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Intervista con Giorgio Rovati

6 min read
 
Giorgio Rovati, in uscita l’album d’esordio “It’s Time”!
 
Con “It’s Time” per il talentuoso chitarrista Giorgio Rovati è arrivato il momento di pubblicare il proprio album di debutto. Il disco è composto da 7 tracce inedite e una cover, per un totale di 39 minuti di musica che spazia tra Rock e Metal strumentale. Con il supporto di Riccardo Merlini alla batteria e Alberto Rigoni al basso, Giorgio Rovati percorre diversi territori musicali, dal Rock all’Heavy-Metal, dalla Rock-Fusion al Prog-Metal. Da segnalare la presenza di alcuni ospiti di spessore tra cui Marco Zago (Daniele Liverani), Mauro Catellani (Alex De Rosso, Daniele Gottardo), Carlo Rubini (Kismet) e Andrea Pavanello (Artist Solo, Centrica).
 

È possibile acquistare il CD fisico direttamente on-line, nel sito ufficiale: http://www.giorgiorovati.com/site/release/its-time-2/

Nei principali Digital Stores è possibile acquistare il formato digitale:

iTunes:

https://itunes.apple.com/album/its-time/id950269780 

Amazon: http://www.amazon.it/gp/product/B00QU9WP7Q/#?_encoding=UTF8&linkCode=ur2&camp=1789&creative=390957#?_encoding=UTF8&tag=heaprcom05-20&linkCode=ur2&camp=1789&creative=390957

 
Dicono di IT’S TIME:
METAL HAMMER – “Un disco progressive, strumentale, ottimamente suonato e prodotto, di rapida assimilazione e che mette al centro del proprio obiettivo l’ascoltatore e non chi lo suona: merce rarissima oggigiorno!”
 
RockHard – “IT’S TIME un lavoro vivamente consigliato tanto agli inguaribili estimatori dei virtuosismi più azzardati, quanto ai semplici fruitori di sano rock strumentale”
 
CHITARRE – “Disco fantastico di prog, rock, a tratti metal… la fusion a questo ragazzo di Padova piace molto. Non abbiate paura! Acquistate It’s Time di Giorgio Rovati con fiducia.”
 
 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Giorgio. Cos’hai fatto prima di questo ottimo debutto e come nasce e si evolve la tua storia musicale?
 
Giorgio
Ciao! La mia prima esperienza discografica è arrivata nel 2008 come chitarrista e compositore di un progetto Prog-Metal chiamato Centrica. Da allora ho continuato a scrivere riff e canzoni, sia per un nuovo disco dei Centrica che per eventuali progetti paralleli. Nel 2013 mi sono divertito a registrare e produrre da solo 9 cover Pop/Dance moderne, riarrangiate in chiave Rock/Metal. È uscita una cosa stravagante che ho chiamato “Rocking the Pop”.
Prima di tutto, questo: la mia storia musicale è iniziata come tanti altri, da bambino, studiando chitarra classica. In quegli anni però mi sono mancati gli ascolti di dischi e di diversi generi musicali. Familiari e conoscenti da questo punto di vista non mi hanno aiutato molto, inoltre internet ancora non esisteva… per me non è stato facile scoprire nuova musica. Solo a 15 anni ho scoperto l’esistenza dei generi musicali Rock / Metal e di uno strumento chiamato “chitarra elettrica”. Credo non serva sottolineare quanto mi abbiano colpito.
 
Davide
Perché hai scelto di fare un disco strumentale?
 
Giorgio
Ti confesso che alcuni anni fa mi ero promesso di non comporre più dischi strumentali ma per questo album ho voluto fare uno strappo! Il materiale musicale che avevo accumulato lo vedevo perfetto per una produzione strumentale e già durante la pre-produzione non avevo dubbi: suonava bene così! Inserire una voce voleva dire rischiare di compromettere il risultato finale. Inoltre so bene quanto sia difficile trovare voci convincenti, capaci di portare un valore aggiunto al tuo lavoro e alla band.
Però devo dire che per uno strumentista in questo modo c’è una libertà d’espressione assoluta e se sei anche l’unico compositore allora puoi dare sfogo alla tua fantasia.
 
Davide
It’s time… Dunque è tempo… Tempo per cosa?
 
