
GleAM Records è orgogliosa di annunciare l’uscita di Second Try, album del sestetto fiorentino Saihs, disponibile in download/streaming digitale e in formato cd con distribuzione IRD International, Galileo Music, Site Music e Believe Digital
Second Try è anche il titolo del singolo composto da Giulio Barsotti che esplora i territori della densità ritmica, dando vita a un brano che si sviluppa con una tensione in costante ascesa, una composizione costruita attorno ad una ricerca sonora che mira all’esplosione continua, solo brevemente interrotta da un momento distensivo, prima di riaccendersi con nuova forza.
Personnel
Matteo Zecchi tenor saxophone
Giulio Mari trumpet
Giulio Tullio trombone
Lorenzo Fiorentini piano
Giulio Barsotti doublebass
Edoardo Battaglia drums
GleAM Records 2025
SAIHS
Biografia
Nel panorama musicale italiano, “Saíhs” è una delle formazioni jazz emergenti più riconosciute a livello nazionale. Il sestetto, nato a Firenze nel 2023, ha ottenuto il Primo Premio nel Concorso per jazz band “Chicco Bettinardi” nel febbraio 2024 e, nel luglio 2023, il Primo Premio del Concorso per gruppi organizzato dall’Eddie Lang Jazz Festival.
“Saihs” ha inoltre partecipato alle fasi finali dei concorsi italiani per jazz band più importanti quali: Conad Jazz Contest, Premio Isio Saba, Barga Jazz Contest, Fara Jazz Contest, Nu Jazz Contest e Onyx Jazz Contest. La band propone un repertorio jazz di brani originali, che ha come riferimento le sonorità del jazz moderno e contemporaneo, e di arrangiamenti di standard della tradizione jazzistica.
Individualmente, ciascun componente del gruppo collabora, o ha collaborato, con i seguenti artisti: Steven Feifke, Camille Bertault, Veronica Swift, Julien Alour, Benny, Benack III, Alex Sipiagin, Ethan Iverson, Peter Washington, Dan Weiss, Fabrizio Bosso, Javier Girotto, Rosario Giuliani, Nico Gori, Giovanni Falzone, Max Ionata, Michele Polga, Dario Cecchini, Cristiano Arcelli, Alfonso Santimone, Massimo Morganti, Roberto Rossi e altri. In passato hanno collaborato come solisti, sideman o in formazioni orchestrali, ad Umbria Jazz Festival, Pescara Jazz, “Casa del Jazz”Festival, JazzMi, Treviso Jazz Festival e molti altri.

Intervista
Davide
Ciao. “Distopìa” è il vostro primo album? Come è nato questo sestetto, grazie a quali affinità e idee programmatiche?
Sahis
Distopia è il nostro primo album, e rappresenta il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2023, quando è nato il sestetto. Il progetto è nato dall’incontro tra musicisti provenienti da contesti diversi, ma con la stessa curiosità verso la ricerca e l’improvvisazione. Ci siamo conosciuti grazie a Giulio Barsotti, il contrabbassista del gruppo, che ci ha messi in contatto alla Scuola di Musica di Campi Bisenzio. Da lì abbiamo iniziato a lavorare insieme con l’idea di costruire un linguaggio comune di jazz contemporaneo, che unisse le nostre esperienze e personalità musicali.
Davide
Cosa significa il nome “Saihs”?
Saihs
Saihs viene dal gotico antico e significa sei. Abbiamo scelto questo nome per rappresentare l’unione di sei personalità musicali diverse e perché il numero evoca equilibrio e completezza, caratteristiche che ritroviamo nel nostro modo di suonare insieme. Il riferimento al gotico richiama l’antichità e la tradizione, un punto d’incontro tra radici arcaiche della lingua europea e la modernità, proprio come la nostra musica.
Davide
Quali sono le idee musicali portanti di “Distopia” e cosa principalmente lega le dieci composizioni, formando quale percorso ideale?
Saihs
Le idee musicali del disco nascono dall’incontro di diverse influenze. Brani come Second Try, o Iram mostrano contaminazioni da altri generi, mentre pezzi come Trattenuta o Did You Cross The Line evidenziano la parte più contemporanea, ma anche legata alla tradizione, del jazz. Il percorso che abbiamo voluto seguire rispecchia le nostre personalità diverse, che si mettono al servizio di un unico obiettivo: far suonare il sestetto come se fosse un solo musicista.
Davide
Perché “Distopìa”? Pensate a una probabile società futura (o già presente) indesiderabile e sbagliata; e a fare da contraltare negativo a quale utopia del passato? Cosa avvertite di negativo nelle scelte politiche, sociali, tecnologiche e nondimeno artistiche e musicali o altro di oggi?
Saihs
Il nome nasce dalla volontà di riflettere su una società futura (o già presente) che ci sembra problematica, con scelte politiche, sociali, tecnologiche e culturali che a volte percepiamo come poco empatiche e troppo individualiste. Allo stesso tempo, è un contrappunto alle utopie del passato, quei progetti ideali di società migliore che spesso hanno ispirato l’arte e la musica.
Ma Distopia è anche un concetto musicale: il disco nasce dall’incontro di sei personalità diverse, che si contaminano reciprocamente e con influenze da generi lontani dal jazz. La distopia che creiamo è quindi sonora: conflitti, contrasti e tensioni emergono dalla diversità dei nostri approcci, ma l’obiettivo finale è farli convivere, far suonare il sestetto come un unico organismo musicale.
