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Unione Africana, modello di nuovo sviluppo

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«Abbiamo imparato a prenderci permano nell’affrontare sfide comuni
sulla base divalori condivisi morali e spirituali,
che scopriamo,talvolta con gioiosa sorpresa,
ogni volta cheapriamo reciprocamente i nostri cuori e le nostre menti»
(Mons. John Olorunfemi Onayekam,Arcivescovo di Abuja – Nigeria)
 
Forse non moltisono a conoscenza che dall’altra parte del Mar Mediterraneo i nostri viciniafricani, studiando in maniera approfondita quanto avviene nel vecchiocontinente, hanno ormai da diversi anni dato vita ad un esperimento di governancedi tutto rispetto: l’Unione Africana (UA)[1].
Già prevista dalladichiarazione di Sirte del 1999 dei Capi di Stato e di Governodell’Organizzazione dell’Unità Africana[2],in occasione della Conferenza di Lomé del luglio 2000 viene firmato in formasolenne l’Atto Costitutivo[3]dell’Unione Africana, con sede ad Addis Abeba (in Etiopia), e nel 2002, inoccasione della Conferenza di Durban, l’Unione muove i primi passi come organizzazioneinternazionale regionale che riunisce ben 53 membri[4],in pratica tutti i Paesi del continente (eccetto il Marocco, a causa di una rivendicazioneterritoriale circa il Sahara occidentale riconosciuto indipendente dall’UA comeRepubblica Saharawi).
Al momento attuale,dunque, l’Africa dispone di uno strumento di cooperazione intergovernativo che,sulla base dell’analoga esperienza avuta in Europa, porta in sé la promessa diuna crescita virtuosa per il bene comune.
In base all’art. 3dell’Atto, obiettivi dell’UA risultano essere:
a)    la realizzazione diuna maggiore unità e solidarietà tra i Paesi e i popoli africani;
b)    la difesa dellasovranità, dell’integrità territoriale e dell’indipendenza degli Stati membri;
c)    l’accelerazionedell’integrazione politica e socio-economica del continente;
d)    la promozione e ladifesa di comuni posizioni africane a proposito di questioni di interesse peril continente e le sue popolazioni;
e)    il sostegno allacooperazione internazionale, tenuto conto della Carta delle Nazioni Unite edella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo;
f)    la promozione dipace, sicurezza e stabilità sul continente africano;
g)    la promozione deiprincipi e delle istituzioni democratiche, della partecipazione popolare e delbuon governo;
h)    la promozione eprotezione dei diritti dell’uomo e dei popoli, in conformità alla CartaAfricana dei Diritti dell’Uomo e dei Popoli[5]e agli altri strumenti pertinenti relativi ai diritti dell’uomo;
i)     la creazione diappropriate condizioni che permettano al continente di svolgere il proprioruolo nell’economia mondiale e nelle negoziazioni internazionali;
j)     la promozione diuno sviluppo durevole sul piano economico, sociale e culturale, così come diuna effettiva integrazione delle economie africane;
k)    la promozione dellacooperazione e dello sviluppo in tutti i settori dell’attività umana in vistadi elevare il tenore di vita dei popoli africani;
l)     il coordinamento el’armonizzazione delle politiche tra le Comunità economiche regionali esistentie future in vista della graduale realizzazione degli obiettivi dell’Unione;
m)  l’accelerazionedello sviluppo del continente attraverso la promozione della ricerca in tuttigli ambiti e, in particolare, nella scienza e nella tecnologia;
n)    l’impegno, di concertocon partner internazionali, per l’eliminazione delle malattie evitabili e lapromozione della salute sul continente.
In sostanza, conl’UA i Paesi africani desiderano chiudere definitivamente i capitoli di storiacoloniale, post-coloniale e neo-coloniale, e proporsi sullo scenario globalecome protagonisti attivi delle relazioni politiche ed economiche tanto sulcontinente quanto sull’intero pianeta.
L’Unione si reggesu una visione condivisa di “Africa unita e forte” che funge da collanteal di là delle inevitabili differenze esistenti tra gli Stati membri e puntasulla necessità di creare delle profonde sinergie tra le varie componenti dellasocietà civile (in particolare, le donne, i giovani e il settore privato) alfine di rafforzare la solidarietà e la coesione per promuovere un realemiglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni africane attraversointerventi di integrazione e sviluppo.
