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Intervista con Nawawi Sepharad

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Esce il primo album di Nawawi Sepharad, “La Reina”, per Filibusta Records, con Tiziana Nauaui alla voce, Manuela Pasqui al piano, Gigi Lamberti al contrabbasso e Marco Landriani alla batteria.

Nawawi Sepharad è un progetto di Tiziana Nauaui che nasce dall’idea di fondere la musica sefardita medievale e rinascimentale, con elementi di Jazz moderno. La cantante e compositrice, ha voluto testimoniare con questo lavoro, come culture e tradizioni differenti, tramite l’integrazione e il confronto, creino un arricchimento non solo socio – culturale, ma anche sonoro, elaborando degli arrangiamenti che sviluppino ulteriormente il concetto di contaminazione. La musicista ha così trasformato le melodie della tradizione giudaico-spagnola in moderni brani jazzistici, modificando radicalmente l’armonia e lo stile. Dopo numerose esperienze live in diverse formazioni musicali, il progetto si realizza al pieno della completezza sonora con la voce accompagnata dal trio jazz. L’autrice ha coinvolto nel suo progetto musicisti di raffinata sensibilità e di grande esperienza musicale, con i quali è fortemente legata da lunghi anni di amicizia.

“La reina” è un riferimento a Isabella di Castiglia, che nel 1492 con l’Editto dell’Alhambra, fece espellere tutti gli ebrei di Spagna. Ne conseguì una diaspora che portò il popolo sefardita a rifugiarsi nei paesi del bacino del Mediterraneo. Nacque una contaminazione di musiche medievali e rinascimentali giudaico-spagnole con le melodie tradizionali dei paesi ospitanti che nei secoli successivi coinvolgerà anche il Sud America.

Ritroviamo la  figura della regina Isabella nel brano originale di Tiziana Nauaui “La regina”, metaforicamente rappresentata dalla perfida Regina di Cuori del romanzo di Lewis Carrol ”Alice”.

Tiziana Nauaui, romana, ma di origini egizio-spagnole, si è diplomata in Violino e Canto presso il Conservatorio A. Casella de L’Aquila. Dopo essersi perfezionata con Doris Andrews e Carmen Gonzalez, è risultata vincitrice di due edizioni del concorso per giovani cantanti della Comunità Europea “Rome Festival”.

Si è esibita in Germania, Australia, Ungheria, Spagna, Egitto e in vari teatri italiani.

È stata membro del coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, del Teatro Regio di Parma, del coro “Città di Roma” diretto da Ennio Morricone e del Teatro Lirico di Cagliari

Presso il Museo della Reale Accademia di S. Fernando a Madrid ha collaborato come cantante solista e assistente alla regia, nello spettacolo “Farinelli Estasi incanto”, già rappresentato nella rassegna “Estate Romana” nel 2002 e al Teatro di Corte della Reggia di Caserta.

Nel 2005 è cantante e fondatrice del quartetto jazz “Epistrophy”, con il quale ha partecipato nel 2008 alla trasmissione radiofonica di Rai Radio3 Suite “La Stanza della Musica”.

Ha frequentato i corsi di Jazz presso il Conservatorio di Cagliari con Francesca Corrias e Stefano D’Anna.

Ha partecipato ai festival jazz “Seui in Musica”, “Women in action” all’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, all’Eje European Jazz Expo e per il Teatro Lirico di Cagliari con il “Nauaui Jazz Quintet” durante il Festival Musicale 2013, con il “Nauaui Jazz Quartet” per la rassegna “Un’isola di musica 2015” e per “Cagliari Suona”.

Ha inciso per le case discografiche Opus111, AFM Records e l’Oratorio “Humilitas” del compositore Flavio Colusso.

Intervista

Davide

Buongiorno Tiziana. Interessantissimo il progetto del Nawawi Sepharad, che fonde la musica sefardita medievale e rinascimentale nella melodia al jazz moderno nelle armonie e nei ritmi. Anche gli esiti estetici sono davvero gradevoli e ragguardevoli. Come è nata questa idea di fare incontrare due linguaggi musicali così lontani nel tempo e nei modi?

