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L’Ombra del Graal – Franco Nervo

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“Un’altra storia di Artù?” si chiede Renato Bordone, docente di Storia Medievale presso l’Università di Torino, nella prefazione del primo libro della Trilogia del Graal di Franco Nervo (Edizioni Triskel). La storia di Artù, Morgana e Merlino si racconta da ottocento anni, ed è sempre presentata con i consueti ingredienti: l’avventura cavalleresca che si dipana attorno a una “prova”, l’eroe chiamato a superare mille pericoli, lo schema e l’ambientazione spesso condivisa con le fiabe. È proprio da quest’ultime che parte un fil rouge capace di attraversare i secoli: fiabe, romanzo cavalleresco, fantasy moderno. Ma se dovessimo attribuire una maggiore importanza storica a uno dei tre, la scelta non potrebbe che cadere su Artù, l’unico vero mito creato dalla cultura occidentale.

Nei libri di Nervo non troveremo tuttavia le parti più famose e forse più scontate del mito arturiano: non aspettatevi di sbirciare Ginevra e Lancillotto sotto le coperte o di assistere alle riunioni dei cavalieri attorno alla tavola rotonda. I personaggi che l’autore fa muovere sul palcoscenico della Britannia del quinto secolo d.c. sono del tutto originali: due bardi, un erborista, uno studioso e un falconiere. Li incontriamo ne La porta di Samain, il primo libro della trilogia, impegnati in avventure autoconclusive, mentre nei volumi successivi si ritrovano proiettati ai nostri giorni a causa di un incantesimo di Merlino, costretti a ripercorrere a ritroso i corridoi del tempo.

L’intreccio di leggenda, tradizione, fantasia e realtà è uno dei pilastri su cui poggia l’opera di Nervo. I cinque personaggi della sua trilogia hanno degli equivalenti nel mondo di oggi, i musicisti che compongono il Laboratorio Musicale del Graal (Rosalba Nattero, Luca Colarelli, Giancarlo Barbadoro, Andrea Lesmo e Gianluca Roggero). E anche se nella finzione letteraria l’autore fa muovere i loro alter ego in un contesto fantastico, non mancano riferimenti alle caratteristiche quasi biografiche dei loro caratteri o al loro impegno artistico e sociale.

L’opera di Nervo, costantemente attratta da due poli, la letteratura da un lato e la musica dall’altro, ha indubbi punti di forza, tra cui i riferimenti storici puntigliosamente verificati e il linguaggio ricercato. Il ritmo narrativo e la costruzione delle vicende, forse un po’ frammentari nei primi due volumi, trovano il loro culmine nel terzo libro, il prequel dal titolo L’ombra del Graal, il più riuscito della trilogia.

Al termine della lettura possiamo rispondere alla domanda posta da Renato Bordone: c’era bisogno di un’altra storia su Artù, per di più lunga tre libri? Direi di sì. Il fantasy, soprattutto a causa della commercializzazione su larga scala di prodotti letterari e cinematografici, negli ultimi anni ha cominciato a rivolgersi a un pubblico sempre più giovane. Non è raro assistere a dialoghi surreali in cui alla domanda “fantasy?” qualcuno risponde “Ah, Harry Potter!” Oppure prendere in mano un libro di Terry Brooks e trovarci un commento di Christopher Paolini che spiega ai lettori chi è questo autore (evidentemente) sconosciuto ai più.

E allora, un po’ per appagare il piacere della lettura, un po’ quasi per senso di dovere verso la storia, credo sia davvero necessario tornare alle origini. Artù e Franco Nervo mi sembrano un buon punto di partenza.

 

Sito dell’autore:

http://www.bluestyle.org/letteratura.htm

 

Trilogia del Graal

La Porta di Samain http://www.bluestyle.org/samain.htm

Le Rune di Mygradyn  http://www.bluestyle.org/rune.htm

L’Ombra del Graal http://www.bluestyle.org/ombragraal.htm

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