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La nebbia dentro – Sergio Pent

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Due fratelli si ritrovano, dopo nove anni di lontananza, ai funerali del padre. Si tratta di Pietro, che narra in prima persona la storia, e Attilio. Il primo vive in  campagna, fa il coltivatore diretto, è un  maestro elementare in pensione anticipata  per una vicenda contorta con una donna, vicenda che definisce ” la spinta inattesa verso un estremo lembo di solitudine”. Attilio, laureato in Scienze Politiche, ha intrapreso la carriera politica, è diventato sottosegretario di Stato,  ha cambiato diversi partiti, è uscito indenne da una inquietante vicenda giudiziaria, ha sposato Cristina, la ragazza che per cinque anni è stata la fidanzata di Pietro. Due facce della stessa medaglia: riservato, modesto, privo di ambizioni Pietro, esuberante, spregiudicato, arrivista Attilio. Nei tre giorni che trascorrono insieme nella casa paterna di Bussoleno, nella Val di Susa, i due fratelli rievocano i momenti spensierati delle proprie gioventù, gli scherzi con gli amici, gli amori giovanili ( su tutti sovrasta Cristina) , riemergono personaggi  come la giovane Nella, il padre Buta Stupa, alcolizzato,  Piota Vercia, persone appartenenti  ad un mondo scomparso, gli odori della terra. Una società, aliena da ogni compromesso, ligia al lavoro e al dovere, valori che Pietro cerca disperatamente di portare avanti, pure rendendosi conto che è in atto una globalizzazione della società ( emblematica è la scena del diverbio con i rumeni). Attilio, pur rendendosi conto dei “valori” positivi della società contadina, ha cercato di cambiare, di dare un senso diverso alla sua esistenza e il libro ripercorre, con un viaggio sa ritroso nel tempo, le vicende dei due fratelli che hanno vissuto il ’68, ma che hanno intrapreso scelte diverse. La nebbia , che il padre faceva finta di rinchiudere dentro un barattolo, apre e chiude questo romanzo che esalta la Val di Susa, la campagna, i valori della civiltà contadina( in questo Pent ci ricorda Pasolini).E” un libro scritto in maniera eccellente, i due fratelli sono caratterizzati in maniera efficace, specie Pietro, dove lo scrittore privilegia i dialoghi , molto intensi,  fra i due fratelli anche se, a tratti, sembrano  claustrofobici.  Diverse le scene da segnalare: la lezione dei classici che il Professore Venturini tiene all’Università solo per Pietro, in un’aula deserta, la partita a bocce fra i due fratelli. Pent, tramite Pietro, alter-ego dello scrittore, esprime  le sue idee sulla società consumistica di oggi, sulla corruzione dei politici,  sull’ importanza della lettura come mezzo di conoscenza e di formazione, sull’uso devastante dei mass-media. Lo scrittore dedica il libro, infarcito di ricche citazioni letterarie,  ai suoi  genitori .Il libro  è un omaggio alla Val di Susa, vera  protagonista di questo  interessante romanzo dove il lettore, al di là della trama narrativa,  assapora il piacere della scrittura.

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