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Lo scafo

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Lo scafo (I Parte)

Una giornata strana questa, no? Cioè, un cielo blu scuro, con dei nuvoloni gialli da far venire da piangere ad un sasso… e quest’aroma… non senti? Sta per tornare in qualche modo la bella stagione… la senti questa elettricità che ci circonda, e che ti si mischia a tutto ciò che puoi bere o mangiare, o fumare, o farti, non importa… lo senti il guizzo? Senti che c’è qualcosa che prima non c’era? Un fiumiciattolo di energia, che sale e gira, e poi, dopo averti stordito completamente, ti lascia, ma lo sai che è solo questione di tempo, e poi tornerà di nuovo a scuoterti dalla testa ai piedi… sì, sì, quello viene cinque soldi. Cinque, non quattro. Cinque. Come le dita che hai nella mano. E puoi anche piangere che non te la do per meno.
Sì, questa giornata è proprio uno sballo… uno come me, sempre qui fuori, con la pioggia, la neve, e tutto quel che può venir giù di questi tempi, certe cose le sa. Le sente. Sì, va beh, sarò anche un po’ brillo forse, ma so quel che dico.
Eh? No, non faccio scambi. Le tue cianfrusaglie le puoi ficcare in quel bidone là in fondo, e poi ci puoi entrare anche con la testa.
Come un assaggio? Beh… ma sì, dai, avvicinati. Solo perché non c’è molta gente intorno… chi fa assaggiare roba così buona, sbaglia, ma… ma in questo momento mi sento proprio bene, perciò… prendi. Su, coraggio, prova.
Un attimo, non dire nulla… lascia che faccia un po’ di effetto.
Non ti senti un po’… torbido? Non ti sembra che qualcosa di scuro stia galleggiando intorno a te, o meglio, DENTRO di te? Non senti uno strano prurito, una cosa diffusa, voglio dire, del tipo, ti metti a grattarti la testa e ti vien voglia di grattarti il collo, e quando gratti il collo, ti viene prurito allo stomaco?
Non ti sembra di avere le dita unte, e uno strano formicolio un po’ su tutta la pelle? Testa, come dire, un po’ in palla, se capisci cosa intendo, ragazzo mio. Eh sì, sembra proprio di sì.
Vuoi comprarne un po’?
Bene. Ottimo. E alla tua salute me ne faccio un giro pure io… al diavolo le regole per oggi.
Dio, a me ‘sta roba fa proprio impazzire… e mi gira in testa come una trottola finché non mi divora, e allora mi shakera l’anima come fosse in un bicchiere, e quando dopo un po’ si ferma mi torna su il passato come un rutto, e mi tira fuori sempre qualche vecchia storia strana, che uno come me ce ne ha piena l’anima… ne vuoi sentire una?
Senti allora… vediamo… sai, ecco, mi ricordo di quella volta, giù da Peter, oh, beh, fu un gran casino, giuro, avresti dovuto esserci… c’erano quei tipi, e sono arrivati in sei, tutti armati con quel… cioè, avevano dei fucili lunghi quasi il doppio di un kalashnikov! Roba da non crederci… e io li ho visti, e ancora un po’ non morivo, senza sapere se per la paura o per le risate, e, beh, allora arriva il vecchio Peter, e dice "quelli con i fucili non regolamentari sono pregati di uscire" e loro lo studiano, che prima erano scuri in viso come la notte, e poi si guardano l’un l’altro, e io penso, "adesso ci fanno tutti secchi e poi danno fuoco alla baracca", e loro, beh, uno inizia a ridere, non so neanche perché a posteriori, a pensarci, come dire, a freddo, ma uno, forse per la faccia seria di Peter con solo un coltellino in mano, uno inizia a ghignare che ho pensato stesse per schiattare, e gli altri si sono sciolti un po’ e poi di più, e poi giù tutti a ridere. E poi Peter si è messo a ridere anche lui, e con l’altra mano ha tirato fuori una cosa dal grembiule che non avevo mai visto, giuro, una cosa piccola come un registratore tascabile, ma che sparava come non avrei mai creduto e lui ha sparato ancora ed ancora e quelli sono andati giù come i birilli quando Jack gli gira giusta. Oh, sì hanno ammazzato Ted, e hanno lasciato senza un braccio Willy e mezzo morto pure Barton, quello della lavanderia, ma come al solito alla fine l’unico a ridere era quel gran bastardo di Peter, che non si è fatto neppure un graffio, e che ha pure bestemmiato per i buchi che gli avevano fatto nei muri.
Oh, sì, ricordo come se fosse qui davanti a me… ehi, no, dai, lascia stare. Cioè, sono fuori, ma se tocchi un’altra volta la "farfalla", vero come che sono qui, marcio ma vivo, me la paghi e poi se si spezza tra quelle pale che la mamma ti ha attaccato al posto delle mani sono affari tuoi…
Eh sì, un pezzo di quelli seri quello. Come? Perché chiamo farfalla quel "barattolo con le antenne"? Ma chi diavolo sei? Ma vattene via dal mio banco, lurido ignorante, e lascia stare la roba per grandi, se ti fai ancora i biberon di vitamine. Quella non è una farfalla… è LA farfalla… originale come il sole, proprio quella dello Scafo… non so se mi spiego… ma dai qua, prima di romperla, brutto idiota.
