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Mio Figlio Senza Freni – Martin L. Kutscher

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Guida Di Sopravvivenza Per Genitori Di Bambini Iperattivi
 
In questi ultimi anni si sono moltiplicati i manuali che prendano in esame il disturbo da deficit di attenzione e di iperattività. Con la sigla ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) si definisce infatti un disturbo che porta molti bambini a non riuscire a “frenarsi” nelle loro attività quotidiane e li blocca nella capacità di concentrarsi su quello che gli viene chiesto dal mondo degli adulti. E’ un problema che è divenuto oggetto di studio anche della neuropsichiatria infantile, da quando si è scoperto che esso può essere ascritto anche  a cause biologiche, limitatamente ad alcuni casi specifici naturalmente più rari rispetto all’intero mondo infantile che presenta semplici problemi di comportamento.
La bibliografia sull’argomento è molto vasta e spesso spazia da libri che descrivono il deficit nelle sue componenti neurologiche e mediche a manuali che prendono in esame tecniche di tipo comportamentale, cognitivista o di altro genere, che provano a dare una risposta a questo tipo di problema.
Questo ultimo manuale della Erickson si inserisce all’interno di questo filone di interesse presentando, però, delle caratteristiche che possono renderlo interessante e specifico rispetto ad altri manuali.
In primo luogo esso è rivolto soprattutto ai genitori: l’ADHD infatti è un problema che investe in primo luogo le famiglie, che spesso si trovano frustrate e impotenti di fronte a questo tipo di difficoltà. In questo manuale i genitori troveranno parecchi consigli, molto pratici, per gestire tutti gli aspetti connessi con questo disturbo, presentati in uno stile semplice, colloquiale e breve. A differenza di manuali specialistici, infatti, questo testo in poco meno di 150 pagine dà una panoramica completa del disturbo ADHD e offre proposte operative, formulate in quattro regole fondamentali che costituiscono i quattro capitoli fondamentali del libro (positività, mantenere la calma, organizzazione e altri interventi scolastici, perseverare).
In secondo luogo, colpisce soprattutto lo stile rasserenante con cui Kutscher, docente di un istituto di Pediatria e Neurologia di New York, si rivolge ai genitori, segno anche di una grande esperienza di aiuto alle famiglie a cui principalmente si rivolge con questo testo. Di fronte ai parecchi segnali di allarme che questo tipo di disturbo lancia all’interno del panorama scolastico e sociale, l’autore invita a mantenere un clima positivo, che alla lunga è l’unico stile educativo capace di modificare i comportamenti e di risolvere, se non in modo totale il deficit che il bambino o la bambina presenta, almeno tutti quegli aspetti correlati che spesso sono fonte di inutili ansie e preoccupazioni. Il libro, infatti, presenta tutta una serie di  ingredienti indispensabili che hanno proprio lo scopo  di aiutare concretamente e rasserenare il clima famigliare: la capacità di organizzare la propria vita famigliare in modo da uscire dai semplici problemi presenti su cui spesso ci si focalizza aumentandoli; l’abilità di discernere quelle che sono difficoltà oggettive del bambino o della bambina a “funzionare” nel modo in cui gli altri bambini funzionano da sentimenti invece di pigrizia, menefreghismo o di opposizione reale verso il mondo degli adulti, che spesso sono assenti in questo tipo di problematiche; la costanza nel perseverare nel desiderio di aiutare a risolvere la situazione. Questi elementi sono dunque tutti aspetti molto interessanti e specifici di questo manuale.
Un ultimo aspetto che rende questo ultimo volume della Erickson originale rispetto a tutta una serie di suggerimenti bibliografici sull’argomento è sicuramente il fatto che il testo si presenta comunque completo e aggiornato su un tipo di deficit su cui negli ultimi anni ci sono stati anche diversi dibattiti e novità nel modo di definirlo e affrontarlo; in linea con le più recenti classificazione dei deficit, infatti, l’autore descrive l’ADHD come un disturbo delle “funzioni esecutive”, ovvero quella parte del nostro cervello, localizzata nei lobi frontali e prefrontali, che permette al nostro io di inibire i comportamenti immediati per valutare e scegliere comportamenti adeguati alla situazione. Con una metafora si potrebbe dire che l’ADHD agisce a livello dei freni di una macchina, rendendo più difficile le frenate, che invece sono necessarie per una guida sicura e consapevole, tra le innumerevoli possibilità che la vita presenta.
 A questo proposito è interessante anche il capitolo che l’autore dedica all’uso o meno dei farmaci per affrontare questo tipo di disturbo: anche questa tematica è stata oggetto di vivaci dibattiti negli ultimi anni; la tesi dell’autore è che comunque i farmaci possano essere un supporto utile per quei casi, (lo ripetiamo rari rispetto all’insieme dei ragazzi che hanno disturbi di comportamento), in cui il deficit si manifesta come certificato su base neurologica. I farmaci, che fra l’altro l’autore descrive in  modo ampio, non sono tanto da intendere come dei “sedativi” quanto piuttosto degli stimolanti a livello di quei freni, di cui la macchina del nostro cervello ha bisogno per funzionare in modo corretto, per rimanere all’interno della metafora automobilistica. Naturalmente sul tema dell’uso o meno dei farmaci si è aperto in questi ultimi anni un vivace dibattito su cui sono legittime diverse posizioni. L’autore comunque tratta il tema con competenza, essendo un medico, e mi sembra con un sano equilibrio, tipico di chi evita facili estremizzazioni.
Il manuale si conclude con un capitolo che sintetizza i contenuti fondamentali del libro e con dei test utili per valutare alcuni comportamenti e funzioni che possono essere sintomi dell’ADHD, segno anche questo di un’attenzione divulgativa che caratterizza come dicevamo tutto il libro.
La collana “Capire con il cuore” della Erickson si conferma con questo ultimo testo un buono strumento per avere a disposizione manuali completi e validi su diversi argomenti di importante attualità in ambito educativo.

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