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Intervista con E-LEE

18 min read

Link:

https://orcd.co/altafonteitalia_filibusta_qnmrx5e

Esce l’album di E-LEE, “Kirkē” per Filibusta Records (distrib. fisica I.R.D., distrib. digitale Altafonte Italia).

Kirkē è il nuovo progetto musicale di Elisa Rossi, in arte E-LEE, dedicato alla riscoperta delle origini del Mito di Circe, attraverso un viaggio sonoro difficile da etichettare, ma sicuramente di matrice jazzistica con una forte connotazione sperimentale, tra elettroacustica e canzone d’autore. Frutto di un impegnativo lavoro di ricerca antropologica iniziato nel 2019, vede la sua realizzazione a partire dal 2024 grazie alla collaborazione con il pianista Gabriele Manzi, l’antropologa e artista Daniela Bordoni, il polistrumentista e sound engineer Nick Valente. Una sinergia che ha reso possibile la definizione di ciascun aspetto creativo dell’opera, curando tutti i passaggi filologico-letterari e musicali necessari ad esplorare Circe da nuove angolazioni e tramite una lente diversa, che potesse proiettare l’immaginario della dea primordiale in una visione più umanizzata e contemporanea.

Kirkē è l’eco millenario di un mito sopravvissuto alla deperibilità del tempo, un sogno condensato in un disco che assurgere a colonna sonora di un viaggio che ha come protagonista una nuova metamorfosi di Circe. Un Concept Album caratterizzato da atmosfere sonore contaminate, con composizioni e arrangiamenti alla ricerca di un personale compromesso tra scrittura, sperimentazione ed improvvisazione musicale: tra racconto, sogno ed immaginazione.

Attraverso il potere evocativo della musica rivivono la magia e le forze intrinseche della natura che Circe rappresenta e sprigiona, con il suo potere metamorfico e di trasformazione spirituale, potenziale strumento di guarigione dell’animo umano e di riconnessione alla dimensione naturale. La voce trova qui ampio spazio espressivo, è strumento privilegiato per raccontare e rivalutare la storia e l’immagine di una “Maga” tutt’altro che “spietata seduttrice”.

Circe è sogno, memoria ed evocazione, voce che incanta e guida attraversando la foresta sacra, con i suoi rimedi e suggestionanti archetipi. È lei questa volta ad assumere il suo Phàrmakon, per esperire la metamorfosi musicale che le permetterà di rivivere e sentire come una donna qualsiasi, mostrandosi affascinante e imperfetta, al contempo eroica e madre amorevole. Trasmutare la sua storia per riappropriarsi della sua umanità attraverso il suo stesso potere, restituendo il mito di Circe alla contemporaneità. Uno specchio in cui riflettersi, dimensione di conoscenze antiche e racconti da restituire ad una società in cui il mito stesso ancora si dipana ed esprime, per risvegliare in noi l’antico legame ancestrale con la natura e la spiritualità congiunta ad una lunga storia del potere femmineo, retaggio delle antiche divinità femminili e dei culti primordiali della Grande Madre, colei che proteggeva e accompagnava la ciclicità stessa dell’esistenza umana. Nella contemporaneità vorremmo immaginarla così, spogliata e sottratta finalmente alla malvagità che per millenni l’ha intrappolata in un ruolo da perseguitare e temere.

L’album include una breve ricerca antropologica condensata in un booklet esplicativo presente all’interno del CD, a supporto approfondimenti dedicati sul sito ufficiale di Elisa Rossi; che questa antica storia possa oggi risplendere e tornare a cantare nei cuori delle donne e degli uomini, nelle speranze della società di domani.

(Progetto grafico del CD Concime Studio di Mirko Purificato)

 

Line up:

Elisa Rossi voce ed elettronica, Gabriele Manzi pianoforte, Nicola Valente basso e batteria, Manuel Mauti chitarra acustica, Flavio Bertipaglia contrabbasso, Marco Malagola batteria.

