KULT Underground

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Chew-Z (Fabio Battistetti e Daniele Pagliero)

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Chew-Z è il nome che, in “The Three Stigmata of Palmer Eldritch”,  Philip K. Dick dà alla nuova droga spacciata ai coloni terrestri su Marte, per distrarsi dall’esistenza noiosamente invivibile. Il Chew-Z è il superamento di un’altra sostanza stupefacente, legalmente riconosciuta, non capace di sconfiggere la noia e il malessere, ma solo in grado di proporre allucinazioni disneyane, che acuiscono il senso di monotonia. Con il Chew-Z i coloni scoprono un prodotto di non facile distribuzione che consente esperienze letteralmente fuori dal mondo.

 

2006: è nata una nuova etichetta discografica o, meglio, una net-label. Cos’è una net-label? Oggi si chiama net-label la possibile (anzitutto in senso economico) iniziativa di avviare un progetto di produzione e promozione musicale alternativo alle case discografiche. La maggior parte delle net-label sono le cosiddette one-man label, ossia etichette fatte e gestite da se stessi  per creare e diffondere le proprie produzioni musicali, i progetti collaterali e quelli di alcuni amici, a cui si prende parte. Si tratta di un mercato o di un libero-non-mercato sotterraneo, parallelo, alternativo, traboccante di fermenti, iniziative, sperimentazioni e percorsi aperti e svincolati dalle leggi (appunto) di mercato imposte dalle case discografiche, noto cane che si morde la coda (si dà quel che si presume che i grandi numeri vogliano, così i grandi numeri continuano a ignorare di poter gradire e volere anche altro… e daccapo… L’esempio più becero è la radio). Internet è un media ormai alla portata di tutti e consente, come ben sappiamo, di ospitare e diffondere file audio, gratuitamente scaricabili o acquistabili. Basta un nome, un logo, una home page con una dichiarazione di intenti, bio, links, rassegna stampa, samples, contatti eccetera ed è fatta: ogni musico può finalmente e con economia proporsi a un potenziale planetario. Se poi vuol provare a vendere i suoi cd o cd-r, non gli resta che approntare un listino di prezzi politici o perfino forme di “baratto” e una qualche modalità di ordine, spedizione e pagamento senza più intermediari e parassiti vari.

Una net-label può essere dunque una grande risorsa per tutti, musicisti e fruitori, ma anche un’arma a doppio taglio: se è così facile oggi autoprodursi e autopromuoversi, specialmente attraverso l’mp3 nel Web, capita anche l’inconveniente scoraggiante di mettere al mondo una caterva di schifezze e, quindi, di imbattercisi.

Fatta questa lunga premessa, non mi resta che collocare la Chew-Z nel mio discorso. E, tuttavia, nel fare ciò bisogna cercare di restare obiettivi, dicendo che si tratta in fondo di gusti e scelte soggettive. A me la Chew-Z piace e, quindi, ne voglio parlare. Poi, dipende… Dipende, perché deve anzitutto piacere la musica elettronica. E quella presente nel collettivo della neonata Chew-Z è di ottima caratura. Riassumendo: Chew-Z è un progetto di Fabio Battistetti e Daniele Pagliero, nato con l’intento di rendere possibile la diffusione di musiche alternative e di difficile distribuzione usando internet come vettore. Gli artisti che hanno finora aderito all’iniziativa Chew-Z, tutti presenti nella compilation inaugurale (“First aid kit”) sono tutti già molto noti e apprezzati: 3EEM, 9Cento9 (Marco Milanesio), Daniele Brusaschetto, Lo Dev Alm (Daniele Pagliero), Eniac (Fabio Battistetti), Japanese Gum, Ur, Fabrizio Modonese Palumbo e il suo progetto ( r ), Madame P, Pentliczek, Stefano Giust, Satan is my brother, Frammenti e, ancora, Mannypol e Die Stadt Der Romantische Punk s (alias Jukka Reverberi dei Giardini di Mirò). Nel sito si possono leggere informazioni complete a riguardo di ognuno. E si può anche scaricare liberamente la suddetta compilation promozionale.

La Chew-Z è stata inaugurata al Caffè Liber di Torino il 23 novembre con i live-set di Lo Dev Alm (Pagliero) ed Eniac (Battistetti), quindi con una storica reunion dell’industrial rock dei Whip (Pagliero e Brusaschetto).

Eniac

 

Lo Dev Alm

 

Domanda

 

Se non sbaglio, entrambi (e così per gli altri artisti Chew-Z) avete già tutti occasione di diffondere la vostra musica attraverso proprie net-label personali o i propri siti internet. Allora, perché una nuova etichetta? Cosa cambia? Cosa vi proponete di fare sotto il nome di Chew-Z? Quale progetto e quale “filosofia” vi riunisce.

 

Daniele: È vero, tutti i partecipanti della compilation hanno già dei propri canali di diffusione: etichette e siti internet, io stesso fino ad ora mi sono in parte autoprodotto ed in parte appoggiato ad altre etichette.

