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La kryptonite nella borsa – Ivan Cotroneo

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Napoli, 1973. Peppino è un ragazzino di sette anni, figlio unico di una coppia in crisi: Rosaria, la madre, va in depressione dopo avere scoperto che il marito Antonio ha una relazione extraconiugale con Valeria e i continui mal di testa che l’affiggono “costringono” il ragazzino a frequentare la famiglia della madre, i Sansone. Famiglia popolata da personaggi pittoreschi come gli zii Titina e Salvatore che conducono il ragazzino, con gli occhiali costantemente rotti, tenuti da stecche, a feste a base di coca, a girare per le vie di Napoli vestiti da “figli dei fiori”, con la nonna Carmela che fa la sarta e il nonno Pasquale che sottopone i suoi pulcini a costanti torture amorose. Nel libro Cotroneo tratteggia benissimo la  figura di Gennaro Superman, “calzamaglia blu elettrico,  pullover a collo alto, mantellina rosa da parrucchiere sulle spalle” che cerca “la kryptonite nella borsa di Rosaria”. Un personaggio strambo, diverso dagli altri,  che morirà per essersi buttato sotto un autobus, dopo un no di Michele, convinto di avere poteri soprannaturali. Un personaggio che, dopo la morte, sarà un angelo custode per Peppino,  al quale darà di preziosi consigli per la sua vita. Nel libro fanno la loro comparsa altri personaggi come lo zio Federico, dedito agli studi di giurisprudenza, Tonino  ‘o Boxèr, Riccardo Muti che suonerà un pezzo al pianoforte dedicandolo a Rosaria, che non apprezzerà la musica del Maestro,  desiderosa di suonare Saint-Tropez Twist.  Nel libro è presente anche  il psicologo  Matarresse che curerà Rosaria, le maestre  di Peppino, Lina e la Varriale, l’odiato compagno di scuola Fulvio Cacace. Lo scrittore ambienta la storia a Napoli, sua città natale con la quale, dal punto di vista letterario, prima o poi, doveva confrontarsi e ricostruisce benissimo l’epoca di quegli anni. Le discoteche, le canzoni di Raffaella Carrà, il giornale Intrepido,  le macchine( il padre ha una 850 avion), la diffidenza della nonna Carmela verso la psicoterapia, vista come una vergogna. Il personaggio  che ci appare più riuscito è Gennaro Superman, che rappresenta la diversità, che dirà a Peppino, nella scena finale e bellissima che chiude il romanzo, “di  non nascondersi in mezzo agli altri, di assomigliare a chi è diverso da te, ma di rivendicare la propria diversità per essere felice”. La narrazione scorre fluida e lo scrittore ha inserito, nel contesto della trama, alcuni temi scolastici di Peppino. E’ un libro che ci rivela un Cotroneo ironico che ci fa ridere, ma anche riflettere,  (basti pensare alla scena in cui Peppino nudo canta davanti al nonno un pezzo di Hair dopo aver visto il musical o alla frase pronunciata dalla maestra Lina nel suo viaggio a San Giovanni Rotondo), lontano anni luce dai temi e dagli stili narrativi dei precedenti due libri “Il re del mondo” e “Cronaca di un disamore”. Lo scrittore ha voluto, in questo libro autobiografico, almeno in parte, raccontare la sua infanzia e la sua adolescenza all’interno di una famiglia “allargata”.

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