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Intervista con Gracenoteduo

10 min read

 Esce il primo album del Gracenoteduo, Tiaré e monoi per Filibusta Records (distrib. fisica I.R.D., distrib. digitale Altafonte Italia), progetto di Grace Falcone e Raffaele Sargenti.

 Gracenoteduo nasce a Bologna nel 2010 dall’incontro di due musicisti, Grace Falcone, pianista e cantante viestana, e Raffaele Sargenti, chitarrista e compositore perugino, entrambi emiliani di adozione e ora residenti nel Gargano, con esperienze diverse tra loro che variano dalla forma canzone all’elettronica.

I due artisti in questo progetto decidono di fondere le proprie esperienze musicali in uno stile acustico raffinato e passionale allo stesso tempo. Il duo combina in modo originale i ritmi e le atmosfere della musica latina (bossanova, samba, fado, morna, flamenco, tango, bolero) con la melodia della canzone d’autore italiana.

L’incontro Grace e Raffaele non lo ricordano con esattezza. Ma da allora coltivano un duo musicale fatto di fioriture improvvise e acciaccature d’inciampo, come la vita. Come artisti restano in cammino. Il viaggio continua sempre tra suoni, ritmi e profumi che sanno di altrove. Tiaré e monoi è il loro primo disco di inediti e tre reinterpretazioni. I brani originali fotografano momenti di vita alle prese con speranze e disillusioni, quotidianità ed evasione, leggerezza e nuove consapevolezze.

Ufficio stampa: Carlo Cammarella

Dal booklet…

 Tiaré e monoi: basta un fiore, o un profumo, per scivolare fuori dal Tango stress quotidiano, e lasciarsi cullare da un sogno. È allora che si apre lo spazio dell’immaginazione, dove il sole si posa quieto su un foglio, e nasce un Acquarello. Può succedere Stamattina, anche se il cuore pesa per amori in bilico, per parole non dette, o per un incontro mancato – magari per colpa di un autobus che non è mai passato alla fermata di Jean Boulogne. Ma poi, come un lampo gentile, arriva la bellezza: “l’ho Vista da qui” – verrebbe da dire – dove ci perdevamo insieme tra silenzi e risate, Io e il mare. Certo, non è sempre facile. A volte serve allontanarsi, rincorrersi e scontrarsi per ritrovare l’armonia – come in una Samba di due note. Ma ci sarà tempo per raccontarlo, magari tra un brindisi e una confidenza, Stasera a cena, con gli amici di sempre. E quando scende la notte, e il giorno si arrotola piano dietro l’orizzonte, la musica diventa rifugio, la voce carezza. Perché ogni Melodia, se nasce dal cuore, sa come non farsi distHorta. E allora, come Rosalina, canteremo ancora, finché muore il sole…

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Gracenoteduo nasce da un incontro, forse a Bologna, forse su un’isola deserta.

Grace e Raffaele non ricordano con esattezza. Ma da allora coltivano un duo musicale fatto di fioriture improvvise e acciaccature d’inciampo, come la vita.

Oggi vivono nel Gargano, ma restano in cammino. Il viaggio continua, tra suoni, ritmi e profumi che sanno di altrove. Questo è il loro primo disco.

Tiaré e monoi: basta un fiore, o un profumo, per scivolare fuori dal “Tango stress” quotidiano, e lasciarsi cullare da un sogno.

È allora che si apre lo spazio dell’immaginazione, dove il sole si posa quieto su un foglio, e nasce un “Acquarello”.

Può succedere “Stamattina”, anche se il cuore pesa per amori in bilico, per parole non dette, o per un incontro mancato, magari per colpa di un autobus che non è mai passato alla fermata di “Jean Boulogne”.

Ma poi, come un lampo gentile, arriva la bellezza: “l’ho vista da qui” (verrebbe da dire) dove ci perdevamo insieme tra silenzi e risate, “Io e il mare”. Certo, non è sempre facile.

A volte serve allontanarsi, rincorrersi e scontrarsi per ritrovare l’armonia, come in una “Samba di due note”.

Ma ci sarà tempo per raccontarlo, magari tra un brindisi e una confidenza, “Stasera a cena”, con gli amici di sempre.

E quando scende la notte, e il giorno si arrotola piano dietro l’orizzonte, la musica diventa rifugio, la voce carezza. Perché ogni Melodia, se nasce dal cuore, sa come non farsi “distHorta”.

E allora, come “Rosalina”, canteremo ancora, finché muore il sole…

(Note dal booklet)

Tiaré e Monoi

1. Tango stress

2. Acquarello

3. Stamattina

4. Jean Boulogne

5. Vista da qui

6. Io e il mare

7. Samba di due note

8. Stasera a cena

9. Melodia distHorta

10. Rosalina

Grace Falcone: voce, synth

Raffaele Sargenti: chitarra, seconde voci

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Intervista

Davide

Ciao. “Tiaré e monoi” è il vostro disco d’esordio. Cosa c’è stato prima nei vostri percorsi musicali e com’è avvenuto il vostro incontro?

