Avevano abbandonato la festa dove si stava stancamente consumando il solito rituale, per iniziare un nuovo gioco, antico come il mondo.
Lui si accese un’altra sigaretta, l’ennesima. Ormai non aveva più alcun dubbio sui danni provocati dal fumo, eppure questa consapevolezza gli provocava un ulteriore sottile piacere.
Intanto continuava a parlare, con voce calma e profonda, le parole uscivano fluide, eleganti. Gli argomenti erano importanti, leggermente inadeguati all’occasione. Lei aveva accettato volentieri la sigaretta che le era stata offerta e l’aveva accesa con grazia allusiva. Di solito non fumava ma ora godeva questo momento come una piccola trasgressione.
Era una sera importante che avrebbe segnato la vita e il destino di molti sull’intero pianeta. Ma loro erano lontani, forse si sentivano in qualche modo eterni, potevano quasi sentire nell’aria il respiro vitale di tutti coloro che li avevano preceduti.
In fondo il motivo di questo affannarsi non era altro che un numero, aggiunto al calendario con inopportuna precisione.
Ma a volte ci sono fatti o avvenimenti ai quali attribuiamo un valore simbolico solo per mascherarne l’insensatezza e la gratuità, per conferire loro un significato e custodirne in silenzio il ricordo.
Lui aspirò un’altra boccata di fumo, ora ascoltando Lei che parlava e fu allora che ebbe come un’impercettibile esitazione che però non passò inosservata.
Improvvisamente nessuno parlò più, Lui si girò di scatto incapace di sostenere lo sguardo dubbioso di Lei, adesso avrebbe voluto solo avvicinarsi, stringerla a sè, e restare lì ad ascoltare il silenzio.
Lei gli sfiorò una mano come a rassicurarlo di avere capito.
Intanto il tempo passava, inesorabile. Un’altra sigaretta. Un pacchetto vuoto. E’ quasi mezzanotte.
Due persone escono insieme nell’aria fredda di quella notte di
Dicembre, qualcuno giura di averli visti tenersi per mano, ma questo non ha molta importanza.
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