L’idea alla base di Chew-Z è il bisogno di rendere un po’ più visibili realtà di autoproduzione già esistenti e di conseguenza poter usufruire di questo spazio come nuovo punto di aggregazione. In questo modo vorremmo consolidare i nostri rapporti per fondare un network rivolto ad un certo tipo di artisti e di pubblico che fino ad oggi hanno vissuto all’interno di un mondo tanto vasto quanto frammentario e dispersivo.

 

Fabio: L’esigenza personale è quella di poter veicolare la propria musica su canali più definiti ed organizzati. A parere mio, oggi una net label, è una delle migliori risposte, come costi, temi e possibilità; un’etichetta discografica tradizionale che stampa i dischi, li distribuisce e li vende è davvero un’impresa ! …A perdere. Quanto dice Daniele, corrisponde ai nostri intenti, e sottolineo il fatto che gli strumenti che stiamo utilizzando per distribuire musica hanno potenzialmente delle enormi possibilità su diversi piani, alcuni ancora da esplorare e verificare, ma per il solo fatto che oggi un lettore mp3 è diffusissimo, questo ti da la potenzialità di raggiungere chiunque; ad ogni modo c’è tanto lavoro e sviluppo da fare, non solo tecnico, ma anche culturale !

 

Domanda

 

Come funziona esattamente la Chew-Z? Da chi è gestita e in che modo? La musica sarà tutta free-download o ci saranno in futuro prodotti da acquistare? Ci saranno progetti laterali (serate live, video-art eccetera)?

 

Daniele: Chew-Z è nata ad un concerto di Daniele Brusaschetto, io e Fabio ci conosciamo dai primi anni 90 e quella sera, dopo un paio di birre corrette whisky abbiamo deciso di fondare una netlabel

Dal punto di vista operativo, ci suddividiamo i compiti e teniamo una fitta corrispondenza dove impostiamo le nostre attività, decidiamo quali hanno priorità e ce le dividiamo. Cerchiamo – nonostante lo si faccia nel nostro tempo libero (tra lavoro e musica) – di affrontare il lavoro della netlabel nel modo più efficiente e professionale possibile.

Al momento abbiamo deciso di pubblicare tutto gratuitamente e successivamente vorremmo stampare le produzioni in piccole tirature con l’unico scopo di poter autofinanziarci.

Vorremmo riuscire ad essere presenti localmente tramite l’organizzazione di eventi riguardanti i nostri titoli e possibilmente espandere l’attività live fuori Torino, proponendo serate Chew-Z nel resto d’Italia ed all’estero, con una modalità simile a quella del lancio, il 23 novembre scorso.

 

Domanda

 

La Chew-Z è aperta a chi e cosa, come pensate di procedere nella costruzione di un catalogo e come nel promuoverlo?

 

Daniele: Chew-Z è aperta a chiunque si occupi di sperimentazione in campo musicale, non vogliamo essere legati ad un genere, tanto meno produrre unicamente musica elettronica. E’ ovvio che abbiamo delle preferenze stilistiche, ma le nostre preferenze sono subordinate alla valutazione di ciò che merita interesse per i contenuti proposti, al di là del gusto personale.

Il catalogo prenderà forma in questo senso, abbiamo già individuato materiale, la compilation ci farà da “apripista”, credo che iniziare con una pubblicazione di questo tipo sia stato il modo migliore per far capire quale musica sarà presente ed a chi sia rivolta.

Un altro aspetto al quale vogliamo dare spazio è la ricerca in campo software musicale, mi sto occupando di contattare sviluppatori e performer che si creano i propri “strumenti” e che nel caso di software audio lo rendono disponibile gratuitamente.

Per la promozione ci baseremo su comunicati stampa, segnalazioni a portali e spedizioni di materiale alle riviste specializzate. Devo dire che questa è la parte più delicata e quella nella quale ho meno esperienza, ma ad oggi sono molto felice di aver riscontrato un entusiasmo che francamente non mi aspettavo da parte degli addetti ai lavori e dai giornalisti.

 

Fabio: Il nostro interesse a favore della musica è enorme, soprattutto se si parla di musica di qualità, supporteremo tanto musicisti a noi vicini, eticamente e a livello di sound, quanto nuove realtà o progetti a noi sconosciuti; è il nostro modo di supportare la musica e vogliamo farlo nel migliore dei modi per situazioni che reputiamo vadano conosciute e diffuse. Per questo motivo lavoreremo parecchio sulla promozione, per i canali ufficiali (quelli descritti da Daniele), ma anche in altre forme: ci siamo accorti che net label, oggi, in Italia è ancora una parola poco conosciuta e di conseguenza crea parecchia curiosità

 

Domanda

 

Chi volesse mandarvi del materiale, lo può fare? Dove? Come? E cosa deve sapere anzitutto a proposito della Chew-Z?

 

Daniele: Come già detto prima, Chew-Z è aperta a tutti i musicisti che fanno parte dell’area sperimentale ed aggiungerei promotori di controcultura.

I contatti per poter farci pervenire materiale sono indicati nelle info del sito.

Non abbiamo fini di lucro, quindi chi vuole pubblicare per noi deve partire dal presupposto che siamo solamente una vetrina per l’intraprendenza personale, è necessario che ci sia totale condivisione del nostro manifesto, che rappresenta la nostra etica riguardo la diffusione dell’arte.

