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Intervista con Giulia Firpo

10 min read

 Giulia Firpo – “Em seu piano” (Filibusta Records)

feat. Fabio Gorlier

Label: Filibusta Records

(distrib. fisica I.R.D., distrib. digitale Altafonte Italia)

 Link:

https://links.altafonte.com/86dqkdl

 

Esce il nuovo album di Giulia Firpo, “Em seu piano”, pubblicato da Filibusta Records (distrib. fisica I.R.D., distrib. digitale Altafonte Italia), che vede la collaborazione dell’artista Fabio Gorlier al piano.

Em seu piano è un disco nato spontaneamente dal desiderio di dedicare un omaggio alle perle rare della musica dell’America latina. Passione, preghiera, ritmo, incontro, desiderio, danza, flusso del tempo e memoria sono i temi delle canzoni che si presentano nella loro essenzialità ed eleganza dove la voce e il pianoforte dialogano in un abbraccio armonioso creando un’esperienza d’ascolto avvolgente: un invito a riscoprire la bellezza e la potenza di una musica che parla direttamente al cuore. L’album vede brani da scoprire di Gilberto Gil, Roberto Taufic, Milton Nascimento, Bebê Kramer ed altri, con una ricerca nel loro repertorio meno esplorato. Giulia Firpo voce, Fabio Gorlier pianoforte.

Tracklist:

Estrela – A medida da piaxão (Roberto Taufic / Lenine) / Drão (Gilberto Gil) /  Oración del remanso (Jorge Fandermole) / Milonga gris (Carlos Aguirre) / Encontros e Despedidas (Fernando Brant / Musica Milton Nascimento) / Algo contigo (Chico Novarro) / Dança do tempo (Iara Ferreira / Bebê Kramer) / Em seu piano (Roberto Taufic)

Discografia:

Giulia Firpo – “9 cordas” (2009, album)

Giulia Firpo – “En la Orilla del mundo” (2016, album, con gli arrangiamenti di Roberto Taufic)

Giulia Firpo – “Dança do tempo” (2025, Filibusta Records, singolo)

Giulia Firpo – “Drão” (2025, Filibusta Records, singolo)

Giulia Firpo – “Em seu piano” (2025, Filibusta Records, album)

Bio

Giulia Firpo, laureata in Lettere Moderne e diplomata in canto jazz presso il Conservatorio “A. Vivaldi” di Alessandria, ha approfondito lo studio del belcanto con il maestro Miguel Angel Curti a Bologna e ha partecipato a numerosi seminari jazz in Italia e all’estero, con rinomate voci del panorama jazzistico come Maria Pia De Vito, Shawnn Monteiro, Diana Torto, Norma Winstone. La sua formazione musicale include anche lo studio del pianoforte classico e jazz presso il Centro di Formazione Musicale della Città di Torino. Ha registrato alcuni album, tra cui “9 cordas” (2009) in duo con il chitarrista sette corde Marco Ruviaro, dedicato alla musica popolare brasiliana, l’album “En la Orilla del mundo” (2016) autoprodotto e con i raffinati arrangiamenti di Roberto Taufic per settetto. Ha collaborato con musicisti quali Roberto Taufic, Stefano Profeta, Federico Ariano, Miguel e Lautaro Acosta, Fabrizio Forte, Silvia Cucchi, Danielle Di majo e molti altri. Con Fabrizio Fortunato alla chitarra e Yulia Verbitskaja al violino, ha dato vita al progetto live “Aires del Sur”, dedicato alla musica latinoamericana e partecipato a diverse rassegne e al Jazz Festival di Moncalieri. Nel 2024, ha registrato a Torino l’album “Em seu piano” con il pianista Fabio Gorlier, di prossima pubblicazione con Filibusta Records.

Fabio Gorlier è un pianista diplomato al Conservatorio “G. Verdi” di Torino, con una solida formazione sia in musica classica che jazz. Ha studiato con importanti musicisti come Enrico Rava e Paolo Fresu, e si è laureato in discipline musicali e storia della musica all’Università di Torino. La sua carriera concertistica è intensa e variegata, con partecipazioni a numerosi festival jazz italiani e internazionali, tra cui Torino Jazz Festival, Time in Jazz di Berchidda, Mito, Dolomiti Ski Jazz, Time di Sassari, Europa Cantat, Piacenza Jazz Fest, Festival Jazz di Nuoro, Venezia Jazz Festival, Avigliana Jazz Festival, Fiorenza Jazz Festival, Expo 2015, Tor Vergata Roma Sinfonietta, Collisioni, European Jazz Expo 2009 di Cagliari, Moncalieri Jazz Festival, Piemonte in Musica, Rivoli Musica, esibendosi in teatri importanti come la Fenice di Venezia o l’auditorium “Agnelli” di Torino. Si è esibito anche all’estero in paesi quali Scozia, Irlanda del nord, Francia, Svizzera (all’interno del Festival del Cinema di Locarno 2015), Austria (nell’ambito della stagione Tiroler Festspiele di Erl), Ecuador (nell’ambito del Festival della cultura italiana), Palestina (nel “Jasmine Festival” di Gerusalemme e Ramallah), e Cina (al Festival Jazz di Shanghai). Ha collaborato con musicisti di fama come Billy Cobham, Javier Girotto e Tullio De Piscopo.