Grace / Raffaele

Ciao, i nostri percorsi sono variegati: Grace viene da Vieste, oltre che cantante e vocologa è diplomata in pianoforte, laureata in comunicazione, ha una lunga esperienza di serate musicali legate alla stagione estiva, anche in Andalucia; Raffaele è umbro, laureato al Dams, diplomato in chitarra e composizione, si è occupato molto di teatro e musica sperimentale. Il nostro incontro è avvenuto a Bologna, città di adozione per entrambi che ci ha dato stimoli e conoscenze, abbiamo costituito il duo unendo l’amore di Grace per le sonorità latine con la formazione classico-chitarristica di Raffaele.

Davide

Monoi è un olio cosmetico prodotto in Polinesia e ricavato da una specie di gardenia nota come “fiore di Tiaré”. C’è un nesso tra voi e la musica da voi prodotta e questo titolo?

Grace / Raffaele

Il titolo “Tiaré e monoi” è preso dal ritornello del brano “Stamattina” e allo stesso tempo funge da fil rouge del disco perché richiama l’atmosfera esotica presente in molte delle canzoni. Inoltre i due elementi – il fiore e l’olio – alludono alla nostra formazione chitarra-voce, due strumenti diversi che cercano di fondersi tramite un confronto continuo, come fossero uno la reinterpretazione dell’altro.

Davide

Come sono nate queste vostre canzoni, intorno a quali idee principali e qual è il perno tematico portante su cui tutte ruotano?

Grace / Raffaele

Trattandosi di un primo album, le canzoni provengono da periodi di vita diversi: alcune sono state composte anni fa a Bologna, quelle più recenti sono nate qui nel Gargano, dove oggi risiediamo. Nel disco c’è una forte presenza di sonorità latine che si coniugano con la forma canzone di stampo tradizionale e i testi rispecchiano in parte questa dinamica: in genere i personaggi delle nostre canzoni sono alle prese con decisioni di vita, speranze e disillusioni, e le situazioni quotidiane si confrontano con l’idea di un altrove cui si tende per aspirazione o insoddisfazione del presente. Non c’è mai un’interpretazione univoca però: ognuno può reagire in modo diverso a questo richiamo, rinunciare al viaggio o partire per nuove vie di consapevolezza.

Davide

Oltre alle vostre composizioni, sono presenti nell’album tre brani di altri autori, uno di Vinicio De Moraes e Toquinho (Acquarello), un altro di Luiz Bonfà (Samba di due note) e infine di Fabio Concato (Rosalina): perché queste scelte?

Grace / Raffaele

“Acquarello” è un omaggio diretto al filone della musica italo-brasiliana e nella nostra elaborazione la tenerezza evocata nel titolo assume un carattere particolare grazie agli armonici della chitarra e a una cantabilità delicata; con “Samba di due note” – metafora scherzosa del rapporto di coppia – abbiamo invece giocato con due note attraverso onomatopee, effetti e scale impreviste, una buona occasione per sperimentare l’interplay del duo. A Concato siamo profondamente legati sia affettivamente che musicalmente e “Rosalina”, col suo coinvolgente sound “autoironico” è il brano che chiude quasi sempre i nostri concerti: l’abbiamo inciso in presa diretta per accentuare la resa “live”.

Davide

La vostra musica si ispira particolarmente a quella brasiliana, alla bossa nova e al samba-cançao. Come è nato il vostro amore per questi generi di musica brasiliana e cosa in particolare esprime di voi e della vostra musica?

Grace / Raffaele

Grace ha sempre sentito nel suo profondo una certa attrazione per il Brasile e per il Sudamerica che ha approfondito nella sua vocalità, Raffaele ha avuto modo di frequentare la musica brasiliana con gli autori per chitarra del Novecento storico (Villa-Lobos, Pernambuco) e le successive contaminazioni (Baden Powell, Bellinati, Guinga). Dieci anni fa, grazie a un viaggio a Rio e Bahia abbiamo avuto finalmente l’opportunità di respirare il clima musicale e i luoghi storici della cultura brasiliana. Ciò che ci ha colpiti di più è stato il senso di umanità e socialità delle persone umili, un modo di essere che crediamo sia presente in parte anche nella nostra tradizione popolare, ma che sembra essersi affievolito nel tempo. Una sera abbiamo ascoltato casualmente un cantante-chitarrista in un bar di Salvador: la sua voce incredibile, straziante e velata al tempo stesso era sostenuta dal pubblico di frequentatori locali, in una condivisione completa di suoni e umori. Da quel viaggio portiamo nel cuore la stessa gioia del fare musica insieme.