Davide
Come nascono i vostri brani? Sul cd non è riportato il nome degli autori dei brani. Chi sono dunque gli autori delle composizioni e come, al di là della firma di un singolo, ogni brano viene poi ri-composto, comunque arrangiato, attraverso il contributo di tutta la formazione? Insomma, qual è stato il vostro processo compositivo e, nondimeno, improvvisativo affinatosi nel tempo fino ad oggi?
Saihs
Emulazione I e Trattenuta sono di Matteo Zecchi, How Many Times Did You Cross the Line? è una suite di Giulio Tullio, Distopia è di Lorenzo Fiorentini, che ha arrangiato anche Celia, e Iram è di Giulio Mari. Second Try e Sette sono di Giulio Barsotti. Le idee compositive arrivano talvolta già abbastanza strutturate, altre volte solo abbozzate: il processo creativo si sviluppa insieme, in un dialogo musicale continuo che ci aiuta a definire la direzione di ogni brano. Cominciamo a suonare, scrivere le parti o a fare nostro un brano di uno di noi, e il risultato è sempre frutto della collaborazione. Dopo anni di esperienze professionali e personali, questo momento collettivo ci riporta in un’unica dimensione compositiva e improvvisativa, permettendoci di creare un linguaggio unico che esprime tutti noi insieme.
Davide
Come viene da voi condiviso e pensato il solismo all’interno della musica d’insieme?
Saihs
Gli interventi solistici sono uno degli elementi di forza della nostra musica. Siamo fortunati perché ciascun componente del sestetto ha una precisa identità solistica, messa al servizio dell’intero gruppo. Cerchiamo sempre di ricamare gli spazi necessari per cui la personalità di ciascuno di noi possa emergere con chiarezza. Ci piace però, a volte, metterci alla prova in contesti improvvisativi che escono dalla comfort zone. Trattiamo l’improvvisazione sì come uno spazio di libertà compreso nella forma del brano, ma non perdiamo mai di vista la possibilità di aprire del tutto la struttura del pezzo, assecondando l’imprevedibile bellezza dell’improvvisazione. Nei nostri brani il solismo non è mai separato dall’insieme: nasce dal contesto del gruppo e dal dialogo tra tutti. Cerchiamo sempre che il solista si integri nel flusso collettivo, in modo che anche il momento in cui uno prende la parola rimanga parte di un linguaggio condiviso. Inoltre, gli arrangiamenti sono molto strutturati, dove il momento individuale è sempre a servizio della composizione.
Davide
Dal 2023, anno di costituzione del gruppo, ad oggi avete ottenuto alcuni primi premi e avete suonato in molti importanti contesti. Molte anche le collaborazioni dei singoli con altri artisti. In che modo queste esperienze hanno contribuito alla crescita del sestetto e alla genesi di “Distopìa”, quindi di un vostro repertorio originale?
Saihs
I premi vinti e le occasioni di suonare in contesti importanti ci hanno permesso di confrontarci con diverse realtà musicali e di affinare la nostra capacità di ascolto e interazione. Allo stesso tempo, le collaborazioni dei singoli con altri artisti hanno portato nuove idee, influenze e approcci, che si sono mescolati al nostro modo di suonare. Tutto questo ha contribuito direttamente alla genesi di Distopia, permettendoci di sviluppare un repertorio originale in cui le nostre esperienze e i nostri sogni si incontrano, creando un linguaggio comune e riconoscibile per il sestetto.
Davide
Il jazz moderno non è un singolo stile, ma un termine generico che indica l’evoluzione del jazz dopo il periodo classico e include vari sottogeneri che sono emersi nel tempo. La tendenza attuale è l’ulteriore evoluzione verso la contaminazione con altri generi, l’uso della tecnologia e la ricerca di nuove sonorità o cosa? Cos’è oggi per voi il jazz moderno?
Saihs
Per noi il jazz moderno, o meglio contemporaneo, non è un singolo stile definito, ma piuttosto un approccio aperto e in continua evoluzione. Va oltre le forme classiche del jazz e include diverse tendenze e sottogeneri. Oggi lo vediamo come uno spazio in cui contaminazioni con altri generi, l’uso della tecnologia, la ricerca di nuove sonorità e il dialogo tra tradizione e contemporaneità convivono. È un linguaggio flessibile, che permette a ciascuno di noi di esprimere la propria personalità musicale pur restando parte di un insieme coeso.”
Davide
Se è vero che la musica può avere un impatto sociale importante, agendo come linguaggio universale che supera le barriere culturali e linguistiche, che tipo di strumento è per voi, a supporto di quali obiettivi?
Saihs
Per noi la musica è uno strumento di comunicazione e condivisione: permette di abbattere barriere culturali e linguistiche e di creare connessioni immediate tra le persone. Non la vediamo solo come intrattenimento, ma come mezzo per raccontare storie, esprimere emozioni e riflettere su tematiche sociali. E in questo caso, l’asemanticità della musica strumentale lascia aperte molte strade interpretative ed emotive, elemento tra i più affascinanti della musica.
Davide
Cosa seguirà?
Saihs
Abbiamo già iniziato il tour di presentazione di Distopia, anche grazie alla vittoria del Conad Jazz Contest a Umbria Jazz, che ci ha aperto le porte di palchi importanti come il Blue Note di Milano, la Casa del Jazz di Roma e l’Umbria Jazz Winter. Parallelamente stiamo lavorando al secondo album, che segnerà una virata verso la produzione musicale e la musica elettronica, pur mantenendo le radici del jazz contemporaneo che abbiamo sviluppato nel primo disco.
Davide
Grazie e à suivre…