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Filibusta Records

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Ufficio stampa album Carlo Cammarella

Intervista

Davide

Buongiorno Giulia. Come si colloca in continuità “Em seu piano” (Nel suo piano) rispetto alla tua precedente discografia e cosa vi aggiunge?

Giulia

Sicuramente tra i miei tre dischi c’è una continuità e una coerenza per quanto riguarda il repertorio, e anche se nel disco “En la orilla del mundo” ci sono brani anche più pop in inglese e in italiano, il sapore degli arrangiamenti è sempre quello latin-jazz. Da quando ascolto i grandi autori della musica popolare brasiliana posso dire che è una strada da cui non si torna più indietro. Per me l’ascolto della musica di qualità è come educare il palato a gusti e cibi via via più raffinati e ci si abitua volentieri.

Davide

Avete scelto brani meno conosciuti di importanti autori quali Taufic, Gil, Nascimento, Fandermole, Novarro, Aguirre, Kramer… Come è avvenuta la scelta di queste precise “perle nascoste”, seguendo quale linea guida o elemento unificante condiviso, a parte ovviamente il fatto di appartenere a una serie di brani meno noti degli stessi?

Giulia

I brani li ho scelti tutti io e posso dire che nella scelta la melodia è sempre al primo posto e riconosco velocemente se quella melodia è nelle mie corde. Certo l’armonia e il testo sono aspetti importantissimi in una canzone, ma quando ascolto musica la melodia è il primo aspetto a cui il mio orecchio fa attenzione.

Mi piace andare alla ricerca di brani non troppo famosi e quando vado a sentire musica dal vivo o ascoltando le intere discografie degli artisti che amo scopro sempre qualcosa di nuovo.

Davide

In che modo avete lavorato a questo repertorio per farne la vostra versione/visione piano e voce, ovvero per renderli anche vostri attraverso l’arrangiamento e l’interpretazione?

Giulia

Dopo aver proposto a Fabio i brani mi ha fatto molto piacere che, nonostante non li conoscesse, si fosse dimostrato subito molto entusiasta della scelta. Fabio è un pianista con un gran gusto e ha molto mestiere nell’accompagnare le voci. Dalla prima prova è stato tutto molto fluido, a parte il brano di Carlos Aguirre che è il più complesso sia pianisticamente che vocalmente. Abbiamo anche registrato un mio adattamento in italiano del brano “Encontros e despedidas” che speravo di poter mettere nel disco. Purtroppo però i tempi per avere i permessi dalla casa discografica brasiliana da me contattata, sono stati troppo lunghi e senza esito. Dal Brasile mi avevano chiesto il mio testo in italiano, la registrazione, la traduzione dell’adattamento in portoghese e avrei tanto voluto avere un feedback positivo o negativo che fosse. Sono stata in attesa della risposta per un mese e mezzo e nel frattempo ero sempre in contatto con Stefano Isola che da Roma ha seguito benissimo tutto il mixaggio e mastering e il progetto grafico. Insomma avere i permessi dalla casa madre non è mai facile ma, e poiché si stavano allungando molto, sono ritornata in studio a registrare la versione del brano in portoghese.

Davide

Perché avete scelto “Em seu piano” di Roberto Taufic per titolare anche tutto il lavoro?

Giulia

Avevo il desiderio da tempo di registrare in studio solo con la voce e il pianoforte e il titolo del brano di Roberto richiamava proprio l’idea della voce avvolta dal piano, “nel suo piano”, in questo caso nel piano di Fabio.

Davide

Perché ti sei dedicata finora soprattutto al repertorio brasiliano? Cosa ti ha fatto appassionare a questo preciso mondo musicale e come ancora ti coinvolge e ti spinge a esplorarlo e farlo anche tuo, ad appartenervi?

Giulia

Questa è una domanda che mi faccio spesso anche io. Tra il Brasile e l’Italia così come tra l’Argentina e l’Italia ci sono intrecci culturali molto stretti: Brasile e Argentina sono state terre di immigrazione per noi italiani. Il Brasile ha oggi la più grande popolazione etnicamente italiana fuori dall’Italia e non so se sia un caso ma la maggior parte dei brasiliani che ho conosciuto in Brasile viaggiando tra San Paolo e Rio de Janeiro hanno tutti un cognome italiano; allo stesso modo in Argentina e in particolare a Buenos Aires esiste una numerosa comunità italiana specialmente legata alla mia regione, il Piemonte. Per questo sento famigliarità con queste terre, con la loro musica e con le rispettive lingue che amo molto.

