KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con Claudio Orlandi

9 min read
PANE
Dimissione
 

Pane presenta “Dismissione”, il nuovo progetto sull’amianto, in collaborazione con il poeta Fabio Orecchini – CD e Libro da Luca Sossella Editore

Pane presenta “Dismissione”, il nuovo lavoro dedicato alla problematica dell’amianto
in collaborazione con il poeta Fabio Orecchini 
CD e Libro da Luca Sossella Editore
Introduzione di Gabriele Frasca e contributo di Stefano Solventi
pag. 72 – prezzo: 10,00 euro
Il sito di “Dismissione” con materiale audio e video – http://dismissione.wix.com/il-sito
 
“Dismissione” è il quarto lavoro dei Pane, formazione romana tra le più originali nel panorama musicale italiano.
Il progetto nasce in collaborazione con Fabio Orecchini, e si sviluppa come esperimento di poesia totale.
Un progetto multimediale attraverso un’analisi storica, fisica e sociale del dramma “amianto”ed allo stesso tempo una ricerca autentica sul linguaggio come materiale sonoro e verbovisivo. I testi sono un adattamento del lavoro di Fabio Orecchini presente nel libro, ed in queste registrazioni il gruppo prosegue il suo percorso di contaminazione tra musica e parola poetica quale forma d’arte e di espressione viva. La musica dei Pane si fa più ostica, aggressiva, industriale, pur non assumendo le forme del genere e rimanendo sempre e solamente acustica. Non poteva essere altrimenti.
“Questo lavoro scava sottoterra. È pensato e costruito nel solco di un’idea, un corpo di esperienze autentiche. La resurrezione è un obbligo, una necessità storica. Abbiamo dato la dolcezza ai vermi, l’anima all’Orsa, ora un uomo può vivere” – Claudio Orlandi – Pane
“Quando ho saputo che i Pane avevano deciso di lavorare su Dismissione di Fabio Orecchini ho subito pensato che si trattasse della band più adeguata. In grado di fuggire il tranello retorico di tanta musica “impegnata” perché capace di scomodare un’espressività lirica, teatrale, amorfa, pre-verbale. Eppure tenacemente aggrappata alla parola come depositaria di senso profondo e sfaccettato.” Dall’intervento di Stefano Solventi.
“Il cuore della faccenda sta nelle cose: ogni generazione ha difatti i suoi oggetti, taluni persino transazionali. Orecchini, da questo punto di vista, fa una scelta di estrema consapevolezza: le cose della sua generazione vivono del lascito tossico della presunta eternità della merce della generazione che l’ha preceduta.” Dalla prefazione di Gabriele Frasca.
Dedicato a tutte le vittime dell’amianto
Tracklist: 1. Bocche / 2. Madame Eternit / 3. Acqua Nella Pancia / 4. Laminare / 5. Balene / 6. Tuo Figlio
Formazione: Claudio Orlandi – voce / Maurizio Polsinelli – piano / Vito Andrea Arcomano – chitarra acustica / Claudio Madaudo – flauto traverso / Ivan Macera – batteria
Registrato e maturato al Controfase Studio – Roma
Assistenti e tecnici di studio in fase di registrazione: Pietro Pompei e Tommaso Cancellieri
Missaggio e masterizzazione: Tommaso Cancellieri

Pane
  formazione romana composta dal pianista Maurizio Polsinelli, il chitarrista Vito Andrea Arcomano, il batterista Ivan Macera, il flautista Claudio Madaudo e Claudio Orlandi alla voce. Il disco gruppo ha iniziato il suo percorso nei primi anni ’90, sempre alla ricerca di uno stile personale, in forte equilibrio tra parola e musica. La centralità del testo è sostenuta da un tessuto musicale che trae le sue origini da diverse fonti, in particolare dall’epica rock, dalla ricerca pianistica del primo Novecento, dalla teatro-canzone, dal jazz, dal mondo della poesia sonora con appelli al progressive italiano.
Discografia: “Pane” (autoproduzione, 2003) – “Tutta la dolcezza ai vermi” (Pane/Lilium/Venus-2008) – “Orsa Maggiore (Pane/ New Model Label / Audioglobe)
Fabio Orecchini (1981) I suoi testi e le sue opere visive sono pubblicati su quotidiani (“La Repubblica”, “Il Resto del Carlino”), riviste (“inpensiero”, “Argo”), antologie (Pro/Testo, Fara Editore 2009, Poesia di Strada, Vydia 2011) e siti letterari (Nazione Indiana, Imperfetta Ellisse) ed è stato ospite di alcuni tra i più importanti festival italiani (RomaPoesia, TorinoPoesia, La punta della lingua). Come regista ha realizzato “[A]live Poetry”, un progetto di videoarte dedicato ai poeti contemporanei (tra cui Mesa, Pugno, Marzaioli) e il mediometraggio “Inventario Privato. In dialogo con Elio Pagliarani.”
 
