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Voci che sussurrano

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Voci che sussurrano

Un grande saluto a tutti gli amici di Sussurri, dopo qualche tempo dalla festa di compleanno di Kult, occasione che ci ha fatto ripensare alle emozioni vissute insieme, a tutti quelli che, anche solo per un numero, hanno voluto donarci qualcosa di loro. I nomi sono davvero tanti, così come le biografie, le vite che sono passate attraverso il nostro sito, le facce che si sono susseguite, ognuna lasciando un ricordo. Vorrei salutare e ringraziare i collaboratori di Sussurri, a cominciare dai due vincitori nella sezione Poesia e Prosa: Giancarlo Ferrigno, premiato per lo stile acuto e sperimentale delle sue poesie, oltre che per l’assiduità e l’impegno con cui scrive; e Spalla, il nostro ironico e disincantato pittore della quotidianità.
Ma passiamo subito agli autori di questo numero. A volte negli archivi della rubrica ritrovo qualche "perla" ancora inedita, come la bellissima lirica di Mariacarla Tarantola, che ricorderete come poetessa raffinata, "aulica"; oppure Il canto della sirena, splendido, dalla sterminata opera di Marco Milani.
Non mancano però le voci che siamo soliti trovare e apprezzare negli ultimi mesi, dal premiato Giancarlo Ferrigno, a Giuseppe Cerone, sempre più caustico e incisivo, a Enrico Pietrangeli, che ci regala un coinvolgente racconto inedito, senza dimenticare ovviamente il best-seller fantasy di Alessandro Zanardi. Immergiamoci nella lettura…

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Come di consueto la parola spetta all’avvincente romanzo fiume di Alessandro Zanardi, Terra Rossa, che si arricchisce sempre più di personaggi e di situazioni: assistiamo all’inquietante notte di Tefa e Louis, in un silenzio che non è silenzio, e poi alla "pausa meditativa" costituita dalle poesie d’amore di Louis.

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Un esempio perfetto dello stile arguto e sperimentale di Giancarlo Ferrigno è la divertente, ironica 72 minuti di shopping, secondo me una delle opere migliori dell’autore: da leggere e rileggere, per sorridere dei nostri difetti e delle nostre interminabili spese.

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Struggente, angosciante, violento: questo e molto altro si può dire de Il canto della sirena, edizione moderna del mito di Ulisse, metafora lancinante della nostra realtà di fragili creature sempre in guerra tra loro e trascinate da chimere impossibili e traditrici. Una chicca, come dicevo, estratta dalla monumentale opera di Marco Milani.

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Ricordate Mariacarla Tarantola e le sue liriche intense e raffinate, di gusto aulico e "ottocentesco"? La ritroviamo in una lirica inedita e bellissima, A mio marito, che contiene la dolce, rassicurante, e allo stesso tempo emozionante quotidianità del vero amore, che non è mai noia, ma sempre riscoperta: "tu sorridi ed il mio sorriso".

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Eccoci arrivati al nostro consueto incontro con la fantascienza di Giuseppe Cerone, autore che certo meriterebbe altra gloria oltre al piccolo spazio di questa rubrica. Tempo di record è un racconto dalla verve irresistibile, caustico e acuto nel tratteggiare una situazione, purtroppo, nemmeno troppo lontana dal mondo dello sport attuale.

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Dopo l’amore intenso e totale cantato dalla Tarantola, concludiamo con l’amore finto, meccanico, dei rapporti occasionali e delle fughe mattutine, narrato con l’impagabile tecnica di Enrico Pietrangeli in L’amica e la puttana. La solitudine e il deserto degli affetti, e "una caparbia voglia di vivere".

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Siamo giunti anche questo mese al termine delle nostre divagazioni letterarie, del nostro spazio sospeso. Non mi resta che salutarvi e ringraziare ancora tutti quelli che hanno voluto regalarci le loro emozioni, e anche chi non l’ha ancora fatto, perchè non è mai troppo tardi per scrivere e raccontare. A presto

Lorenza Ceriati



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