Tracklist:

La Trama Della Voce / In Sacra Silva / Phàrmakon / Ad Occhi Chiusi / Black Is The Color (Of My True Love’s Hair)(Traditional Song) / L’Incanto Di Un Sogno

Social

www.elisarossi.it – www.nudavoce.it

https://www.instagram.com/e_lee.project

Filibusta Records

https://www.facebook.com/filibustarecords

https://www.instagram.com/filibusta_records

Ufficio stampa album

Carlo Cammarella

Laura Nasoni (per X-Beat Press)

Intervista

Davide

Buongiorno Elisa. “Kirkē: L’Incanto di Circe” è ispirato alla dea della mitologia greca che compare per la prima volta nell’Odissea quale abitante dell’isola di Eea, ancora non bene identificata. Altri ed altre, da Plutarco a Giordano Bruno fino a poetesse e scrittrici quali Katherine Anne Porter e di recente Madeline Miller nel suo romanzo “Circe” (2018), ne hanno riletto e reinterpretato il mito negativo, delineando un personaggio in modo più umano e positivo, come da più remote origini. Progetto avviato nel 2019, come è nata l’idea di fare questo particolare viaggio vocale e sonoro attraverso il mito di Circe?

Elisa

Buongiorno Davide, tutto nasce dal desiderio di comprendere l’origine di quelle strutture sociali dall’ossatura cosiddetta “patriarcale”, che hanno definito e spesso confinato il ruolo della donna ai margini della storia, della società e della vita stessa. Da ragazza mi chiesi se fosse stato sempre così, poi iniziai a rovistare nella letteratura a disposizione, alla ricerca di indizi; trovai studi importanti, riconducibili in primis al culto primordiale della Dea Madre, figura archetipica legata a numerose culture preistoriche. Fu la testimonianza dell’esistenza pregressa di strutture sociali originariamente matrilineari, di una storia in cui la donna e la dimensione del femmineo erano altrettanto protagoniste, con culti legati alla creatività, alla fertilità e alla nascita, al nutrimento e alle manifestazioni del mondo naturale. Poi arrivò il libro di Anna de Nardis Da Circe a Morgana con gli studi dell’esperta di Storia delle Religioni Momolina Marconi; ecco quel libro ha chiuso un po’ il cerchio, mettendo a fuoco il contesto in cui il mito di Circe si era affermato. Questo viaggio antropologico e poi musicale è stato una cura in primis per me, contribuendo a ritrovare la mia stessa dimensione di donna nel mondo; dimensione che andrebbe oggi a mio avviso maggiormente ri-conosciuta. I miti ci possono aiutare in questo perché ci fanno da specchio, ci parlano, mostrandoci la multidimensionalità “dell’essere umano”; la loro funzione originaria ha un potere che non ha limiti di tempo. Grazie ad essi è potenzialmente possibile osservare differenti contesti socio-culturali, così come l’evoluzione stessa del ruolo della donna dalle società antiche ad oggi. Si concretizzò così la visione di dare voce al mito attraverso la voce, lasciando alla musica il compito di supportare l’azione narrativa, contribuendo al compimento di una “metamorfosi concettuale” tale, da restituire Circe alla contemporaneità.

Davide

Nella ricerca di una più autentica e originaria Circe, e nella scrittura dei testi, ti ha affiancato l’antropologa Daniela Bordoni. Insieme avete lavorato sulla narrazione dominante che per secoli ha semplificato una figura ben più complessa, liberandola dallo stereotipo acquisito da Omero in poi della maga e seduttrice che si gratifica delle sofferenze inflitte agli uomini, quindi anche la sirena, la strega, la femme fatale ecc. Come è nata questa collaborazione e in che modo avete lavorato sul mito della maga Circe anche in relazione alla donna contemporanea, attraverso quali punti cardine negativi ancora attuali da scardinare e verso quale donna delle origini da riaffermare?