Link: il sito di “Dismissione” con materiale audio e video – http://dismissione.wix.com/il-sito
Pane: www.progettopane.org
Luca Sossella Editore: www.mediaevo.com
New Model Label: www.newmodellabel.com
 
 
Intervista con Claudio Orlandi
 

Davide
Ciao Claudio, ciao Pane, ben tornati con questo ottimo lavoro che ho potuto apprezzare nelle due sue forme: il libro di poesie di Fabio Orecchini e il cd con la vostra interpretazione sonora e vocale. Intanto ti chiedo come vi siete imbattuti in questo testo, Dismissione, e perché l’avete scelto per farne una versione da voi recitata e musicata? 

Claudio
Abbiamo conosciuto Fabio qualche anno fa, lui collaborava alla gestione di un locale romano, il Beba do Samba, nel quale abbiamo suonato molte volte. Vista la natura delle nostre composizioni ed il nostro particolare interesse verso la poesia contemporanea (ricordo bellissime serate in occasione della presentazione dell’antologia “Calpestare l’oblio -100 poeti italiani contro la minaccia incostituzionale”), Fabio mi ha proposto il suo testo, Dismissione appunto. Si è trattato di un colpo di fulmine. Sono entrato subito in comunicazione fisica col testo ed in un primo momento vista la sua struttura ho pensato di proporlo per sola voce e corpo. Mi sembrava naturale farlo, non saprei spiegare perché e percome . forme istintuali . Di fatto l’abbiamo proposto in questa forma una prima volta, ma quasi simultaneamente si è andata sviluppando la sua versione Pane in completa comunione con il gruppo musicale vero e proprio. E ne eravamo subito tutti entusiasti.
 
Davide
Fabio Orecchini vi ha in qualche altro modo collaborato, oltre che prestando il suo testo?
 
Claudio
Con Fabio ha preso naturalmente forma un’amicizia. Abbiamo parlato spesso in fase di realizzazione, costruzione e sviluppo del lavoro, al fine di comprendere le sfumature del testo, le ambientazioni migliori i passaggi decisi. Ma è stato sin da subito generoso nel lasciare che potessimo manovrare con agilità sul testo che dalla carta passava ad una nuova veste.
 
Davide
In che modo avete lavorato, con quale approccio o metodo, nel vocalizzare e sonorizzare queste poesie?
 
Claudio
Come accennato si è trattato di un procedimento del tutto naturale ed in linea con il nostro consueto agire, ossia suonando e ricercando in sala prove. Una volta impostata la traccia madre abbiamo suonato Dismissione diverse volte dal vivo, per capire e sondare il terreno degli ascoltatori. Per noi era chiaro l’obiettivo, ma non eravamo completamente sicuri della riuscita finale. Le esibizioni dal vivo ci hanno convinto ulteriormente della bontà del lavoro e siamo andati avanti con assoluta tranquillità.
 
Davide
Il libro è tutto sommato breve; perché avete deciso di non decantarlo tutto, ma solo in parte, operando una sintesi per un tempo inferiore alla mezz’ora? Come avete escluso quindi alcune parti e come ne avete scelte delle altre?
 
Claudio
La tematica è decisamente dura. Il timore era che si appesantisse ulteriormente una struttura già di per se solida e per certi aspetti pericolosa. Chiaro sin da subito che avremmo interagito solo con la prima parte del testo, che mi sembrava più coerente e riconoscibile, sia sotto il profilo della tematica che dello stile. All’interno di essa, nel procedere del lavoro abbiamo cercato di togliere, di svelare/creare connessioni sonnambule tra le parole, comunque spazi di aria e dialogo tra voce, emozioni e ambientazione musicale. Un adattamento per l’esecuzione dal vivo.
 
Davide
È un periodo questo in cui io personalmente, da torinese, sono molto sensibile alla parola “dismissione”. Torino, dopo il suo passato di capitale industriale, è la città italiana in “dismissione” per eccellenza. Da trent’anni siamo la città dei processi di dismissione, bonifica e riuso post-industriale. Ma anche della perdita di lavoro e di reddito, della cosiddetta “povertà grigia”. Oggi la città più povera del Nord Italia. O, per i suoi continui primati e poi trasferimenti di “competenze”, in dismissione da almeno 150 anni. Sono altresì sensibile alle tematiche del mondo operaio, di chi in fabbrica vi ha sofferto (come vi soffrì mio padre). Cos’è la dismissione in questo momento della nostra storia nel senso più ampio nella poetica di quest’opera?
 
