KULT Underground

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Intervista a Michele Benatti

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Intervista a Michele Benatti

– Michele Benatti nato a Bondeno (FE) il 8 Ottobre 1970 coordinatore della rubrica "cinema" per KULT Underground:
Cosa si può aggiungere su di te?
Sono programmatore di computer, o meglio amministratore di reti che fa più tendenza, non mi faccio sopraffare dal lavoro, chiacchiero in continuazione, ho un’ossessione di quantità per ciò che non riesco a leggere, a vedere, a sentire.

– Michele, tu sei un pluripremiato tra i migliori collaboratori esterni della rivista: te lo aspettavi quando agli albori hai mandato il primo articolo?
In verità non ci pensavo neppure. Ho cominciato grazie all’entusiasmo di Marco Giorgini ma non avrei immaginato che Kult diventasse una realtà così (non conoscevo bene Marco…). Poi ho colto l’occasione, da sincero narcisista, di scrivere di un argomento che mi ha sempre appassionato e che, anche grazie a Kult, mi appassiona ancora di più.

– Cosa in particolare, a tuo parere, ti ha portato a questo riconoscimento fra il tanto materiale che hai mandato; ti senti di segnalarci qualcosa in particolare?
Nessun articolo in genere quanto piuttosto la continuità, la professionalità e la caratura delle recensioni, delle opinioni, delle notizie dai festival. Senza falsa modestia penso che "Alla prima e alla seconda" sia ben concepita e ben realizzata, sotto tutti i punti di vista.

– Hai trovato in KULT uno strumento di qualche tipo per avere nuovi contatti? In particolare che genere di risposta hai avuto e quali soddisfazioni gestendo la rubrica cinema?
Kult, per me e per altri come Andrea Leonardi o Paolo Baldi soprattutto, è stato LO strumento per conoscere persone e situazioni sempre interessanti e stimolanti.

– Vuoi citare in particolare qualche tuo collaboratore o contatto per la qualità dei suoi articoli o per altro?
Se avessi saputo che c’era questa domanda avrei citato esattamente qui i due amici (senza dimenticare chiunque altro abbia partecipato prima o dopo alla rubrica) che non ho avuto bisogno di convincere a scrivere. Ricordiamo che sono rispettivamente di Reggio Emilia e di Firenze, tanto per rispondere alle riviste "ufficiali" che escono dalla città di nascita!

– Cosa, se leggi altre rubriche di KULT, ti piace di più della rivista?
Non leggo tutto, devo confessarlo. Mi piace pescare a caso tra i "Sussurri" e scoprire qualche bel racconto, ho gradito molto quando Kult si è allargato alle immagini ed alle fotografie, Giovanni Strammiello mi tiene aggiornato sulle novità.

– Hai partecipato alla festa di KULT: ti è piaciuta? C’è stato qualche momento più interessante o qualche personaggio degno di nota?
Non c’erano le persone che mi aspettavo. Mi è piaciuta, certo. Come potrebbe essere altrimenti quando incontri tutti in una volta i collaboratori più stretti, gli amici, ex-colleghi, tipi strani… Ho rivalutato Mandrino che avevo giudicato male la scorsa occasione: fantastico vedere Marco dimenarsi tra i fogli di giornale, tra qualche anno se ne riparlerà ancora! Ottima l’idea e la premiazione del concorso letterario sulla fantascienza. Più che buono il buffet.

– Quali proposte hai per il futuro sia per ciò che riguarda la tua sezione che per il resto della rivista?
E’ brutto criticare da parte di chi non ha partecipato alla realizzazione della festa ma mi pacerebbe più varietà nelle proposte, meno aria da festa di liceo, un pretesto per avvicinare dei perfetti sconosciuti a Kult, magari. In quest’ultima edizione non sono in discussione gli artisti, pittori e fotografi, i giochi di ruolo, le esibizioni quanto l’insieme, il contenitore.

– Se vuoi salutare, ringraziare o insultare qualcuno questo è il momento…
L’occasione è ghiotta in tutti i sensi. Un saluto particolare a Fabrizio che vedo poco più di una volta all’anno ma sul quale conto ciecamente e risponde con la stessa prontezza e lo stesso entusiasmo di sempre.


Federico Malavasi

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