Simile visionè rafforzata dalla previsione dell’art. 4 dell’Atto che enuncia i principiispiratori dell’Unione:
              uguaglianzasovrana e interdipendenza di tutti gli Stati membri;
              rispettodelle frontiere esistenti al momento dell’indipendenza;
              partecipazionedei popoli africani alle attività dell’Unione;
              politicadi difesa comune;
              regolamentopacifico dei conflitti;
              divietodell’uso della forza;
              noningerenza negli affari interni;
              dirittodi intervento “umanitario” sotto l’egida dell’UA (solo per casi di crimini diguerra, genocidio e crimini contro l’umanità);
              coesistenzapacifica tra gli Stati membri e loro diritto a vivere in pace e sicurezza;
              dirittodegli Stati membri a sollecitare l’intervento dell’Unione per restaurare lapace e la sicurezza;
              autodipendenzacollettiva nel quadro dell’UA;
              uguaglianzatra uomini e donne;
              rispettodei principi democratici, dei diritti dell’uomo, dello stato di diritto e del buongoverno;
              giustiziasociale per assicurare un equilibrato sviluppo economico;
              rispettodel carattere sacrosanto della vita umana e condanna dell’impunità, degliassassini politici, degli atti di terrorismo e delle attività sovversive;
              condannadei cambiamenti anti-costituzionali di governo.
Elementi basilaridei moderni Stati di diritto, quelli sopra enunciati disegnano un cammino lungoe non certo agevole da percorrere per una realtà continentale tanto eterogeneaquanto disorganica quale l’Africa di oggi.
Questa impresa saràcondotta attraverso azioni regolate dal sopra citato Atto Costitutivo che, coni suoi 33 articoli, rappresenta comunque un mirabile esempio di funzionalità esnellezza organizzativa di cui noi giusinternazionalisti europei dovremmo fartesoro[6].
Il quadroistituzionale prevede alcuni organi di governo e di gestione dotati diattribuzioni precise che richiamano molto da vicino l’impianto dell’UnioneEuropea.
Infatti, all’art. 5troviamo elencati gli organi dell’Unione: la Conferenza dell’Unione, ilConsiglio esecutivo, il Parlamento panafricano, la Corte di giustizia, laCommissione, il Comitato dei rappresentanti permanenti, i Comitati tecnicispecializzati, il Consiglio economico, sociale e culturale, le istituzionifinanziarie.
In breve, laConferenza (artt. 6-9) rappresenta la mente decisionale dell’UA: vi siedono iCapi di Stato e di Governo degli Stati membri (o loro rappresentantiaccreditati). Agisce sia come conferenza intergovernativa sia come organodell’Unione.
Il Consiglio (artt.10-13), invece, è composto dai ministri competenti per materia (o da lorodelegati) dei diversi Paesi, si riuniscono periodicamente e rispondono allaConferenza.
Il Comitato deirappresentanti permanenti (art. 21) è responsabile della preparazione deilavori del Consiglio e agisce su istruzioni dello stesso.
La Commissione(art. 20), clone ben riuscito dell’omologa istituzione europea, è composta daun Presidente, un vice-Presidente e 8 Commissari suddivisi per portafogliod’azione: pace e sicurezza; affari politici; infrastrutture ed energia; affarisociali; risorse umane, scienze e tecnologia; commercio e industria; economiarurale e agricoltura; affari economici. Rappresenta l’Unione, difende i suoiinteressi, elabora e promuove azioni congiunte tendenti al raggiungimento degliobiettivi comuni.
Il Parlamento panafricano(art. 17) dovrebbe assicurare la piena partecipazione dei popoli al governo,allo sviluppo e all’integrazione economica del continente. Al momento, ha solofunzioni consultive ed è in corso di ratifica il Protocollo che ne definisce lacomposizione, i poteri, le attribuzioni e l’organizzazione con l’obiettivo difarne un’istituzione con veri poteri legislativi.
La Corte digiustizia (art. 18) oggi vede le sue competenze limitate alla solainterpretazione autentica dell’Atto Costitutivo, essendo in via di definizione lenorme convenzionali che ne regoleranno l’attività.
I Comitati tecnicispecializzati (artt. 14-16), anch’essi creature-clone degli innumerevolicomitati bruxellesi, svolgono tutte le attività di supporto (studio, ricerca,elaborazione) per il lavoro della Commissione.
