categorie di lavoratori considerati a rischio come nel caso del CFI che fornisce sostegno alle imprese figlie di lavoratori cassaintegrati, licenziati o che comunque rischino concretamente di essere espulsi definitivamente dal mercato del lavoro a causa di età ed altri fattori.
Per le finalità dei centri d’innovazione il tempo massimo di permanenza all’interno della struttura non può superare i 6 anni (con una formula 2+2+2). Questa decisione sembra supportata dai dati che mostrano un periodo medio di permanenza di 3,7 anni. Il 90% dei progetti che si appoggiano a questo servizio sopravvive senza problemi anche all’esterno della struttura. In Italia esistono un totale di 130.000m2 dedicati ai BIC (con 630 postazioni disponibili). Per chi volesse approfondire l’argomento un elenco dei BIC italiani può essere reperito al sito ufficiale di coordinazione dei progetti visitando l’indirizzo http://www.bic-italia.net/documento.asp .