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Un giorno perfetto – Melania G. Mazzucco

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L’autrice, premio “Strega 2003″ con il romanzo “Vita”, abbandona il passato e ambienta questo volume nell’Italia di oggi. Un romanzo corale, di ampio respiro, dove diversi sono i personaggi tratteggiati:il poliziotto Antonio che trascorre le notti in macchina, nel tentativo di una riconciliazione, davanti l’abitazione dell’ex moglie Emma, una donna solare, inquieta, passionale, forse uno dei personaggi meglio caratterizzati dall’autrice, l’onorevole Fioravanti alle prese con la sua ricandidatura al Parlamento, Aris, il figlio del deputato, nato dal primo matrimonio, un anarchico ribelle che fa scoppiare la sua prima bomba e che ha un rapporto particolare con la moglie del padre, Maya, Sasha, il professore di lettere di Valentina, figlia di Emma e Antonio, che dovrebbe festeggiare i dieci anni d’amore gay con l‘amante. Nel romanzo, l’autrice inserisce anche i bambini Carlotta e Kevin, la prima figlia di Fioravanti, il secondo del poliziotto che svolge il lavoro di guardia del corpo del deputato, mettendo a confronto due mondi (ricco il primo, pieno di stenti e di sacrifici il secondo). Un folto gruppo di personaggi, le cui storie si intersecano come tasselli di un mosaico e che vengono “inseguiti” nell’arco di un giorno. Persone insoddisfatte, vinte, alla ricerca di un senso da dare alla propria esistenza, in una società che non ha un futuro perché inseguono una felicità egoistica, immediata, sterile. “Un giorno perfetto”, dal titolo di una canzone di Lou Reed, è un libro perfetto, nel quale la scrittrice svolge un accurato lavoro di introspezione psicologica dei personaggi, sceneggia le trovate e i dialoghi, alternando abilmente le scene, compito non facile, specie in questa storia complessa e corposa. La Mazzucco ha altresì il merito di dare vita ad una mimesi linguistica molto accurata, con diverse variazioni di stile e di registro a seconda dei personaggi descritti. E’ un libro sull’Italia di oggi, ambientato in una Roma minuziosamente descritta, un libro pessimista con un finale tragico, ma che offre al lettore un tenue filo di speranza per una vita diversa, migliore. Forse, di fronte alle nevrosi della società moderna, l’unica via d’uscita si può sintetizzare nella frase che la Mazzucco fa dire a Sasha: “la letteratura, pur votata all’inevitabile fallimento, è l’unica cosa che consente di sopportare quella perversa follia che è la vita”.

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