Elisa

Con Daniela siamo legate da profondo rapporto di amicizia e da una grande affinità animica. Stavamo lavorando nella stessa direzione, ma in ambiti artistici differenti; abbiamo semplicemente condiviso conoscenze e competenze, mettendole a disposizione l’una dell’altra, nella speranza di far luce sul passato, contribuendo a risvegliare attraverso l’arte un nuovo agito nel presente. Le donne hanno avuto un ruolo importantissimo nell’antichità più remota, più di quanto oggi riconosciamo loro, e tanto da assurgere a divinità impresse nella storia attraverso la mitologia; culti arcaici e forme archetipe rivelatesi non da meno dell’eroe classico al tempo di Omero. Quando rilessi i poemi omerici mi accorsi che la dissonanza effettivamente era sempre stata lì, davanti agli occhi. A quei tempi i culti pagani femminili e pre-ellenici risuonavano ancora in tutta la loro potenza, ma vennero rimodellati in quella che fu l’epoca della nascita del panteon Olimpico, con a capo il padre di tutti gli dei e degli uomini: Zeus. Dall’altra parte, e nel concreto della vita reale, si palesava parallelamente una evidente segregazione e subordinazione della donna all’interno della società, così come le prime forme di dominio sul mondo naturale, entrambi ridotti spesso a oggetti di contesa o valori di scambio. La stessa Circe, originariamente espressione delle forze della natura e del femmineo, iniziò a subire cambiamenti via via sempre più radicali, fino a essere ridotta a mera femme fatale e maga crudele; un ruolo anch’esso sottomesso, bistrattato e marginale, rispetto al suo più antico significato. Un significato originariamente correlato alla spiritualità, alla natura, e a quella dimensione importante che la donna custodisce, inevitabilmente, qualcosa che diamo ormai per scontato, ma che conserva naturalmente e istintivamente qualcosa di magico, per non dire divino, e che sarebbe importante risvegliare nell’umanità tutta. Ad oggi credo debba essere scardinato tutto ciò che ci allontana dalla nostra capacità di riflettere sul nostro modo di stare al mondo.

Davide

Qual è stato il tuo approccio vocale con Circe, già descritta da Omero come la “terribile dea dalla voce umana”?

Elisa

Ho cercato di usare la voce al pari di uno strumento musicale, lasciandomi guidare continuamente da un approccio improvvisativo, che mi guidasse attraverso una libertà espressiva senza limiti estetici o stilistici. Non ho voluto altresì rinunciare al potere delle parole, a forme poetiche e più descrittive che mi permettessero di raccontare Circe attraverso i mei occhi. Ho cercato di valorizzare diversi piani espressivi, attingendo a più colori possibili della mia voce, ricercando dinamiche evocative di quel senso un po’ sciamanico e spirituale che Circe incarna. Ne è l’esempio La Trama della Voce in cui ho voluto introdurre tutte le stratificazioni dei significati di Circe, curando ogni aspetto con l’uso esclusivo della voce ed il minimo ricorso all’effettistica, ricercando una dimensione contemplativa e profondamente suggestiva, che ne introducesse la storia aprendo il varco ai successivi brani, l’uno legato indissolubilmente all’altro, come un vero racconto, seppur musicale.

Davide

Giorgio Gaslini parlava in un suo libro di “Musica Totale”: “La musica è per l’uomo. La musica nasce dall’uomo per l’uomo. A noi interessa l’uomo totale. Siamo quindi per la sintesi di tutte le culture e quindi per la fusione di tutti i linguaggi musicali… Ci appare superato ogni dogmatismo stilistico limitato a culture specifiche e ci dichiariamo per l’assunzione di tutte le culture musicali in un unico atto libero di creazione espressiva”. Quale invece è stato l’approccio musicale in “Kirkē”? Qual è la tua estetica e poetica che tende a fondere diversi linguaggi musicali, al cui centro però vi resti ed emerga soprattutto la voce?

