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Domenica sera

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DOMENICA SERA

La domenica è un barsport di televisori che sparano goal, punizioni, moviole a gente pigra.
Ha i colori di un amico che ti racconta il suo week-end.
E’ profumata come la pelliccia di una signora che gira in centro. E’ scatenata come un gruppo di bambini.
Ha il sapore di una cena in un ristorante strapieno.
Il tutto sembra quasi irreale come nel film che poi si andrà a vedere.
Ed è già domenica sera. Sono stordito. La stanchezza di una settimana, il mal di testa di un week-end.
Il pub ha appena ospitato l’orda di tifosi per un Juve-Milan al cardiopalma. Un piccolo stadio di cui ora rimangono solo gli irriducibili della moviola.
Ora il pub è mezzo vuoto e il barista sembra tirare un sospiro di sollievo.
Mi arriva un saluto da un tavolino là dietro. E’ Monia, una bella fighina.
E’ con un tipo. AH ma lui è il ranocchio. Ho giocato a calcetto diverse volte con lui. Lo chiamano così per i lineamenti armoniosi del suo viso.
Mi avvicino e parliamo del tanto tempo che non ci vediamo.
Lei era in classe con me alle elementari. La chiamavamo Nightmare o qualcos’altro del genere quando volevamo essere teneri. Il classico brutto anatroccolo. O forse c’è anche il fatto che più si diventa grandi più diminuiscono le pretese in fatto di bellezza e più aumenta la fame.
Oggi ci farei la firma e la controfirma per starci insieme.
Sono due anni che stanno insieme ed hanno in progetto la convivenza. A parte i piccoli acciacchi di sua madre, il capo un po’ stronzo sul lavoro ed un criceto troppo obeso sembrano veramente felici. Pure troppo, cosi che intuisco sia giusto lasciarli alle loro effusioni. Li saluto devo andare in bagno.
Mi sento solo. Max è uscito con la solita tipa. Non vanno alla grande ma almeno si vedono ogni tanto. Claudio ufficialmente è ad una cena fra colleghi, cioè con una collega del megastore, vogliosa, in minigonna, pronta per amore ad accettare il fatto che lui abbia una ragazza.
Penso a ieri sera quando Claudio accarezzava Isa "La mia gattina, dammi un bacio.."
Ora la gattina/cervo è ormai l’unica a credere a quell’affiatamento fra quei colleghi che sempre più spesso si ritrovano per simpatiche cene.
Si sente molto in ansia, tiene anche il broncio ma poi cerca di convincersi che non c’è niente di male.
Fa strano ripensare a quanto si sono corteggiati, amati, desiderati, ora sembrano la parodia di tutto ciò.
Fa ancora più strano pensare alle facce di quei due che per parecchi sabati avevano corteggiato Isa e la sua amica Jenny con gli stessi problemi di assenza del fidanzato.
Ad una ragazza piace sempre essere corteggiata soprattutto quando capisce che altrimenti si annoierebbe. E volontariamente o no lascia sempre credere qualcosa al malcapitato per alimentare la corte. Ma la corte è una miccia.
O la spegni o prima o poi esplode. E quella sera loro dovettero mandare a cagare quei ragazzi perché si erano fatti troppo avanti. Una parte di Isa e Jenny non avrebbe preso quella decisione. Magari fossero state lontane, in un altro
paese.
I due ragazzi rimasero stupiti, sembrava andasse tutto così bene. Le loro facce erano un riassunto di "come sono sveglie ci hanno illuso, giocato" però le salutarono dicendo "ma se avete i Ragazzi come mai siete sempre sole?"
Al bancone trovo Mara, una ragazza veramente carina.
E’ un poco triste. Ha appena lasciato il ragazzo. E’ da mesi che si trova in un rapporto di tiramolla: quando lui si sballa non la caga o la prende in giro.
E questo lo fa spesso. Così lei lo lascia. Poi ritorna sano e tutto diventa dolce e romantico da dimenticare tutto il resto. Ma questo cambiamento è solo la discesa di una montagna russa. Lei lo ama davvero e per amore è disposta pure a sopportare tutto questo. PER AMORE.
"Non ti preoccupare Mara vedrai che passerà, lui ritornerà a chiederti scusa…"(ma che cazzo sei proprio un’oca, certo che tornerà da te bella troiettina, solo il tempo che l’alcool che ha nel sangue lasci il posto agli ormoni).
Ho le palle piene in tutti i sensi. "un momento Mara devo andare in bagno".
Domani è lunedì e non ne ho un cazzo di voglia.
Il week-end è fumato via veloce, ed insieme quel fumo che riempiva il vuoto.
Mi ritorna in mente quella tipa carina-simpatica-dolce conosciuta ieri sera. Poteva essere un amore travolgente, da farmi diventare scemo, ma non solo come adesso. Se solo avesse trovato carino me e non Claudio.
Che cazzo!!! Se la tirano tanto e poi si innamorano perdutamente dello sfigato di turno. Oppure nella più classica delle ipotesi vanno con il figo del momento, belloccio alto e occhi chiari, perdendoci la testa.
Chiaramente lui se ne approfitta per la sua collezione e/o per rompere la routine con la sua ragazza.
Alla fine loro corrono dalle amiche a piangere e a confidarsi che gli uomini sono solo stronzi e che è meglio stare da sole. Con un cane magari.
Forse io non trasmetto il fascino del dolore, ecco perché.
Mi accorgo di essere veramente stanco oltre che depresso.
La porta del bagno è vicina a quella dell’uscita.
La seconda.
Spero in una notte non insonne.


Si sta spegnendo l’ultima sigaretta
ora brucia il filtro
e domani, ne tossirò la puzza
Fra un po’ inserirò il pilota automatico
o forse non ce ne sarà bisogno
Domani farò quel tredici
che non ho fatto oggi
lascerò tutto andrò via
non preoccupatevi, manderò una cartolina
Domani sarò il dente dell’ingranaggio
della tipografia della zecca
e abbaierò forte
per non essere morsato.
Ho ballato la musica di sirene della notte
ho baciato con gli occhi ragazze
ma loro guardavano altrove
però ho riso tanto, ho scherzato
con i miei amici
non andate via adesso
è ormai vuoto il mio bicchiere
e voglio rimboccarlo
con gli ultimi sorsi di divertimento


Gabriele Prati

Fine































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