Il Consiglioeconomico, sociale e culturale (art. 22), anch’esso in via di definizioneattraverso un protocollo ad hoc, è un organo consultivo composto darappresentanti dei diversi settori socio-professionali degli Stati membridell’Unione.
Le istituzionifinanziarie (art. 19), i cui poteri e compiti sono continuamente oggetto ditrattative politico-diplomatiche, sono: la Banca Centrale Africana (chedovrebbe sovrintendere all’adozione di una moneta unica, l’Afro, entro il 2020),il Fondo Monetario Africano e la Banca Africana d’Investimento.
Se la strutturacosì delineata può risultare leggera (ma ricordiamo che la maggior parte degliorgani previsti sono tuttora in attesa di ricevere una specifica disciplina),si consideri comunque che la spesa prevista nel 2010 per il suo funzionamentoammonta a poco meno di 220 milioni di dollari statunitensi (contro i 164milioni del 2009), pari a circa lo 0,01% del PIL dell’UA (a titolo di puracuriosità, può risultare interessante un confronto con le spese sostenute peril funzionamento dell’UE, pari all’1,2% del PIL dei 27 Paesi membri).
Per restarenell’ambito del funzionamento dell’UA, risulta degno di nota quanto previstoall’art. 23 in tema di “sanzioni” nei confronti di quegli Stati membri cherisultassero in mora con i contributi al bilancio dell’Unione: la Conferenzapuò sospendere il diritto a prendere la parola alle riunioni, il voto, ifunzionari negli organi, i benefici e gli impegni derivanti dallapartecipazione all’organizzazione. Inoltre, gli Stati che non si conformasseroalle decisioni e politiche adottate possono vedersi applicare misure restrittivein ambito di trasporti e comunicazioni o altri settori politici ed economici.
Importante è poiquanto disposto dall’art. 30, rubricato “Sospensione“, per il quale «IGoverni che accedono al potere attraverso mezzi anti-costituzionali non sonoammessi a partecipare alle attività dell’Unione»: tale norma è stata applicatain numerose occasioni negli ultimi tempi[7].
Per chi, come chiscrive, crede fermamente nel ruolo delle organizzazioni sopranazionali nelpromuovere l’autentico sviluppo delle società umane, e ama e conosce la terrad’Africa, la realtà che si sta delineando anche grazie all’UA merita di essereseguita, studiata e, magari, aiutata.
Impegniamociinsieme in questa direzione!


[1] Cfr.http://www.africa-union.org.
[2] Una Organizzazioneinternazionale nata nel 1963.
[3] Cfr.http://www.africa-union.org/Official_documents/Treaties_Conventions_fr/Acte%20Constitutif.pdf.
[4] Sono membri attivi: Algeria,Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Ciad,Comore, Congo, Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana,Gibuti, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Kenya, Lesotho, Liberia, Libia,Malawi, Mali, Mauritius, Mozambico, Namibia, Nigeria, Repubblica Centrafricana,Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Saharawi, Rwanda, Sao Tomé ePrincipe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sud Africa, Sudan,Swaziland, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zambia, Zimbabwe; risultano invecesospesi: Mauritania (dal colpo di stato del 6 agosto 2008) ; Guinea (dalcolpo di stato del 23 dicembre 2008); Madagascar (dalla salita al potere diAndry Rajoelina, con decisione del 20 marzo 2009); Niger (dal colpo di statodel 18 febbraio 2010).
[5] Cfr.http://www.africa-union.org/root/au/Documents/Treaties/treaties_fr.htm.
[6] Cfr. le versioniconsolidate del Trattato sull’Unione Europea (55 articoli) e del Trattato sul Funzionamentodell’Unione Europea (358 articoli), senza considerare Protocolli, Allegati eDichiarazioni, in http://eur-lex.europa.eu/JOHtml.do?uri=OJ:C:2008:115:SOM:IT:HTML.
[7] Come detto sopra, neicasi: Mauritania (dal colpo di stato del 6 agosto 2008) ; Guinea (dalcolpo di stato del 23 dicembre 2008); Madagascar (dalla salita al potere diAndry Rajoelina, con decisione del 20 marzo 2009); Niger (dal colpo di statodel 18 febbraio 2010).

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