Elisa

Mi ritrovo molto nelle sue riflessioni; ho mirato dritta ai miei sentimenti attraverso un principio prettamente catartico, dove a guidarmi fosse l’istinto ed il piacere musicale. Come già detto, puntavo ad un atto di libera creazione espressiva, dove potessi manifestare la mia personalità e le mie idee, non solo musicali; per fare ciò credo sia necessario poter attingere a tutti i linguaggi musicali possibili per sperimentare dove possa portare la loro miscelazione, fin dove ci si possa spingere o dove è giusto soffermarsi. Credo di aver a mio modo portato avanti “il concetto di musica come strumento per la crescita personale e la comprensione del mondo” caro a Gaslini, vivendomi a pieno, insieme a Circe, l’estasi della metamorfosi. Non ho badato a forme, né teorie armoniche o stilistiche; a volte sono partita da un ritmo, a volte da semplici accordi ripetuti, con un approccio che potremmo definire modale, ma invero tutto è stato alquanto spontaneo, tutto si è piegato all’esigenza di enfatizzare, a mio modo, la necessità di raccontare con sincerità e sentimento una storia, e che potesse giungere all’orecchio e al cuore di qualsiasi ascoltatore. Motivo per cui, probabilmente, il risultato è stato al quanto “inetichettabile”, lasciandomi alla fine il piacere di godere del privilegio di poter essere fino in fondo me stessa.

Davide

Oltre alle composizioni originali, è presente una rivisitazione di “Black is the color (of my true love’s hair), un canto popolare tradizionale originario degli Appalachi, ma di più lontana origine scozzese secondo Alan Lomax, entrato a far parte dei repertori dei più diversi generi musicali e di cui esistono diverse versioni anche testuali. Qual è stata dunque la tua rilettura di questo canto e perché lo hai scelto in relazione a Kirkē?

Elisa

Era un brano presente nel mio precedente progetto musicale Rebel Jazz: cronache di una R-Esistenza, altra ricerca dedicata all’esplorazione delle testimonianze musicali legate questa volta al vissuto della schiavitù e della segregazione raziale negli USA. Ho voluto riprenderlo sia come continuum tra i due progetti, che per il legame affettivo che conservo con il brano. La versione del testo del cantante folk John Jacob Niles, poi ripreso anche dalla cantante Nina Simone, ci parla di un amore profondo e sincero, probabilmente perduto o quanto meno lontano, con il desiderio finale di un ricongiungimento. Subisce qui un’ulteriore rielaborazione prendendo a modello solo la parte strumentale e la parte improvvisativa della voce, lasciando il significato del testo navigare implicitamente nella memoria di chi questo brano lo conosce bene. L’introduzione del pianoforte nella sua nostalgica dolcezza lascia quasi presagire l’esplosione della voce, come espressione di una Circe più umana in preda al dolore che la perdita infligge, ma da cui può al contempo generarsi la forza stessa necessaria a non “lasciarsi cadere”. La parte strumentale supporta l’immaginazione; potreste anche vedere la nave solcare le onde, fino a confondersi con l’orizzonte. La scelta si è quindi rivelata congrua e adatta a rappresentare il distacco, a testimoniare l’addio tra Circe ad Ulisse creando un anello di congiunzione, una sorta di interludio che anticipa il brano conclusivo dell’album.

Davide

Ci presenti i musicisti che hanno suonato con te in questo disco? Che tipo di intesa creativa – anche improvvisativa – si è creata durante i lavori di arrangiamento, esecuzione e registrazione?

Elisa

Con grande piacere! Al pianoforte abbiamo la brillante e talentuosa versatilità di Gabriele Manzi, con cui ho affinato da tempo una profonda intesa umana e musicale; stimato amico e co-arrangiatore prezioso, è ormai da tempo insostituibile punto di riferimento e coraggioso sostenitore delle mie folli imprese, grazie ad un affiatamento ormai rodato e una stimolante interazione musicale. Poi c’è il polistrumentista e sound engineer Nick Valente, che ha saputo interpretare egregiamente e avvalorare le mie visioni, supportandomi con le sue abilità musicali e la sua puntuale professionalità, tanto nella fase più sperimentale ed elettronica, che nella realizzazione di un master impeccabile! Al contrabbasso poi abbiamo il talentuoso Flavio Bertipaglia, anche lui storico compagno di viaggi musicali insieme al batterista e maestro Marco Malagola, che puntualmente mi hanno avvolta con un groove ineccepibile e stimolante, su cui poter contare. Abbiamo infine ospitato Manuel Mauti, giovane chitarrista che ha saputo impreziosire il brano conclusivo dell’album con interventi musicali di estrema delicatezza e un tocco capace di amplificare la puntuale dolcezza timbrica della chitarra acustica.

