
In concomitanza con la prima data del tour, uscirà in esclusiva per iPad l'App di Sergio dal nome "Uno nessuno in dieci cose", parafrasando Pirandello. Sfruttando una tecnologia nuova e innovativa, gli “AppNauti”, come ama definirli Sergio, potranno scaricare e scoprire in anteprima contenuti speciali attraverso azioni ludiche e interattive. Il film legato a Dieci Eventi d’Amore sarà disponibile in anteprima su iPad.
Ha anticipato il tutto il singolo “Come Va” che, ricordiamo, è uscito in esclusiva digitale su iTunes il 20 gennaio, compleanno di Marco Simoncelli e presentato in anteprima proprio durante la serata a lui dedicata.
Ciao Sergio… Un bel disco per cominciare. Era quello che avresti voluto fare fin dall’inizio, ancora prima di scoprirti comico e attore? Com’è nato il tuo amore per la musica? Cosa è stato per te fare questo disco?
Grazie per il “bel disco”! Al di là di quel che dicono in giro, i complimenti fanno sempre piacere..
Perché “dieci venti d’amore”? Perché l’amore ha da sempre così tanto bisogno di essere cantato?
Il titolo è un titolo composto, pensato, ragionato. A differenza degli album che girano in giro adesso dove il titolo dell’intero album è il titolo del singolo più spinto, il mio disegna un intero progetto. infatti non esiste la canzone “dieci venti d’amore “. DIECI: le canzoni del disco. VENTI: come gli anni in cui sono state scritte. Ma anche come “venti”, soffi d’aria”, parola dal doppio significato come da sempre è la mia anima, divisa. AMORE: l’elemento che lega tutto. Dieci foto musicali che mostrano come ho vissuto e descritto quel sentimento in questi anni.
È partito con la festa della donna e si è concluso con quella del papà il tuo tour promozionale. Com’è andata, innanzi tutto, e cosa vuol dire per te, dopo tanto teatro, misurarti ora con la dimensione “live” della musica con una vera band?
Il tour è stato qualcosa di magico. Dieci persone in giro per 12 giorni per 10 show in tutta Italia isole comprese. M’è sembrato di star via di casa due mesi… un’avventura stupenda! Io sul palco live con una vera band? Il ritorno alle origini!
Avevi già scritto canzoni in passato, come quella con Luca Bonaffini (La bella forza, 2006) in collaborazione con il Centro Servizi del Volontariato di Mantova. Ora, con “Dieci venti d’amore”, devolverai i proventi della vendita digitale del brano “Come va” alla Marco Simoncelli Fondazione Onlus e del disco all’Associazione Italiana Sindrome di Moebius, una rara forma di ipotrofia o assenza di nervi cranici che comporta paresi e animia facciale. Chi ne è colpito, con vari livelli di gravità, insomma, non può tra le altre cose ridere o sorridere… Come nascono queste due precise scelte?
Ho sempre fatto solidarietà. Mi hanno insegnato a pensarci come A un’esigenza personale e civile molto importante. Ho fatto tante cose. Tanto altro c’è da fare. Questa domanda è molto profonda ed esige una risposta lunga e personale. Chiedo venia, ma dico solo: se potete, aiutatemi ad aiutare chi ha deciso di aiutare! Altro apparente sciocco gioco di parole…
Un ricordo che hai di Marco Simoncelli?
Vita! Vita vera. Vita viva! Un amico… cavallo di razza sui motori e persona per bene nella vita.
Nella prefazione delle “dieci note di carta” hai scritto che sei l’unico comico della tua generazione che non ha fatto un libro… O non ancora. Intanto ci hai offerto dieci appunti di viaggio presi dalle tue Moleskine. Da come scrivi, penso però che tu sia un buon lettore. C’è uno scrittore o un libro in particolare che ti porti più dentro di altri?
Profonda è la parte in cui tengo i miei scritti. “Miei” anche se non li ho scritti io. Io sono parte di loro, più che loro di me. Adesso mi sto perdendo, per l’ennesima volta, nel viaggio per mare, per terra, nell’animo umano, de “Il conte di Montecristo” di A. Dumas (padre).
Sei stato artista di sera e operaio di giorno per molti anni. Cosa diresti ai giovanissimi che, soprattutto per colpa di certa televisione, pensano o programmano di arrivare subito al successo senza quasi più considerare quella che un tempo veniva detta la “gavetta”?
La “gavetta” non esiste. C’è un percorso personale da fare. Ci sono dei sogni da inseguire. C’è la propria volontà, il caso, la fortuna, la sfiga e un bel po’ di altra roba in ballo. Io faccio parte di quella generazione (ma non posso garantire che sia una cosa generazionale) che vedeva la tv come punto d’arrivo e non di partenza. Ma tutto è cambiato. O forse tutto è uguale… l’animo umano, nelle sue piccolezze, nelle sue enormità, è sempre lo stesso.