Come? Non sai veramente cos’è? Oddio, ma che cazzo hai fatto nella vita fino adesso… cioè, non mi dirai VERAMENTE che non hai mai sentito parlare dello Scafo? Della banda dei Rospi e del gran casino dell’ispettore Maidy… sì, quello che chiamavano il porco perché si diceva che mangiasse qualsiasi cosa… e che aveva staccato il naso a morsi ad un paio di ragazzi proprio qui giù al porto…
Ah, ti cominci a ricordare… ecco, bravo, ora sì che si comincia a ragionare… ma il bello, cioè, è che se anche sai la storia, NON sai la storia… cioè, io c’ero, e ti posso assicurare che quello che hanno poi detto ai telegiornali era solo un pezzo del totale… e questo oggettino, di cui sono disposto a privarmi, sia pure a malincuore, per la modica cifra di tremila soldi, è QUELL’oggettino… il secondo pezzo della "chiave" che la banda voleva a tutti i costi…
Come? Ma di dove sei? Boston? Mah… comunque, la vedi quella cosa enorme, laggiù? Sì, da qui sembra una specie di montagnola del cazzo, ma in realtà, è sotto quei teloni che c’è ancora lo Scafo. Certo, QUELLO Scafo. Cosa se no?
No, amico, non ti sto raccontando balle, com’è vero che mi chiamo Sirius J. Morton, e che c’ero anche quando quello schifo inamovibile è apparso per la prima volta.
Sì, sì, se stai fermo con le mani, te lo dico cosa è successo.
Era aprile quando è iniziato tutto, circa sei anni fa, ed era una notte che c’era un freddo da lasciarci le dita anche solo ad aprire la maniglia di questa roulotte. E la gente, è difficile crederlo, ma giuro che è vero, si è accorta che c’era qualcosa di strano per la PUZZA… cioè, io mi sveglio nel cuore della notte proprio dentro qui… solo ero parcheggiato più in fondo, vicino al secondo pilastro… e penso, oddio, qualche idiota ha rovesciato un mare di pesce marcio proprio sopra la mia casetta ambulante… e poi, beh, ho pensato, no, non può essere pesce… questa è merda… no, di più, merda di pesce, o forse olio, o liquame… cioè più pensavo alla puzza, e cercavo veramente di non respirare, più mi accorgevo che non riuscivo a dare un nome al disgusto che mi stava entrando nei polmoni. E sono corso fuori come uno con il fuoco nelle brache, e ho anche gridato, ma quando ho visto quello che avevo davanti mi si è seccato il fiato in gola e sono caduto in ginocchio.
Esatto. Davanti a me c’era lei, quella cosa, che poi, Dio solo sa perché, hanno tutti chiamato lo Scafo.
Una… non so come definirla… era alta più di dieci metri, e larga almeno cinque… sembrava quasi un uovo… un uovo pieno di escrescenze… un uovo FETIDO… ma non so, sembrava anche metallico.
Oh sì, dicono "astronave aliena"… ma chi lo sa cos’è veramente? E’ lì, adesso nascosto da un telo e da qualche altra cazzata, e, ci credi? non si può spostare. Non si può aprire né scalfire. Niente. E’ lì, e puzza molto meno di prima, ma se ci passi a cento metri te ne accorgi ancora adesso, da come ti si ribalta lo stomaco, che c’è qualcosa di "alieno".
Ma pensa te se in questo cazzo di universo ci deve essere, metti, un’altra sola forma di vita, cioè, metti che ci sia posto nell’ordine totale delle cose per solo due razze in tutto, no?, beh, una siamo noi, e già qui vien da ridere, e l’altra, ehi, non so chi è, com’è fatta, niente, e forse a questo punto morirò senza saperlo, ma una cosa è certa: se le sue astronavi puzzano così tanto, e sono così brutte e rivoltanti da vedere, beh, sono contento che non abbiano pensato di venire da noi ad abitare…
Non mi credi, eh? Quanti anni hai, figliolo? Ventiquattro? Li porti da schifo, lasciatelo dire da uno che di gente ne vede tutti i giorni… comunque, sei hai veramente ventiquattro anni, ne avevi circa diciotto quando questa cosa è capitata… me l’immagino, un te, versione sbarbata, con gli ormoni a mille e magari la testa più confusa di come te la ritrovi adesso… che facevi, ti sparavi le seghe davanti alla TV?
Sì, buono, buono… ah, e sì, certo che me la ricordo anch’io la storia come la sai tu. Hanno detto che avevano ricevuto dei segnali da non so dove, e che se l’aspettavano, quelli del governo, ma non è affatto vero. Alle undici del primo giorno dello Scafo su questo mondo, c’eravamo solo noi del porto e qualche curioso, dietro quest’affare. Bestemmiavamo tutti, che sembrava il 4 luglio, e ci abbiamo dato veramente un’occhiata a modo a quel mondezzaio gigante, senza cavarci nulla. E ti dico che di giorno faceva un effetto da paura, ma la gente come noi, beh, è abituata a vedere cose strane, e poi, insomma, eravamo lì, a casa nostra, e ci piomba una specie di sassone puzzolente gigante… comunque sia, uno, per farla breve, ha chiamato un suo amico sbirro, che è venuto convinto di trovare un rave di allucinati, poi, quando si è ripreso, questo tipo ha chiamato il suo comandante, e poi questo ha chiamato il capo, e poi il capo del capo, e via via su fino quasi in cielo, dove si diceva già che quest’affare avesse casa.