 

 

Domanda

 

Cosa uscirà dopo la compilation promozionale?

 

Daniele: Abbiamo in programma tre uscite: “The Wagon” di Eniac,”It Is Later Than You Think” di Lo Dev Alm e Stefano Giust con MKUltra, in collaborazione con Setoladimaiale.

 

Fabio: Iniziamo da alcuni dischi che erano già in cantiere da qualche mese, da quanto abbiamo iniziato a parlare di metter su Chew-Z.

 

Domanda

 

Avete un’impostazione precisa nel creare un catalogo? Qual è il criterio di scelta, anzitutto sia etico, sia estetico e concettuale?

 

Daniele: Vogliamo delineare un catalogo di musica originale che possa riscuotere interesse perché presenta materiale diverso da ciò che viene proposto dagli altri, quindi siamo interessati a produrre qualunque artista che senta la necessità di spingere la propria musica al di là dei confini di un linguaggio codificato e che voglia crearsi la propria “poetica”.

 

Domanda

 

Cosa dicono i primi riscontri?

 

Daniele: Siamo molto felici dei primi riscontri del pubblico, sembra che nonostante l’appiattimento socio-culturale della nostra epoca, ci sia uno spiraglio di rivalsa per ciò che è anticonvenzionale e riflessivo e non troppo facilmente digeribile… Stiamo avendo buoni riscontri sia da stampa che da pubblico. Certo, rimarremo sempre un fenomeno di nicchia, dedicato ad una ristretta cerchia di interessati, ma credo che faccia piacere a chiunque sapere dell’esistenza di un’entità che distribuisce nutrimento per cervello in modo “democratico” e al passo con i tempi.

 

Fabio: Ribadisco, quanto espresso prima: Chew-Z ha creato parecchia curiosità, per il fatto che le net label sono un fenomeno ancora minore qui in Italia, alla presentazione a Torino, c’era parecchia gente realmente interessata e curiosa, lo strumento scelto è accessibile a tutti e nasce proprio da una domanda di nuove forme di accesso, creazione e distribuzione della musica. Oltre a questo, i primi riscontri, ci hanno confermato la nostra bontà nello scegliere musica di qualità, e qui mi riferisco alla compilation First Aid Kit.

 

Domanda

 

E ora due domande, diciamo, più personali: che sta facendo Daniele Pagliero oltre a Chew-Z?

 

Daniele: Dunque, oltre al titolo per Chew-Z sotto Lo Dev Alm, ho in cantiere altri lavori, il più prossimo all’uscita è per Setoladimaiale: con Stefano Giust abbiamo finito un disco dal titolo “Mangiacranio”, si tratta di un lavoro a distanza, Stefano ha creato delle parti elettroniche ed io le ho manipolate ed accopiate a fields recordings, il master è concluso ed è un disco che mi piace molto, ha una carica emotiva potentissima.

Con Daniele Brusaschetto abbiamo deciso di rimettere in piedi un nostro vecchio progetto, “Whip”, e presto andremo in studio a registrare un po’ di tracce: qui posso sfogarmi “fisicamente”, con la voce e suonando basso e chitarra sopra basi composte da me e Daniele, sarà roba molto carica di feedback e molto ripetitiva.

Procede anche l’attività dei Frammenti con qualche data sporadica ed abbiamo già pianificato sessioni di registrazione tra dicembre e gennaio.

 

Domanda

 

E Fabio “Eniac” Battistetti?

 

Fabio: Sto lavorando parecchio per il progetto Eniac, tra concerti, evoluzioni del mio set up e le bozze dei brani nuovi: è un periodo nel qual la mia forte autocritica verso quel che suono / produco è mitigata da dei risultanti che mi soddisfano sia nei concerti che nei singoli brani; al momento non ho però una scaletta definitiva per pensare ad un album intero, ma ad inizio 2007 mi ritirerò in montagna per qualche giorno per lavorarci su a partire dalle bozze. In parallelo sto portando avanti il progetto di The Wagon (musica ed immagini ispirati dai viaggi in treno), per Chew-Z uscirà la versione audio originale, mentre la versione audio/video che eseguo dal vivo, la sto evolvendo volta per volta, nel 2007, dovrei portare in giro dal vivo questo lavoro. Oltre ad Eniac, sto sviluppando altri 2 progetti più “fisici”, uno è 44A, concept sul tema della caduta, dove mi lascio andare al rumore ed alla distorsione, l’altro è la mia avventura come dj assieme a Wrong Pitching Alliance, che è un collettivo di amici che mette dischi da ballare senza tener tanto conto della tecnica ma puntando il tutto sulla selezione musicale.

 

Domanda

 

Prossimi appuntamenti dal vivo sotto il nome di Chew-Z?

 

Risposta

 

Daniele: Al momento non è ancora definitivo, quindi non posso fornirti un calendario, ma stiamo organizzando alcune date che vedono o me o Fabio “fissi” in programma accoppiati con i musicisti presenti nella compilation.

  

Grazie. A’ suivre.

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