Davide

Il disco è stato dedicato a Vittorio Mezzacappa, figura di rilievo al FolkClub di Torino e tuo caro amico, mancato l’anno scorso… Hai di lui un ricordo da condividere qui?

Giulia

Vittorio oltre che un caro amico (conosciuto facendo la volontaria per un po’ di anni al Folkclub di Torino), era una persona a me molto cara e mi ha sempre incoraggiato tanto ad andare avanti nella musica, ci teneva che io ascoltassi e scoprissi artisti di jazz e di musica etnica e quando dovevo cantare in concerto mi diceva sempre “dovresti cantare questo o quel brano” e aveva ragione, erano brani che poi finivano nel mio repertorio. Aveva una passione enorme per il jazz e in particolare per gli artisti ECM di cui aveva una copiosa discografia. Quando io e Fabio abbiamo registrato era aprile del 2024 e Vittorio è mancato proprio in quelle settimane. Per me è stato naturale dedicare a lui questo disco, penso e spero che gli sarebbe piaciuto. Ho gratitudine per lui e la sua moglie Mariaelisa.

Davide

C’è nel booklet un bellissimo tuo disegno in carboncino. Tua anche la copertina? Cosa volevate comunicare visivamente attraverso questo insieme informale di colori vividi?

Giulia

La copertina è un disegno dipinto da Stefano Isola di Arcipelago Studio di Roma, che come dicevo prima, ha curato il mixaggio, il mastering e il progetto grafico e con cui mi sono trovata benissimo sia professionalmente che umanamente. All’inizio volevo che fosse presente il disegno più o meno stilizzato di un pianoforte ma alla fine non ha funzionato perché sembrava una copertina di un disco in piano solo. Così ho abbandonato l’idea di rappresentare qualcosa di riconoscibile è ho preferito mettere colori caldi che richiamassero la musica che abbiamo suonato. Poi ho pensato di tirare fuori dalla cornice il mio disegno a carboncino che avevo fatto durante la pandemia e che mi aveva aiutata molto in quei lunghi mesi a tenere i nervi saldi, nella situazione a dir poco surreale che tutti noi abbiamo vissuto. Mi piace anche che ognuno possa vedere quello che vuole nel disegno di Stefano, io per esempio ci vedo le sagome di due volti.

Davide

Ma torniamo alla musica. Quali sono gli autori da te più amati, a cominciare da coloro che più ti hanno fatta appassionare alla musica e al canto?

Giulia

Solo la lista del mondo del latino-America sarebbe lunghissima ma cito per primi i compositori come Chico Buarque de Hollanda, Tom Jobim, Edu Lobo, Milton Nacimento, Hermeto Pascual, Noel Rosa, Adoniran Barbosa, Paulinho da Viola, Guinga, Joyce Moreno, Doryval Caymmi, Nana Caymmi, Caetano Veloso, Gilberto Gil, Carlos Aguirre e potrei continuare. Gli interpreti e anche le interpreti di cui adoro le voci sono Monica Salmaso, Rosa Passos, Beth Carvalho, Leny Andrade, Elis Regina, Nahuel Pennisi, Mayte Martin. Altri compositori contemporanei che ascolto spesso sono Silvia Perez Cruz, Salvador e Luisa Sobral, Ana Paula da Silva, le As Madalenas. Ma ascolto anche musica italiana (Lucio Dalla è il compositore più geniale per me) e amo molto il canto di Tosca, di Elena Ledda e dei canti iberici e mediterranei di Isabel Martin.

Davide

Tagore scrisse che “colui che canta passa dalla gioia alla melodia, colui che ascolta, dalla melodia alla gioia”? Cosa sono per te la voce e il canto? Cosa soprattutto provi cantando, cosa senti restituirti da chi ti ascolta?

Giulia

Cantare è una gioia, è un modo di comunicare e condividere qualcosa di profondo della mia anima che non saprei spiegare. Come diceva Ella Fitzgerald “basta intonare una melodia per sentire che il respiro si fa più ampio e il cuore più leggero. Il canto è un ponte che collega l’interno con l’esterno, che trasforma emozioni in vibrazioni e che rende visibile l’invisibile”. Il canto è cura di me stessa, è un viaggio dove il tempo si dilata in una bolla di grazia in cui non si può che stare bene.

Davide

Stefan Zweig disse che “basta mettere piede in Brasile per sentire l’anima schiudersi e divenire leggera”. Hai mai viaggiato in Brasile? Se sì, cosa più ti ha affascinato di questo paese e cosa più di tutto rivive ancora dentro di te?

Giulia

Si ho viaggiato in Brasile, per ora sono stata a San Paolo, Rio De Janeiro, Curitiba, Londrina. Vorrei tanto visitare il nord-est. Sicuramente porto dentro di me un sentirmi un po’ a casa, la bellezza della natura (le cascate di Iguacù) e le rodas de choro intorno ai tavoli.

Davide

Cosa seguirà?

Giulia

Oltre a i concerti un altro disco! Grazie Davide.

Davide

Grazie e à suivre…

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