Davide

Circe, trasformando l’uomo in animale, ridimensiona l’egocentrica convinzione di superiorità dell’uomo sulla natura e dona agli uomini una opportunità per tornare a vivere in armonia con la natura. Un tema più che mai attuale questo, che riguarda cioè l’antropocentrismo non più sostenibile e la necessità di ricollocarci più consapevolmente in un ecosistema non solo da sfruttare, ma da preservare. Leggevo, su un articolo de La Repubblica, che, per quanto riguarda il mondo della musica, le condizioni attuali di sostenibilità non sono adeguate al momento e al clamoroso cambiamento climatico che stiamo vivendo e al quale andremo sempre di più incontro. Basti pensare che solo il mercato musicale inglese è responsabile di emissioni annuali di circa 540mila tonnellate di CO2. In sostanza, la musica, sia quella che ascoltiamo a casa che quella dal vivo, ha o avrebbe un impatto sull’ambiente, sia in termini di emissioni di CO2 che di rifiuti. Tuttavia, esistono sempre più iniziative per rendere la musica più sostenibile, come concerti a impatto zero, strumentazione acustica, festival eco-friendly, l’uso di materiali riciclati per costruire strumenti musicali ecc. Premesso che io non sto ancora rinunciando per svariate ragioni al supporto discografico – ne vorrò farlo finché possibile -, qual è il tuo punto di vista al riguardo?

Elisa

Per adesso l’unico passo in merito che ho fatto è stato quello di esplorare su uno dei brani (Phàrmakon) l’accordatura del LA a 432 Hz della chitarra, per sperimentare un po’ quel che si dice in merito al fatto che sia una “frequenza più naturale” e benefica. Lo dico un po’ sarcasticamente come autocritica perché, pur essendo un argomento importantissimo che coinvolge l’impatto ambientale non solo dei grandi concerti bensì di tutto il nostro stile di vita, ormai il 99% della musica si fa con strumenti realizzati su scala industriale, con mezzi altamente inquinanti e dall’impatto decisamente discutibile. È veramente difficile effettuare un cambiamento reale e consistente senza rivoluzionare completamente il modo stesso di fare musica. Non saprei ad oggi cosa proporre, senza tornare ad una sorta di primitivismo musicale o sperare in invenzioni che tengano conto di questa urgenza.

Davide

Il progetto grafico è di Mirko Purificato, direttore artistico di Concime Studio. La copertina sembra insieme un collage e un décollage. Cosa volevi o volevate comunicare a un primo impatto visivo con essa?

Elisa

Mirko è stato perfettamente in grado di realizzare un’immagine accattivante e luminosa, sintetizzando gli elementi vitali dell’opera secondo i suggerimenti che a cascata gli proponevo. L’immagine di una bambina che entra dentro il racconto e ne esce donna o dea, sovrapposizioni di elementi naturali, presagiscono elementi vitali dell’opera e l’invito al viaggio introspettivo che solo può portare ad una trasformazione interiore. Non poteva mancare poi il Promontorio del Circeo, emblema indiscusso della Maga più potente e conosciuta del mondo.

Davide

Qual è per te il potere della voce e della musica?

Elisa

La voce è l’impronta psichica e identitaria di ciascuna persona; con il suono rappresenta tra i primissimi canali espressivi e comunicativi grazie al quale l’essere umano entra in relazione, con cui fa esperienza di sé e dell’ambiente circostante fin dalla nascita. Entrambe sono la prima conferma e testimonianza della nostra presenza nel mondo, fin nel profondo del ventre materno, che a sua volta ci riporta alla potenza creatrice del femmineo. Le ricerche scientifiche dall’astrofisica alla medicina, passando per la musicoterapia e l’antropologia musicale ci testimoniano come tutto sia riconducibile al suono e alla vibrazione, come queste manifestazioni modellino e diano senso profondo alla realtà che viviamo e alla vita stessa, che attraverso di esso si rivela. Così ci dice anche la celebre citazione di Nikola Tesla: “Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione”.