Tiziana Nauaui

L’idea di fondere generi musicali così diversi nasce dalla curiosità, dal desiderio di esplorare sonorità nuove e dalla voglia di costruire qualcosa che unisca, piuttosto che dividere. È una risposta creativa a un mondo in continua evoluzione, un modo per trovare connessioni là dove sembrano esserci solo differenze.

Davide

Come è nato invece l’ensemble con Manuela Pasqui al piano, Gigi Lamberti al contrabbasso e Marco Landriani alla batteria e come avete condiviso questo lavoro? Che tipo di intesa si è creata lavorando a questi brani?

Tiziana

Con questi bravissimi musicisti sono legata da un rapporto di amicizia, oltre che professionale, da molti anni. La loro competenza che combina elementi sia classici che jazz, è stata determinante per il successo di questo progetto. Insieme abbiamo lavorato in altre formazioni e con vari repertori, e proprio questa solida base di esperienze condivise ci ha permesso di creare un dialogo musicale unico, arricchendo ogni brano con sfumature che superano il semplice arrangiamento tecnico.

Davide

Il repertorio de “La Reina”, a parte un brano, è composto da tradizionali sefarditi in lingua spagnola da te riarrangiati. Come è avvenuta la scelta di questi sei canti, per costruire quale legame tra loro e quale narrazione in particolare della musica tradizionale sefardita e della sua cultura, ma anche del jazz con cui è stato riletto ed è stato intrecciato?

Tiziana La scelta dei sei canti sefarditi non è stata casuale: ogni brano è un filo che si intreccia ad un altro per evocare un’atmosfera di antica narrazione di storie quotidiane, di nostalgia per una Terra perduta, di amori difficili, di resilienza, ma anche di festa.

Davide

Tua invece la composizione del brano “La regina” che sembra un po’ discostarsi dal resto sia per l’uso della lingua italiana, sia per la sua melodia che lascia per un momento il canto di tradizione sefardita, o così mi è parso. Come è nato questo brano, con quale valenza rispetto al resto del materiale e come è stato – se è stato – influenzato dal contesto sul quale stavi lavorando?

Tiziana

La regina potrebbe sembrare un brano che si discosta dagli altri, ma in realtà nasce da un lungo periodo di immersione nella musica sefardita e medievale spagnola. Durante la composizione, mi risuonavano in mente le scale e gli arpeggi di una chitarra andalusa, e ho scelto di legare la melodia agli accordi sus, tipici della musica modale, per creare un senso di sospensione e una tonalità armonica indefinita.

La scelta del testo in italiano è dovuta al fatto che si tratta di un mio lavoro originale e desidero trasmettere all’ascoltatore immagini vivide e un’atmosfera profondamente evocativa.

La regina è infine dedicata a Isabella di Castiglia, che con l’Editto dell’Alhambra decretò l’espulsione degli ebrei e dei musulmani dalla Spagna. È proprio da questo esodo che trae origine la musica sefardita, intessuta di malinconia e resistenza culturale.

Davide

Ho letto che la musica giudeo-spagnola sta vivendo una fase di rinascita grazie all’emergere di una nuova generazione di artisti determinati a “scuotere” e ad aggiornare il repertorio di canti tradizionali, come nella musica elettro-sefardita. Il tuo lavoro si inserisce dunque in un particolare momento storico attuale di più ampio e sentito bisogno di rinnovamento di questa musica, ma anche di riscoperta?

Tiziana

Certamente, questo progetto si propone principalmente di far conoscere e diffondere una tradizione musicale che, in molti contesti, rimane ancora poco esplorata.