Davide
Il primo venuto, purché sappia divertire, ha il diritto di parlare di se stesso (Charles Baudelaire). Cos’è per te l’umorismo e cosa vuol dire per te poter parlare ad altri di te stesso o comunque attraverso te stesso?
È venuto tutto così naturale… difficile da raccontare… di elaborato e pensato c’è solo il lavoro fatto per tentare di colmare le lacune che avevo e trovavo andando avanti nella mia strada professionale. Qualche anno di psicoanalisi ha poi cambiato me e, inevitabilmente, il mio lavorare. Ma profonda è la voglia di raccontare e di vivere attraverso il raccontare e il raccontarsi, le mille ipotetiche diverse vite che avrei potuto vivere. Scelte diverse. Mie, di altri, del fato.
Fabio Treves è un nome storico del blues italiano. Grande armonicista, è stato forse l’unico musicista italiano mai salito sul palco con Frank Zappa. Parlaci di questo incontro…
Ho amato Fabio dal primo nostro incontro. Per anni ho ascoltato blues. Volevo omaggiare questo tipo di musica e invece di tentare di fare un brano blues, ho pensato di chiamare il blues fatto uomo. Fabio? Un fratello maggiore.
Il tuo comico preferito?
Non lo so… pensandoci sicuramente potrei fare dei nomi, ma l’operazione stessa dimostrerebbe che non c’è uno su tutti da citare al volo.
Il disco che ti ha fatto “vedere la luce”?
Sono tanti e pochissimi. Dipende molto da cosa vogliamo intendere per “vedere la luce”.
Musicista o attore comico… penso ad alcune battute nel tuo spettacolo “L’ultimo dei freak” sull’essere o proporti ora come uno, ora come l’altro… Adesso una cosa è certa: non sei sprecato né in una veste, né nell’altra… C’è qualcos’altro che ti piacerebbe fare o coronare in futuro?
Faccio tante cose. Non posso dire che sono bravo in tutto, ma posso affermare e assicurare che cerco di fare al meglio delle mie possibilità, tutto ciò che faccio. Vivo con il motto “cerca di essere migliore, più intelligente”. Mi dico “cerca”… mica sempre ci riesco.. Mille sgrilli vivono in me. Spesso la convivenza è forzata e non pacifica. Inevitabilmente sgrilli comico troneggia come popolarità su tutti gli altri che non accettano bene la cosa. Faccio regie. Scrivo per altri. Ho rubriche su un settimanale ed un mensile. Scrivo, suono, canto e arrangio musiche. Presento. Produco. Recito. Insegno. Noioso ripetere io faccio, faccio e poi faccio… da sempre amo definirmi una Mente Pensante.
Davide
Cosa farai a seguire?
Tenterò di fare ciò che sento, come sempre. Facendolo al momento in cui il bisogno di farlo si fa inevitabile. Sono di indole pigra… se posso evito di fare. Adesso che la discografia si dice che sia morta, ho fatto un disco.
Magari appena anche l’editoria andrà malissimo, sentirò il bisogno di scrivere un libro. Nel frattempo continuo a cercare di fare cose. Una trasmissione in tv. Il mio spettacolo live. Sto scrivendo la sceneggiatura di un film. Tra poco sarò sul grande schermo come attore nell’opera prima del regista Gianluca Ansanelli. Starò chiuso in studio a montare il film che racconta il mio tour appena fatto. Suonerò il giro in mio disco. Farò il marito, il padre, il figlio, l’amico, l’imprenditore, il… insomma: cercherò di arrivare a fine mese meglio che posso. Come tanti altri. Ma a modo mio.
Le nostre speranze ci rendono felici, finché non si avverano, scrisse Paul
Rée. Cosa gli risponderesti?
Che ha ragione. Ha davvero ragione. Ma che non tutti possono dire lo stesso.
Perché non c’è una ragione ed un torto. Non c’è un giusto e sbagliato. O almeno: niente può essere assoluto. Ognuno ha la propria sensibilità, intelligenza, cultura, passato e presente da sistemare che inevitabilmente modifica la percezione delle cose. Io per esempio, Paul Rée non so chi è e non sapevo neanche che fosse esistito. Magari ho citato qualche suo pensiero senza saperlo. Non so chi sia stato, cosa abbia fatto. Peccato… la mia ignoranza non ha fondo. Leggendo la frase che mi hai citato però, posso solo dire: ha ragione. Ha davvero ragione!
Dicono di te che è difficile rinchiuderti in una sola definizione; prova a farlo tu…
Ti ho risposto e anticipato in una precedente tua domanda: una mente
pensante.
Davide
Grazie e à suivre…!
Grazie a te!