Davide

In conclusione, c’è una dedica nel tuo disco… A tutte le donne che “corrono coi lupi”. Probabilmente ti riferisci al libro “Donne corrono coi lupi” della psicanalista junghiana Clarissa Pinkola Estés e al suo libro-culto che si dice abbia cambiato la vita di milioni di donne attraverso la riscoperta della “donna selvaggia”, dalla potente forza istintuale e creatrice, lupa ferina e al contempo dolce e materna. Cosa significa per te “correre coi lupi”?

Elisa

Significa proprio questo, riscoprire la forza istintuale, intuitiva e creatrice che abbiamo, riconnettersi con gli aspetti più profondi di sé, con la natura e con la propria spiritualità. Connessione che auguro a tutti di sperimentare, di ricercare e ritrovare, perché siamo parte di un tutto, che stiamo distruggendo, autodistruggendo noi stessi. Come scrive l’autrice <<La donna selvaggia in quanto archetipo…è l’anima femminile… è intuito, veggenza, colei che sa ascoltare, è il cuore leale… è idee, sentimenti, impulsi e memoria (…) L’arte è importante perché commemora le stagioni dell’anima… L’arte non è soltanto per sé, non è semplice segnale della propria intelligenza. È anche una mappa per coloro che verranno dopo di noi…ogni volta che alimentiamo l’anima è garantita una crescita…>>. Infine l’autrice ci dice che le storie sono << fenomeni portatori di guarigione… I rimedi per reintegrare o reclamare una pulsione psichica perduta, si trovano nelle storie>>

Davide

Cosa seguirà?

Elisa

A brevissimo un po’ di meritato riposo per riprendermi dagli impegni di questo 2025 decisamente impegnativo, e poi si riprende a lavorare sia per preparare il live, che inizieremo ad inaugurare e proporre dopo l’estate, sia per la ripresa dell’attività didattica della mia scuola di musica e canto. E poi non mancherò di scrivere nuove idee compositive. Ce la farò.

Davide

Grazie e à suivre…

Bio

Diplomata in Canto Jazz presso il Conservatorio L. Refice di Frosinone, consegue il titolo di Esperta nel Metodo Propriocettivo Elastico – PROEL per il trattamento dei problemi della voce, presso il Corso di Alta Formazione dell’Università Internazionale Menéndez Pelayo realizzato in collaborazione con il Centro di Foniatria e Logopedia di Santander del professore e Medico-Chirurgo specialista in Foniatria Alfonso Borragán Torre. In uscite per il 2025 il nuovo progetto musicale E-LEE con l’album Kirke: l’Incanto di Circe, edito per l’etichetta Filibusta Records, in collaborazione con il polistrumentista e sound engineer Nicola Valente ed il pianista Gabriele Manzi.

Nel 2023 è voce solista per il brano Winterlicht-Recuerdos de la Alhambra (F. Tárrega) pubblicato nell’Album Wintertraume (De-Compositions & Re-Compositions), realizzato dal M° Roberto Laneri ed edito per la Da Vinci Classics. In ambito artistico ha svolto diverse collaborazioni come corista e voce solista in diverse formazioni musicali, partecipando ad eventi musicali e festival tra cui: Festival 52nd Jazz Winter 2025, Be Jazz Collective (2016, 2017 e 2018), Lievito (2017 e 2019), Festival Maggio Sermonetano (2010 e 2014), XXIII Edizione del Festival Internazionale del Jazz Atina Jazz Festival (2008), come corista per l’Orchestra Laboratorio del Conservatorio di Musica di Frosinone, diretta dal M° Eugenio Colombo. Dal 2020 al 2021 compone ed esegue: Delirio A Due – La Chicciolina e la Tartaruga, di Valeria Scisciò e SPAZIO ZELDART, in collaborazione con OPERAPRIMA; Lhaven & Lundhen song e in The Little White House per l’audiolibro Orme sulla Neve, con il pianista Gabriele Manzi; La Trama della Voce, realizzato per l’inaugurazione del progetto Zeldart, poi come colonna sonora del video-installazione RESILENZ-Art, con regia di Marco Lungo C.T.L. Lab. APS e il contributo del Comune di Latina in occasione della manifestazione “La Cultura e l’Arte al Tempo del Covid”.

