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Educazione ambientale e teoria dell’attaccamento

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Monica Campana e Fiorella Zangari
Esperienza e modelli per la crescita affettiva nella scuola dell’infanzia
 
L’educazione ambientale è sicuramente un aspetto molto importante della didattica di questi ultimi decenni; le tematiche ecologiche, che hanno investito i nostri Comuni per diversi motivi (dall’emergenza planetaria al problema dei rifiuti, dal problema dello smog alle tecniche del riciclaggio dei rifiuti), si sono riversate poi anche nelle scuole di ogni ordine e grado con attività rivolte ai bambini e ai ragazzi, con esperienze e visite di vario tipo per fare conoscere quanto si può e si deve fare per migliorare il rapporto con l’ambiente che ci circonda e per apprendere da questo rapporto un modo migliore per vivere nella società.
Questo libro della Erickson riporta un progetto di educazione ambientale rivolto ai bambini dell’ultimo anno delle scuole materne del Comune di Rimini;  ormai da diversi decenni, infatti, gli insegnanti  di sedici scuole di infanzia comunali dedicano tre o quattro giorni  dell’ultimo mese delle attività scolastiche (da fine Maggio a fine Giugno) per portare gli alunni nei paesi dell’Appennino tosco-romagnolo per fare esperienza di vita insieme a contatto con la natura. Questo progetto, nato all’interno di una logica pedagogica di una scuola che privilegi appunto l’esperienza nell’ambiente come metodo prinicpale per gli apprenidmenti, ha subito poi un cambiamento a partire dall’anno scolastico 2008-2009, quando si è arricchito di una prospettiva psicologica nuova, cioè quella della teoria dell’attaccamento di John Bowlby.
Secondo le teorie di questo psicologo inglese, spiegate all’interno del terzo capitolo, è importante la dimensione emotiva e relazionale del rapporto con l’ambiente: il bambino cresce poggiandosi sulla “base sicura” del rapporto con i genitori, che gli danno allo stesso tempo la capacità di esplorare il mondo che li circonda e fare un’esperienza arricchente di esso. In questo senso, il nuovo progetto elaborato dalle scuole comunali riminesi, “Eplorazione a base sicura. Naturalmente in gioco”, pur collegandosi con il progetto tradizionale di educazione ambientale, aggiunge l’aspettto importante di esplorazione di un mondo fuori dal contesto famigliare che permette una più piena conoscenza e crescita del bambino stesso. Il bimbo staccandosi  per un periodo limitato dai genitori viene accompagnato dagli insegnati a fare esperienza dell’ambiente per crescere nella conoscenza di sè.
Il testo della Erickson ha proprio l’obiettivo di descrivere il lavoro pedagogico elaborato a Rimini per le scuole dell’Infanzia; ogni capitolo è redatto da diversi autori, curati da Monica Campana e Fiorella Zangari, le quali fanno parte proprio del Coordinamento pedagogico delle scuole di Infanzia comunali e si occupano anche da un punto di vista organizzativo del progetto.
Il libro è diviso in cinque capitoli, che descrivono le diverse fasi del progetto: dopo i primi capitoli che ne descrivono l’origine, il percorso formativo rivolto agli insegnanti e le teorie che ne hanno segnato i passaggi fondamentali, gli ultimi due capitoli sono proprio un resoconto dettagliato che presenta tempi, attività, programmi annuali, perfino logistica, che rendono conto in modo preciso di questa esperienza, ne descrivono gli obiettivi, rendono ragione di un percorso molto dettagliato che è stato portato avanti in questi anni nella città romagnola.
Vanno segnalate come aspetti specifici di questo lavoro tre considerazioni: in primo luogo il testo ha lo scopo di unire le tematiche dell’educazione ambientale con quelle altrettanto importanti della dimensione emotiva e relazionale del bimbo, che viene visto, come ricordavamo, nella sua capacità di esplorare il mondo staccandosi in modo progressivo e guidato dal proprio ambiente quotidiano, per recuperare un contatto con la natura e con le altre figure significative.
E’interessante, in secondo luogo,  nel percorso di sviluppo di questo progetto, il fatto che si evidenzi il ruolo della formazione degli insegnanti e della dimensione teorica nell’alaborazione dei progetti didattici: la prassi, soprattutto nel lavoro delicato della formazione dei bambini, non si può “improvvisare”, ma va costantemente monitorata e guidata da teorie pedagogiche e psicologiche aggiornate.
Un ultimo aspetto da evidenziare è la ricchezza dei suggerimenti pratici di cui il libro è pieno, che denotano l’attenzione agli aspetti organizzativi e pratici di ogni esperienza didattica e che sono frutto di una lunga epserienza e della competenza “sul campo” dei diversi autori.
Proprio per la descrizione puntuale del progetto e gli esempi abbondanti di attività proposte e di programmi didattici, sicuramente il testo della Erickson si propone alla lettura di coordinatori pedagogici, direttori didattici oppure insegnanti delle scuole materne che  volessero portare avanti un progetto di educazione ambientale con la propria scuola, magari non tanto per una riproduzione in toto, quanto piuttosto come un manuale completo a cui fare riferimento per proposte o suggerimenti, oppure per uscite o laboratori su tematiche di educazione ambientale.

 

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