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Ragazzi: un popolo di Paperino

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Qui di seguito trovate il resoconto dell’indagine di Etameta sui ragazzi italiani. Indagine che è stata poi materia di discussione durante la conferenza stampa svoltasi nella sede di Disney Italia a Milano, il 2 Ottobre 2002, come riferito nell’articolo precedente.

Ragazzi: un popolo di Paperino.
Impacciati, timidi e soffocati dai parenti


Il loro sogno? Essere come Paperinik: coraggiosi, creativi e pieni di inventiva. Ma in famiglia, a scuola e con gli amici spesso si sentono nell’impossibilità di essere veramente come vorrebbero

I ragazzi italiani? Sei su dieci sono impacciati, timidi e soffocati sia in famiglia che a scuola. Si sentono proprio come dei "Paperino", insomma, in balia di parenti, professori e obblighi cui sottostare. E anche con gli amici spesso è difficile tirare fuori tutto ciò che si ha dentro perché "si rischia di essere derisi o isolati". Insomma, insoddisfazioni e frustrazioni iniziano già tra i 10 e i 12 anni. Ecco perché sempre più ragazzi sognano di avere due identità e come Paperino trasformarsi in Paperinik: diventare, insomma, tutto ciò che nella vita quotidiana non riescono o hanno paura di essere. Ecco allora che mentre ragazzi e ragazze sognano un futuro da campioni dello sport o da divi della tv, nella vita di tutti i giorni si sentono "liberi" solo quando sono da soli a fantasticare nella loro camera.

È quanto risulta da uno studio promosso da Disney Interactive in occasione dall’uscita del nuovo videogame "Chi è PK?" e realizzato da un pool di psicologi, attraverso 200 interviste in profondità a ragazzi e ragazze tra i 10 e i 16 anni, residenti sull’intero territorio nazionale, condotte tra maggio e agosto 2002.

L’insoddisfazione inizia già a 10 anni: quasi sette ragazzi su dieci
nella vita di tutti i giorni non riescono ad essere come vorrebbero

Meno di un giovane intervistato su tre alla domanda "nella vita di tutti i giorni riesci sempre ad essere ciò che vorresti?" non ha dubbi e risponde "sì, sempre" (11%) o "sì, ma non spesso" (17%). Gli altri, quasi sette su dieci confessano invece che tra "come devono apparire" e "come vorrebbero essere", in realtà c’è una bella differenza (il 36% ha risposto infatti "quasi mai" e il 31% con un deciso "no, mai"). E la conferma di questo difficile rapporto con il quotidiano che li circonda viene anche dalle risposte che emergono alla domanda "tra questi 20 diversi stati d’animo, in quali ti riconosci più spesso nel tuo quotidiano?". Tra le prime cinque risposte, solo 2 esprimono stati d’animo positivi. Il 68%, infatti, ha risposto di sentirsi soprattutto "insicuro", quasi che ad ogni momento ci si dovesse aspettare qualcosa di negativo. Ma sono numerosi (63%) anche quelli che hanno detto che nel quotidiano si sentono soprattutto "impacciati", anzi, per dirla come loro "imbranati" e "annoiati" (53%). Il 48% sostiene però di riuscire ad essere abbastanza spesso "tranquillo e sereno", e "allegro" (43%). Non manca però tra i giovani chi confessa di sentirsi "pieno di paura" (38%), pur non sapendo spiegare di cosa in particolare, e solo il 32% ha dato come prima risposta "felice". Sono relativamente pochi, poi (29%), i giovani intervistati che dicono di sentirsi veramente "liberi", di fare, ma soprattutto di essere tutto ciò che desiderano. A sorpresa sono pochi quelli che si sentono soprattutto "scontrosi" (3%).

Il problema sembra essere estremamente serio, se si considera che ben il 63% dei giovani intervistati ha risposto affermativamente alla domanda "Nei tuoi sogni e nelle Tue fantasie, ti capita di immaginarti diverso da come appari tutti i giorni?" Solo il 13% ha detto di "no", mentre il 19% ha ammesso che a volte gli capita di immaginarsi almeno un po’ diverso, rispetto a come appare tutti i giorni.




Scuola e famiglia sotto accusa.
E per sognare la propria stanza è "l’unico rifugio"

E se la difficoltà e la paura di esprimere quello che sentono dentro è sicuramente una delle cose che i giovani segnalano maggiormente, è senza dubbio la "scuola" il luogo dove più che altrove "è impossibile essere se stessi" (29%). E se le cose non sembrano andare certo meglio tra le mura domestiche, tanto che il 25% dei ragazzi dice che nemmeno a casa, con la propria famiglia, si può davvero tirar fuori tutto quello che si ha dentro con un’unica eccezione: la propria camera. Ma a sorpresa l’isola felice non si trova nemmeno tra gli amici: nemmeno nel proprio gruppo, confessa il 13% dei giovani intervistati, si può essere veramente se stessi.