Davide

La musica sefardita, nata in Spagna nel medioevo, anche a motivo della diaspora, ha raccolto influenze da altri paesi dell’area mediterranea, dalle terre protestanti, dai balcani e dall’impero ottomano e avanti, in sostanza adattandosi e assimilandosi ai diversi popoli, bagnandosi dunque con altre tradizioni musicali. C’è quindi una ormai remota e consolidata vocazione della musica sefardita e contaminarsi con quella di altre tradizioni. Ho letto che mai prima d’ora la cultura ispano-ebraica sta dando vita a molti progetti dovuti a un “senso di urgenza che ha preso molti discendenti di famiglie sefardite che li sta spingendo ad agire e a riappropriarsi di tutti i pezzi di questo immenso puzzle: la lingua, la cucina, le canzoni, la poesia, la letteratura e soprattutto un modo di essere e di vedere il mondo, un’arte di vivere insieme”. Tu senti lo stesso tipo di urgenza più ampio e non solo musicale così descritto in un articolo dell’Institut Européen des Musiques Juives?

Tiziana

Si, è la necessità di ricomporre un’identità frammentata e tenuta in silenzio per generazioni.

Davide

Come pianoforte, contrabbasso e batteria hanno in questo progetto sostituito idealmente strumenti tradizionali come l’oud, il qanun o il darbuka che dovrebbero avere accompagnato i canti delle origini? Che tipo di intenzione timbrica c’è stata nella scelta del più classico trio nel jazz che ti accompagna nel canto? Inoltre, che ruolo ha avuto uno degli elementi fondamentali e costitutivi del jazz, ovvero l’improvvisazione?

Tiziana

L’idea alla base di questo progetto è stata quella di sviluppare un lavoro in ambito jazz, dove sia la scelta timbrica che l’improvvisazione rappresentano elementi centrali e distintivi.

Davide

Hai una carriera particolarmente ricca e varia di esperienze. Come “La reina” dialoga con tutto il tuo lavoro fin qui svolto, cosa ne continua e cosa ne evolve?

Tiziana

Ti ringrazio per questa domanda, che va dritto al cuore del mio percorso artistico. “La Reina” rappresenta una continuità con i punti cardine della mia carriera, ma allo stesso tempo apre le porte a esplorazioni inedite, più personali e profonde.

Davide

C’è stato un lavoro di ricerca alla base di questo disco anche di carattere più personale, oltre che culturale e musicale?

Tiziana

Sì, dai racconti dei miei nonni sembrerebbe che un ramo della mia famiglia abbia origini sefardite. Questo ha stimolato in me una profonda curiosità sia culturale che musicale.

Davide

Ludovico Einaudi, in una intervista di V. Petraglia su Wise Society, ha detto che “la musica ti dà gli strumenti interiori che ti fanno capire tante cose, ti toglie la corazza che fa rimanere il cervello chiuso in una scatoletta… Penso che la musica, e in generale l’arte, possano creare persone migliori e, cambiando le persone, cambiare di riflesso anche il mondo”. Qual è il tuo punto di vista al riguardo?

Tiziana

Sono completamente d’accordo. L’arte, in tutte le sue forme, offre un legame profondo con il trascendente, la spiritualità e gli aspetti più elevati dell’animo umano. La musica, in particolare, favorisce la comunicazione, il dialogo e la capacità di ascoltare, elementi essenziali per coltivare un’umanità che sia rispettosa e pacifica.

Davide

Cosa seguirà?

Tiziana Sto già lavorando a un nuovo progetto musicale che rappresenta un ulteriore passo avanti nel mio percorso artistico. In questo progetto, intendo dare maggiore spazio alle mie composizioni originali, cercando di fondere la mia identità musicale con le influenze e le storie che ho raccolto nel corso degli anni. Tuttavia, continuerò a esplorare e proporre la musica tradizionale meno conosciuta, quella che porta con sé racconti di terre lontane, antiche tradizioni e voci spesso dimenticate. Sarà un viaggio alla scoperta di nuove sonorità e della bellezza che risiede nel dialogo tra passato e presente.

Davide

Grazie e à suivre…

 

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