E sono arrivati con tutto il possibile e immaginabile: una ventina di camion-laboratori, e poi medici, scienziati, carriarmati e guardie. Lo "storico incontro pacifico tra due mondi" che – come sosteneva la TV – si sarebbe dovuto svolgere davanti ai nostri occhi, avrebbe avuto luogo sotto il tiro incrociato di un sacco di bei giocattolini… cioè, sarebbe capitato in questo modo se un incontro ci fosse stato. Ma non accadde nulla. E dopo tre giorni senza contatti più o meno ravvicinati, hanno dato il via libera ai loro camici bianchi in modo che capissero un po’ meglio con cosa avevano a che fare.
Ma nessun test (da quello radioattivo, agli ultrasuoni e a tutte quelle altre stronzate che hanno provato) ha dato risultati interessanti. Anzi, nessun test ha dato nessun risultato del tutto. Quella cosa stava semplicemente lì, e basta. Hanno anche detto che dentro sembrava pieno, e non come speravano, con delle, chessò, "stanze"… e allora hanno provato a tagliarlo in duemila modi diversi. E poi, quando ormai tutto il mondo era incollato al video e loro facevano la figura degli imbecilli ventiquattr’ore su ventiquattro in diretta mondiale, hanno pensato: ehi, gente, spostiamolo. Portiamocelo nel deserto e buttiamoci, magari, un paio di missili. Oh, ricordo bene quello che si diceva in giro… fosse stato per loro li avrebbero buttati anche qui… che gliene frega a loro di New Orleans del resto? Ma quando anche hanno portato gru, elicotteri, e altri camion, si sono accorti che potevano tirare finché volevano, ma non c’era storia. Hanno anche cominciato un po’ a scavare sotto… ma, ehi, siamo in un porto, se rompi la banchina non è che fai una cosa proprio furba. E in ogni caso, tanto, non serviva a niente. Lo Scafo rimaneva perfettamente immobile, fino a che non aveva modo di sprofondare più in basso. Potevano, al massimo, seppellirlo. Ma non è che neanche questa fosse una grande idea.
La puzza, dovuta, a detta loro, dal rivestimento esterno, è durata un tot, ma un po’ alla volta si è ridotta, e tra il fatto che non ci cavavano nulla, che la cosa non si muoveva, o parlava o faceva niente a parte esserci, beh, dopo un anno, un anno lungo da passare ti assicuro, per chi come me qui ci vive, prima i cronisti pian piano hanno iniziato di nuovo ad occuparsi di altro, poi gli scienziati hanno deciso di studiare qualcosa di più interessante, e poi anche i militari hanno capito che era il caso di sbaraccare. Un sasso: cos’altro era in fondo.
Così l’hanno coperto nel modo migliore, e hanno lasciato solo qualche rilevatore ed un piccolo apparato di sicurezza (cinque militari armati come per l’apocalisse, ma non proprio svegli svegli). Poi hanno convocato la polizia di qui, e hanno detto una cosa del tipo "sappiate che adesso è più affare vostro che nostro".
E l’ispettore Maidy ha scosso la testa, ma non è che potesse fare tanto. Solo, per evitare casini, nei primi giorni dopo che i marines avevano smesso di scoreggiare in casa nostra, è venuto a fare qualche giro, e a consigliare ad un po’ di gente con gli occhi lucidi per chissà quale progetto, di stare buona buona, perché se anche di soldati ce n’erano rimasti meno di un pezzo a testa, c’era comunque una pesante e terribile maledizione sullo Scafo, e andava in giro con la sua fedele pistola d’ordinanza.
E per rendere la cosa più concreta ha pestato a mani nude un paio di pezzi grossi della mala, e ha rotto le palle a così tanta gente, che quando, dopo un po’, non l’abbiamo più avuto tra i piedi, tutti si sono guardati bene dal fare qualcosa che gli facesse venire la voglia di ripassare di qui.
No, non penso che tu possa andar là e tirar su il telo… guarda che il soldati ci sono ancora adesso. Vedi la baracchina verde là in fondo? Sì, bravo, quella con la scritta bianca US. Oh, sarai anche un po’ tonto, ma ci vedi benino, eh.
Ma vuoi che continui la storia o no? Perché, beh, non ti ho ancora parlato della Farfalla. Che poi il nome che hanno usato due anni fa per indicare questo piccolo oggetto era un po’ più complicato: integratore magnetico del dispositivo di trasmissione e controllo. In soldoni, un pezzo di una specie di "telecomando", secondo loro.

(continua)

Marco Giorgini


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