Davide

“Io e il mare” è invece un brano strumentale per chitarra classica. A parte qualche inserimento della tastiera di Grace, chitarra e voce sono i protagonisti assoluti del vostro lavoro. Come si è distillato nel tempo il giusto equilibrio tra le belle corde vocali di Grace e l’elegante tocco delle corde della chitarra di Raffaele e come vibrano insieme e come si valorizzano a vicenda?

Grace / Raffaele

La scelta di ridurre l’organico all’essenziale è stato un nostro obbiettivo sin dall’inizio, al quale abbiamo lavorato a lungo affinché potessimo appoggiarci l’un l’altro, lasciando sempre aperto lo spazio alla libertà espressiva basata sulla sintonia emotiva e musicale. Per rendere i brani sempre variegati, pur nell’omogeneità timbrica, abbiamo curato molto la selezione degli arrangiamenti e il bilanciamento delle armonie vocali. Sicuramente il disco restituisce fedelmente la dimensione della nostra musica dal vivo, d’altro canto mancando della sezione ritmica basso-batteria e di suoni elettronici si mantiene distante da sonorità pop-mainstream, collocandosi più verso la world music e il jazz. A conti fatti pensiamo che questa veste musicale sia ad oggi quella che rispetta la nostra attitudine espressiva: una sintesi autosufficiente di ritmica, cantabilità e improvvisazione che possiamo gestire sia dal vivo che in studio senza il ricorso a una post-produzione eccessiva.

Davide

C’è un brano dal titolo di “Melodia distHorta”, in realtà è un vostro omaggio a Toninho Horta, che mi ha ricordato un romanzo di Antonio Tabucchi, scrittore italiano legato da un amore viscerale al Portogallo. Proprio a Horta, nelle Azzorre, aveva ambientato il suo romanzo “Donna di Porto Pim”, un libro che si compone di storie e di vite che sembrano intercettate per caso e che fanno immergere il lettore in un immaginario tale da farlo navigare negli oceani delle possibilità. Cosa per voi la musica rende o può rendere possibile?

Grace / Raffaele

Non conosciamo questo romanzo di Tabucchi, ma siamo legati a lui per altri romanzi e le traduzioni di Pessoa, come Il libro dell’inquietudine, che ha accompagnato gli anni universitari di Raffaele. Abbiamo conosciuto Toninho Horta in un club seminascosto dietro la stazione di Bologna, un incontro quasi fortuito che ci ha lasciato nuove suggestioni per quanto riguarda stile vocale e arrangiamenti. Ecco, forse le vite “intercettate per caso” come quelle del romanzo di Tabucchi sono proprio quelle che riservano più sorprese e che magari – chissà – ispireranno i nostri nuovi brani, questa è una delle possibilità offerte dalla musica.

Davide

Personalmente continuo ad apprezzare la produzione fisica (o solida) dei dischi invece di quella esclusivamente liquida. Caetano Veloso ha detto di credere che stiamo superando il momento in cui il digitale sembrava aver ucciso l’anima della musica, ma che è solo un modo diverso. Cosa ne pensate voi di come sta cambiando la musica, sia nel produrla, sia nell’ascoltarla?

Grace / Raffaele

Ti rispondiamo con un altro aneddoto: al rientro da quel viaggio in Brasile chiedemmo a un commesso dell’aeroporto di consigliarci qualche disco essenziale. C’erano già le piattaforme digitali, ma volevamo comunque avere un supporto fisico che ci legasse idealmente alle persone conosciute in quei luoghi. Uno dei dischi era “Bicho” di Caetano, che amiamo profondamente e continuiamo ad ascoltare rigorosamente da cd, in una sorta di rito di conforto per l’anima. Forse la musica può continuare a esistere in entrambi i modi: noi stessi utilizziamo i social e cerchiamo di sfruttare i vantaggi delle modalità “liquide” di diffusione musicale, ma se cerchiamo un’esperienza autentica, ecco che il supporto fisico, il concerto dal vivo, la presenza e il confronto diretto col pubblico tornano necessari: è una modalità che può sembrare retrò ma se ne guadagna in qualità. Dopotutto, come diceva Vinicius, “la vita, amico, è l’arte dell’incontro”.

Davide

Cosa seguirà?

Grace / Raffaele

Per ora ci concentriamo sulla resa del disco dal vivo, vogliamo testare se i brani originali riscontrano interesse e divertirci un po’ con le sezioni di improvvisazione, poi verrà il tempo di pensare a un secondo disco, forse anticipato da uno o più singoli. La sfida sarà trovare il giusto bilanciamento tra l’assetto chitarra-voce già sperimentato e, eventualmente, l’aggiunta di nuovi strumenti e sonorità elettroniche.

Davide

Grazie e à suivre…

 

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