E a conferma di ciò, interpellati sul "luogo" della libertà, al primo posto c’è "la mia camera" (32%), che diventa un vero e proprio rifugio, dove poter cambiare la propria identità e tirar fuori tutto ciò che si nasconde dentro. Subito al secondo posto il campo di calcio, di pallavolo, o comunque il luogo legato allo sport praticato (17%), mentre il 13% dice più genericamente "l’oratorio". E se i più grandicelli parlano della "discoteca", soprattutto la domenica pomeriggio (9%), tra i luoghi dove esprimersi c’è ancora "il muretto" (11%). Vengono poi la "località di vacanza" (7%), dove spesso hanno più autonomia rispetto alla città, lo "stadio" (5%) e i "centri commerciali" (3%).

Divi, famosi e super-eroi: ecco come i ragazzi sognano una doppia vita in stile PK. E dicono sì al mascheramento e alla notte per sentirsi se stessi

E questo desiderio di essere se stessi, ma con una diversa identità, è ben presente anche nei sogni dei ragazzi. Quando infatti è stato chiesto ai ragazzi e alle ragazze intervistate "Come ti immagini nei tuoi sogni?", le risposte sono state: "un divo del cinema, della musica o della Tv" (28%). Ma uno su cinque non ha dubbi, e vorrebbe poter vestire i panni di un "un super eroe" (20%), proprio come PK, l’alter ego eroico di Paperino. Allo stesso tempo, però, il 19% dice che si "accontenterebbe" di essere "un campione dello sport" (19%), un personaggio famoso (18%) o, almeno, una persona ricca (10%), "perché loro sono liberi di essere come vogliono"

Ma quali sono le occasioni e i momenti in cui si sentono maggiormente liberi di esprimere quello che sono e che hanno dentro? In primo luogo, rispondono, "quando sogno" (56%), che lo facciano ad occhi aperti o mentre dormono. Per moltissimi, poi, l’occasione di sentirsi veramente liberi coincide con il momento del "gioco". Il 52%, infatti, sostiene che quando si trova di fronte al proprio videogioco preferito o impegnato in un gioco che lo coinvolge, si sente veramente "un altro". E se il 48% risponde "quando faccio sport", il 45% approfitta dei momenti in cui si trova "da solo in casa", o quando è in compagnia del "migliore amico" (42%). Per i più tecnologici, libertà vuol dire "navigare in Internet", e soprattutto chattare, costruendosi una propria identità (32%), mentre il 29% pone come unica necessità quella di "essere fuori casa, magari in viaggio", o in compagnia del proprio ragazzo o la propria ragazza (25%). Infine il 21% ritiene una vittoria e un passo verso la libertà di tirar fuori quello che si ha dentro, o quando finalmente ci si riesce a vestire a modo proprio.

Voglia di trasformazione e mascheramento, insomma: ben il 21% dei ragazzi e delle ragazze intervistati dice che per essere se stessi l’ideale è diventare famosi, ma ben il 17% vorrebbe poter essere due persone, e avere due identità, in modo da poter essere anche tutto ciò che nel quotidiano hanno paura di esprimere.
Per molti, poi, la soluzione sarebbe semplicemente essere "più grande" (15%) e, perché no, avere un po’ meno restrizioni e pressioni da parte dei grandi (13%). I ragazzi dimostrano poi di avere ben presente l’importanza del denaro, tanto che l’11% ritiene che per essere liberi di essere veramente se stessi, bisogna "avere tanti soldi", anche se c’è chi sogna di suonare e a cantare bene (7%) e chi, invece, preferisce frequentare ragazzi o ragazze più grandi (5%).

Mamma e papà pretendono troppo. E tutti sognano di essere
coraggiosi, altruisti e talentuosi come PK

L’atto d’accusa nei confronti dei grandi è comunque esplicito. Sono molti i ragazzi che si sentono letteralmente schiacciati dalle aspettative di mamma e papà (23%), ma anche dai continui paragoni di cui sono oggetto, sia da parte dei genitori che degli insegnanti (18%). Ma a "bloccarli" non sono solo le cose che li colpiscono direttamente: ben il 16% parla infatti delle liti tra i propri genitori. Soprattutto le ragazze, ma è una cosa che colpisce molto anche i ragazzi, (13%) si sentono oppresse da piccoli difetti fisici (veri o presunti), mentre il 10% dei ragazzi soffre quando si accorge di essere vestito male.

La paura più grande di tutte, comunque, è "essere presi in giro": è questo il maggior blocco che i ragazzi provano e che impedisce loro di tirar fuori tutto quello che sentono dentro (53%). Paura che per il 51% si traduce addirittura nel timore di "essere escluso o allontanato". E se pure il 45% vive costantemente con la paura di perdere l’affetto dei propri genitori, o di deluderli (39%) ci sono anche dei ragazzi che temono più di tutto il rischio di essere bocciato (34%).

Infine, quali sono le cose che sentono di avere dentro di loro ma non riescono o hanno paura di esprimere?
Sicuramente al primo posto "il coraggio" (73%), ma sono moltissimi i ragazzi e le ragazze che "in cima alla lista" mettono "l’altruismo" (69%) o, ancora, il proprio talento nascosto (52%). E se il 47% vorrebbe tirar fuori la "sicurezza" di cui ha bisogno, il 44% sogna di poter "andare contro gli schemi". Il 41% vorrebbe "tirar fuori" tutto l’entusiasmo che sente di avere dentro di se, mentre il 35% la creatività.

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