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Il risveglio della mummia

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Il risveglio della mummia…
e questa volta sono in due.

Da sempre il mese di Maggio è il mese delle rose, ma quest’anno è anche il mese delle mummie. Sì perché la mummia è ritornata, e a prometterlo e ricordalo è lo stesso titolo di un film: La mummia. Il ritorno. Lo scorso anno il primo episodio fu il più sorprendente successo della stagione: 155 milioni di dollari solo in America, 413 nel mondo intero, trentunesimo posto nella classifica degli incassi di tutti i tempi e … una seconda florida vita nell’aldilà delle sale cinematografiche.
Cast e troupe sono le stesse del ’99, con regista Stephen Sommers. Il film è ambientato dieci anni dopo il primo, nel 1935, quando la bibliotecaria Evelyn Carbahan e il mercenario Rick O’Connel si sono sposati e hanno un bambino, Alex. I guai cominciano al momento in cui i resti di Imhotep e di Anksu-Numam, amanti ancora in cerca di immortalità dopo quattro mila anni, sono trasportati via mare a Londra per la grande mostra del British Museum. Le due mummie resuscitano e lei si dimostra ancora più pericolosa di lui, tanto che vuole rapire il piccolo Alex, perché è convinta che possa portare alla reincarnazione del dio Isis. Ma c’è anche un terzo nemico: si chiama Re scorpione, mezzo uomo e mezzo animale, indiscusso signore di tutti i malvagi.
Insomma una pellicola pieno di scene di massa nel deserto e battaglie spettacolari, con mummie volanti, scheletri assassini e soldati cane. Con luoghi fiabeschi come la città dei morti, la piramide dorata, l’oasi di Ahm Share. Horror ed esotismo si mescolano ancora una volta, l’azione e il romanticismo si fanno compagni inseparabili: un cocktail il cui risultato non deluderà le aspettative, del pubblico e del regista.
Il sequel "De Paura" è dunque insieme orrifico ed esotico, con effetti speciali a pioggia e un budget più che mai faraonico (20 milioni di dollari solo per gli effetti), e lei, la nostra mummia, il mostro bendato più amato del mondo, strizza l’occhio a Indiana Jones e ridiviene magicamente protagonista a settant’anni di distanza da quel La mummia (1932) in cui Boris Karloff per primo indossò le sue bende.

Francesca Orlando

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