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Versi d’istinto – Cataldo Amoruso Vitale

4 min read

Macabor Editore

Poesia

Pagg. 84

ISBN 979-12-81459-41-0

Prezzo Euro 13,00

Dolce malinconia

Versi d’istinto, che è la prima opera edita di Cataldo Amoruso Vitale, è composta da due raccolte, Dalla marina, versi in dialetto di Cirò Marina (KR), di cui non intendo parlare (c’è la traduzione in italiano in cui si può apprezzare la vena delicata, ma tendo a rifuggire il volgare per quella sua territorialità che si oppone all’unitarietà della lingua nazionale) e la ben più corposa, e per me linguisticamente più appetibile, Dai giorni.

Ciò premesso, dalla lettura di quest’ultima ho tratto nel complesso delle impressioni positive, a partire dal fatto che è senz’altro ben comprensibile, a tutto vantaggio di quella possibilità di instaurare un dialogo virtuale fra autore e lettore.

Amoruso ha una poesia di sentimenti, porge le sue sensazioni ed emozioni, peraltro ben controllate, affinché si possa cogliere l’occasione di diventare partecipi di una condizione che porta piano piano a un’apprezzabile serenità. Con uno stile snello, con una fantasia misurata, trasmette bene quel che prova, ricorrendo anche a forme retoriche, quali la metafora, mostrando una raffinatezza che ben s’intona con la struttura equilibrata dei versi.

La sera che non ha parole

Arriva a sorprendere

Come una mano sulla spalla

A dire quello che può dire una carezza, un ricordo

Di sogno più grande del vero

Un abbraccio che si perpetua

Un amore che non sa morire

Pure, la sua forza vive

In ogni piega della sera

Custode delle palme impreziosite

Dalle carezze mai finite.

Muoiono le albe, rimangono i sogni, quelli veri,

dove s’affacciano gli occhi a sera.

C’è tutta quella malinconia che si accompagna alle felici scelte poetiche, una malinconia che non è tristezza, ma eventualmente è rimpianto per cose o momenti passati.

Sono ricordi che emergono dall’oblio, immagini quasi eteree che si formano e sbucano dalla nebbia del tempo.

Ora dormono

le case dei piccoli ferrovieri

dormono in rovina

le cisterne

i pozzi

i forni

i magazzèni

solo li desta

con pena

il ricordo rettangolare delle luci

li attraversa

all’uscita dei canneti

tra un punto e l’altro di due case

un sibilo di treno

poco più che un richiamo

un sussurro

di cosa più non siamo

. / .

Tuttavia non c’è dolore, non si avverte il timore per una perdita, bensì si riesce a cogliere quella mestizia che nasce dalla consapevolezza che ogni cosa ha il suo tempo e che le nostre, quelle abbiamo avuto nella nostra esistenza, sono solo ormai ombre, tracce di ciò che è stato e che mai più ritornerà.

Sarà perché mi trovo con ciò che ha scritto Amoruso, sarà anche perché è già in me latente quella malinconia di cui ho detto sopra, ma sta di fatto che leggendo questi versi leggo me stesso, provo le stesse emozioni e le stesse sensazioni dell’autore, tanto da poter dire che io e lui siamo in totale sintonia.

Ne consegue che consiglio senz’altro la lettura.

Cataldo Amoruso Vitale nasce nel 1959 a Cirò Ma-rina (KR); dopo le scuole superiori si trasferisce in Emilia Romagna dove, per un quarantennio, svolgerà il ruolo di capo-stazione in Piacenza, nella cui provincia oggi risiede con la famiglia.

Studioso e cultore appassionato di storia e di lingue, soprattutto italiano e spagnolo, molto legato alla sua terra d’origine, oltre a numerosi saggi brevi condivisi nei suoi spazi telematici (Krimisa, blog personale), nel 2017 ha pubblicato Repertorio lessicale della parlata di Cirò e della marina, un progetto di ricerca e di analisi condotto per diversi anni, che ha riscontrato ampio consenso di pubblico e suscitato l’interesse di studiosi non solo calabresi.

Suoi scritti sono stati pubblicati sulla rivista del Centro Studi Bruttium, mentre una nota sulla poetica unitamente ad alcune poesie sono state pubblicate, a cura di Angela Greco AnGre, su Il sarto di Ulm, rivista di poesia delle edizioni Macabor.

La poesia, ricercata e studiata, da sempre presente nel suo quotidiano (una raccolta giovanile, da considerarsi una prova d’autore, fu data alle stampe emiliane negli anni Ottanta del secolo scorso e mai divulgata), resta la grande passione di questo autore.

Questo è il suo primo titolo edito.

 

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