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The Game

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gioco per 1-5 persone
Autore: Steffen Benndorf
Editore: dV Giochi (www.dvgiochi.com)
 
Chi dice che un gioco deve avere per forza un’ambientazione? A parte la grafica un po’ lugubre (si intravede una specie di teschio) e il minaccioso sottotitolo “Gioca finché puoi…” (in inglese era invece “Siete pronti a giocare a The Game?”) in questo gioco non viene nemmeno abbozzata una spiegazione del perché i giocatori debbano tentare di giocare tutte le carte del mazzo in un certo modo, come in realtà avviene per la quasi totalità dei solitari. Quello che è certo è che questo cooperativo (si vince o si perde tutti insieme) dal nome “The Game” si candida per avere il titolo più generico mai pubblicato, il che lo rende anche di difficile localizzazione nei siti online, tra una marea di giochi che si chiamano “Qualcosa – The Game”; ma questo non gli ha negato la possibilità di distinguersi tra i vari giochi astratti con le carte, fino ad arrivare alla nomination per il premio “Spiel des Jahres” del 2015 (poi vinto da “Colt Express”).
La scatola è molto piccola (come quelle per i mazzi di carte, tascabile e trasportabile) e contiene solo un mazzo di carte numerate da 2 a 99, quattro carte per il setup, sei carte dell’espansione (dal nome “On Fire”) e il regolamento.
A parte le regole non ci sono scritte in lingua sulle carte (in realtà non c’è quasi niente, a parte il numero), per cui è possibile acquistarlo e giocarlo in qualsiasi versione (ma l’edizione dV Giochi ha il vantaggio di contenere l’espansione); le carte sono robuste (telate, ma a occhio non robuste quanto quelle di Bang!), è vero che verranno manipolate di continuo, ma imbustarle vuol dire aumentare il costo del gioco di una notevole frazione.
Le regole sono quanto di più semplice abbia mai letto: si piazzano sul tavolo le carte iniziali (ovvero due con il valore 1 e due con il valore 100), si mischiano le altre e se ne distribuisce un certo numero ai giocatori (che dipende dal loro numero). A turno ognuno deve giocare almeno due carte dalla propria mano, piazzandole su una delle carte iniziali, con la restrizione che la carta deve essere di valore superiore all’ultima presente, se nella pila degli 1, o di valore inferiore all’ultima presente, se nella pila dei 100. Il giocatore di turno volendo può piazzarne anche più di due, ma in ogni caso deve sempre pescarne altrettante prima di passare la mano (se ce ne sono ancora nel mazzo). L’unica eccezione alla regola di piazzamento è la possibilità di “tornare indietro” se si può giocare una carta che ha una differenza di valore esattamente di dieci unità, rispetto all’ultima del mazzetto in cui si gioca; ad esempio, se su uno dei mazzi iniziati con l’1 c’è la carta di valore 32, si può giocare una qualsiasi carta di valore superiore oppure la carta di valore 22.
La partita termina quando il giocatore di turno non riesce a piazzare le due carte, e si conteggiano i punti in base a quante carte rimangono nel mazzo e in mano ai giocatori; riuscire a fare 10 punti o meno è un ottimo risultato, e la perfezione si raggiunge quando si riescono a piazzare tutte le carte.
Essendo un cooperativo, è essenziale che la difficoltà sia ad un livello tale da non renderlo banale, e in questo caso il requisito è pienamente rispettato, in più si possono apportare alcune modifiche per aumentare la difficoltà, come giocare con una carta in meno nella mano, oppure mettere l’obbligo di calare una carta in più. Il livello di comunicazione che si vuole mantenere dà un’altra possibilità di variare la difficoltà: più si parla, più risulta semplice (ricordando che non si può mai dire esplicitamente quali carte si hanno). E poi c’è l’espansione, che sostituisce sei carte del mazzo con altrettante dalla grafica differente: quando una di queste carte viene calata la si deve necessariamente coprire con un’altra nel turno corrente o nel successivo, pena la conclusione immediata della partita; espansione che va usata sempre nell’ottica di aumentare la difficoltà.
In alternativa al gioco fisico potete trovare su iTunes o Google Play la versione per iOS o Android, ancora più semplice da giocare (vi risparmia di dover mischiare le carte), con varianti ed espansione, anche se limitata al gioco in solitario.
Il gioco si spiega in un minuto (letteralmente), e si gioca al massimo in venti, essendo basato sulla pesca di carte è gestito in larga parte dalla casualità, ma rimane spazio per un po’ di tattica (e un po’ di memoria); il costo è sicuramente contenuto, ed ha un buon dimensionamento del numero dei giocatori, permettendo anche il gioco in solitario. Consigliato se state cercando un solitario di carte da fare anche in gruppo (qualsiasi gruppo e qualsiasi luogo), che sia molto semplice ma anche molto difficile.
E, per favore, non replicatelo (creandovi le carte o riutilizzando quelle di altri giochi), se non per provarlo la prima volta: in caso contrario non state ripagando l’autore per la sua inventiva (e il valore di un gioco non è la sola somma del valore di tutti i suoi componenti).

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