Giorgio
Per diversi anni ho scritto e completato brani pronti per essere pubblicati ma che alla fine sono rimasti nel cassetto, e lo sono tuttora. Non vedevo la maturità in quelle composizioni, per me un disco deve dire qualcosa di nuovo o qualcosa di diverso dagli altri. “It’s Time” per me ha segnato il momento in cui ho realizzato di aver raggiunto una sufficiente maturità e di aver accumulato un numero di buone idee tale  da  poter giustificare un’uscita discografica da solista.
 
Davide
La posizione delle lancette di un orologio può avere un certo significato, come ben sappiamo dalle sempiterne dieci e dieci che sorridono della gran parte delle immagini commerciali degli orologi. Ma poi può esserci un’ora che ricordi qualcosa in particolare: penso a un 8 e 15 di Hiroshima o a un 10 e 25 della strage alla Stazione di Bologna e via dicendo. Il tuo 12 e 07?
 
Giorgio
Il mio 12 e 7 ha un significato preciso, anzi, tre distinti. Primo: sono due dei richiami numerici che si possono trovare lungo la tracklist del disco. Secondo: in musica ci sono 7 nomi di note ma in realtà in un’ottava i suoni sono 12. Quindi 12 note gestite con 7 nomi: ecco il mio “12 e 7”.
Terzo: per la composizione, in particolare di “12:00” (Twelve o’Clock), mi sono servito del quadrante di un orologio e delle sopracitate 12 note.
Dato il titolo dell’album mi è sembrato il caso di rappresentare un bell’orologio analogico fermo sulle 12 e 07.
 
Davide
Ci sarà un tour insieme a Merlini e Rigoni?
 
Giorgio 
Lo spero! Dipenderà dalle occasioni che si presenteranno e anche da come procederà la diffusione di “It’s Time”.
 
Davide
Qual è il tuo obiettivo più grande ora che hai intrapreso ufficialmente la tua carriera musicale e artistica?
 
Giorgio
Per i più fortunati gli obbiettivi raggiunti sono i propri sogni del passato vicino o lontano. Per me “It’s Time” è stato questo! Quindi i miei attuali sogni sono gli obbiettivi più grandi che ho… ma per scaramanzia non mi esprimerò.
 
Davide
Quali sono i chitarristi da te più amati? Quando, secondo te, un chitarrista è un buon chitarrista?
 
Giorgio
Mah, sono tanti e molto diversi tra loro. Dimenticherò sicuramente più di qualcuno, comunque in ordine sparso direi: Robben Ford, Guthrie Govan, Paul Gilbert, Yngwie Malmsteen, Steve Vai, Allan Holdsworth, Alex Stornello, John Petrucci, Rusty Cooley, Frank Gambale, Dimebag Darrell, Andy Timmons, Joe Satriani, Slash, Michael Romeo, Van Halen.
Questi sono solo alcuni ottimi chitarristi, oltre a saper suonare il loro strumento a un certo livello sono stati capaci di costruirsi uno stile ben riconoscibile, con un suono caratteristico e una produzione discografica non ripetitiva. 
 
Davide
Perché hai scelto di chiudere il disco con una cover di “When we stand together” dei Nickelback?
 
Giorgio
Essendo l’unica cover inizialmente volevo fosse una traccia bonus ma poi l’ho lasciata semplicemente come ultima. È un brano melodico ma incisivo, secondo me perfetto come ultima traccia di questo disco. Una ragione piuttosto pratica.
 
Davide
Cos’è per te il rock e cosa, soprattutto, non smette ancora di essere?
 
Giorgio
Per me è quel genere che permette piena libertà di espressione musicale. Probabilmente è anche il genere che più è in grado di evolversi e mutare, offrendo più facilmente la possibilità di includere al suo interno influenze derivate da altri generi anche molto lontani dal Rock stesso.
Direi che il rock non smette di portare energia! Un’energia positiva!
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Giorgio
Beh, seguirà il maggior impegno possibile per far percorrere a “It’s Time” più strada possibile.  Poi vorrei inserire una voce nei miei futuri brani e riuscire così a produrre un disco cantato da portare stabilmente nei live.
 
Davide
Grazie e à suivre…

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