Dal 2006 ad oggi ha avuto il piacere di collaborare con musicisti rinomati e di talento tra cui: il contrabbassista Canadese Ron Sheldon Seguin, i pianisti Pierpaolo Principato, Gabriele Manzi, Marco Russo, Vittorio Solimene, Pierpaolo Semenzin e Vincenzo Bianchi, i batteristi Federico Chiarofonte, Marco Malagola, Armando Croce, Giorgio Coronati e Dario Panza, i Contrabbassisti Flavio Bertipaglia, Roberto Ricci e Luca Cantarelli e il chitarrista Claudio Olimpio. Voce solista in diverse formazioni musicali, ha collaborato per diversi anni nella Jazz Combo Orchestra diretta da Nando Martella e in diversi progetti musicali tra cui: Rebel Jazz 4et, M.I.N.A Project, Mina in Duo, Elisa Rossi 4et, Elisa Rossi e Marco Russo duo, Alice in Wonderland 4et, No Stop Jazz 4et insieme al sassofonista Marco Onorato. Nel 2019 partecipa come corista all’album Shining Summer Dream dei Namata, realizzato da Marco Fornarola, Manuel Cascone e il chitarrista Alessandro Camerinelli.

Ha frequentato numerosi corsi di aggiornamento professionale, tra cui: corso E.T.V.S VoiceCraft (Voice Training Systems) a cura di Elisa Turlà (I, II e III Livello specialistico), certificazione VOICEtoTEACH® e relativi corsi di aggiornamento, SOVTraining, Analisi Acustica del Segnale Vocale, Metodo Tomatis, corsi di didattica musicale per l’infanzia (Dalcroze e Orff-Schulwerk) e convegni (Voce Artistica a Ravenna, Musica e Medicina Conservatorio di Musica O. Respighi di Latina), Masterclass di Improvvisazione Vocale e Musicale (Elisabetta Antonini, Bob Stoloff, Barry Harris), Seminari di Didattica e Pratica Musicale (Umbria Jazz Clinics e Roma Jazz’s Cool) e dal 2005 al 2007 canto jazz presso il Saint Louis College of Music di Roma. Ha avuto il piacere di studiare con musicisti noti a livello nazionale ed internazionale tra cui: Elisabetta Antonini, Raffaella Misiti, Eleonora Bruni, Elisabetta Scatarzi (Canto Lirico), Diana Torto, Maria Pia De Vito, Donna McElroy, Susanna Stivali, Bob Stoloff, Cinzia Spata, Roberto Spadoni, Marco Tiso, Paolo Tombolesi, Ettore Fioravanti, Luigi Onori, Pierpaolo Principato, Vincenzo Martorella. Ha studiato pianoforte dall’età di 7 anni fino agli 11 anni, percussioni e chitarra da autodidatta; nel 1996 intraprende le prime esperienze musicali, corali e le prime lezioni di canto. Dal 2016 al 2019 studia del pianoforte con il pianista Marco Russo e nel 2006 batteria con il M° B. Basile.

Da 20 anni insegna Canto e Didattica Musicale in scuole pubbliche e private. Dal 2016 è anche Docente e Direttore Artistico del Centro di Formazione Vocale e Musicale NUDAVOCE di Latina con cui realizza Masterclass e convegni di rilievo, come il RAM-Festival della Voce e delle Arti realizzato nel 2020 con il contributo della Regione Lazio. Dal 2024 NUDAVOCE viene riconosciuta ufficialmente come scuola di musica a seguito della vincita del bando indetto della Regione Lazio e dal 2025 dirige il nuovo  progetto per il Corso di Songwriting a cura e in collaborazione con Roberto Casalino (Festival di Sanremo 2013, autore multiplatino).

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