Claudio
Per certi aspetti questa è la tematica centrale del lavoro. Una risposta è il testo stesso di Fabio e quindi l’idea di porlo a fondamento di un lavoro di natura discografica, che anche per noi Pane rappresenta un passaggio fondamentale del nostro percorso umano e artistico. Aprendo lo sguardo ci troviamo di fronte ad un paese in grande trasformazione, un processo che vede coinvolta tutta la popolazione che si trova a dover dismettere criteri e valori che hanno segnato la storia d’Italia degli ultimi 50 anni sotto i diversi aspetti economici, politici, culturali. Per certi versi “dismissione” è un termine terribile, terrificante, ma quando arriva il suo momento non guarda in faccia nessuno e non fa sconti. Non saremo più come siamo stati. Non sempre è un male, c’è anche chi accoglie questo fatto come una benedizione.
 
Davide
Da Adriano Spatola alla Pop Art, il “verbo” cede il passo all’immagine, alla parola fatta immagine, al segnale visivo e non più acustico… cos’è oggi la “Poesia Totale” secondo Pane e, in particolare, in questo progetto? Come si traduce nelle performance dal vivo?
 
Claudio
Non starei a dar significati eccessivi a parole grasse come Poesia e Totale. Chi ascolterà Dismissione, magari seguendone il corpo con il testo scritto potrà farsi la propria personale opinione o idea dell’obiettivo che ci eravamo posti ed il risultato. Dal vivo eseguiamo Dismissione. Seguiamo le varie porte che ci siamo dati, entrando ed uscendo dagli ambienti lessicali e sonori. Ogni volta è diverso con una buona dose d’improvvisazione. Un’esperienza nuova. Anche per chi ascolta.
 
Davide
L’asbestosi è stata la prima malattia professionale amianto-correlata riconosciuta; eppoi tumori della pleura (il mesotelioma pleurico) e il carcinoma polmonare. L’amianto, la “malapolvere”, è un nemico subdolo, che colpisce a distanza di anni e continua a fare vittime anche oggi, nonostante la “dismissione”. Anzi: secondo studi scientifici ed epidemiologici il picco di malattie provocate dall’esposizione all’amianto si raggiungerà nei prossimi 15 anni. I mesoteliomi con esito infausto sono circa 1.500 l’anno, i tumori polmonari almeno tremila e, se si aggiungono le altre patologie asbesto-correlate, siamo ben oltre i 5mila morti per amianto ogni anno. E non c’è solo l’amianto… L’impressione è che abbiamo appena iniziato a pagare il conto salatissimo di anni e anni, decenni di inquinamenti di ogni sorta. Qual è il messaggio di “Dismissione” a tale proposito?
 
Claudio
Di fronte al calvario dei malati di amianto, i morti e le sofferenze personali é difficile lanciare un messaggio. Come tu scrivi sarà nel prossimo futuro – la nostra generazione – a pagare forse il conto più alto per l’uso indiscriminato che si è fatto sino a pochi anni fa del materiale killer. L’invito è a far si che sempre più persone prendano consapevolezza della problematica che a nostro avviso deve essere ancora metabolizzata dal corpo sociale nella sua drammatica gravità. Il fenomeno artistico a volte può fungere da apparato digerente del corpo sociale, rispetto a determinati eventi o informazioni. Può aiutare non solo a comprendere la realtà ma anche a sviluppare i dovuti anticorpi. Avremmo fatto molto, nel nostro piccolo, se il lavoro svolto desse dei risultati in tal senso.
 
Davide
Vi siete avvicinati in certa misura alla musica industriale e post-industriale, che esprime in particolare la malattia e il disagio dell’uomo nei confronti della società industriale, in modo però decisamente inedito e innovativo, attraverso cioè l’uso di strumentazione acustica. Un presagio di morte futura della civiltà industriale così come finora l’abbiamo intesa, una rivincita del suono più naturale, così come di una società più umana, sulla macchina o altro ancora?
 
Claudio
La dimensione acustica è parte integrante della cifra stilistica del Pane. E’ il nostro modo di stare al mondo e comunicare con esso per via strumentale e vocale. In questo caso è stato molto stimolante dialogare con ambientazioni apparentemente distanti.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Claudio
Il mare …
 
Davide
Grazie e à suivre…
 
Claudio
Grazie a Te! Baci di Pane 
 

Commenta