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Kitchen Rush

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gioco per 2-4 persone
Autori: Vangelis Bagiartakis e Dávid Turczi
Editore: Pegasus Spiele (www.pegasus.de)

Come si capisce dal nome (e dall’immagine sulla scatola), il tema di questo gioco è la cucina: i giocatori infatti dovranno gestire un ristorante durante una normale serata di lavoro, e quindi proprio accogliere i clienti, prendere le ordinazioni, recuperare gli ingredienti e cucinare i piatti. La particolarità delle meccaniche di questo gioco (collaborativo, dato che tutti i giocatori sono soci nell’impresa) è che va giocato in tempo reale: per meglio ricreare il “caos organizzato” di questo ambiente non ci sono turni definiti, ma ognuno si deve impegnare per svolgere il proprio compito nel modo più funzionale, e come elemento che determina quanto tempo va impiegato per ogni singola operazione, si utilizzeranno delle clessidre.
Le clessidre in un gioco da tavolo non sono una novità, ma in larga maggioranza vengono usate come timer generale, per stabilire un tempo massimo nel quale tutti i giocatori devono svolgono un compito (ad esempio trovare tutte le parole componibili con certe lettere, come in Paroliamo/Paroliere), mentre sono pochi i giochi, tipicamente in tempo reale, dove ogni giocatore ha le proprie clessidre e le utilizza come “lavoratori” per indicare il tempo impiegato a svolgere una singola operazione (esempio Space Dealer/Time ‘N’ Space); in questo caso abbiamo un gioco collaborativo, caratteristica che risolve uno dei problemi di avere clessidre differenti (ovvero quello di non essere tarate tutte uguali, in questo caso parliamo di clessidre che vanno da 25 a 30 secondi): in un gioco competitivo avere una clessidra più rapida di quello di un avversario è decisamente un vantaggio, invece in uno collaborativo è un difetto accettabile; come dice una nota nella prima pagina del regolamento: “ognuno lavora al proprio ritmo e, comunque, stai lavorando come una squadra”. E questo risolve anche un altro problema dei giochi in tempo reale competitivi, il fatto che è difficile tenere d’occhio gli avversari per vedere quello che stanno facendo (e correggere errori involontari e non): il fatto che sia collaborativo . Ma vediamo nel dettaglio come è strutturato questo gioco…
La scatola è di dimensioni standard (quadrata, come quella de “I Coloni di Catan”) e contiene:
-la plancia (a due facce, suddivisa in varie parti),
-vari mazzi di carte,
-segnalini di cartoncino,
-segnalini di legno per gli ingredienti,
-cubetti di legno per le spezie,
-un sacchetto di stoffa,
-dieci clessidre (con le basi in cinque colori),
-il regolamento (inglese o tedesco).
I materiali sono tutti molto buoni, il cartoncino utilizzato nella plancia e nei segnalini è robusto e ben illustrato, gli ingredienti sono simpatici segnalini di legno sagomato per riprendere la forma dell’alimento reale, e le carte sono robuste (si può giocare anche senza imbustarle, dato che non verranno manipolate spesso). Ci sono alcune scritte sulle carte (oltre al nome delle ricette), ma dato che si tratta di un collaborativo è sufficiente che un solo giocatore conosca una delle due lingue in cui questo gioco è stato pubblicato (inglese o tedesco).
Notare che questa edizione della Pegasus Spiele è in realtà la seconda, si tratta infatti di una “Revised Edition” pubblicata dopo la prima della Artipia Games, e in questo caso, a differenza dell’originale, si è scelto un approccio incrementale per insegnare le regole, infatti il regolamento è strutturato in otto scenari, ed in ognuno vengono aggiunte o modificate le regole per far sì che si apprenda gradualmente come funziona il gioco, senza appesantire da subito i giocatori con il regolamento completo. Per questo la plancia è essa stessa incrementale, infatti è divisa in otto parti, ognuna con due lati (uno spoglio, uno con un elemento del gioco), man mano che si procede negli scenari le varie parti si attiveranno di conseguenza.
Per questo motivo la preparazione del primo scenario è abbastanza lineare: si mettono della dispensa un certo numero di ingredienti, si mettono nella credenza un certo numero di piatti, e si crea il mazzo dei clienti mischiando le carte “amici” (quelle con le preparazioni più semplici); se si gioca in meno di quattro persone alcuni spazi sulla plancia vanno resi non disponibili con gli appositi segnalini. Ogni giocatore prende una plancia e una clessidra del proprio colore, ed infine si deve impostare un timer (come quello del cellulare, anche se sarebbe più adatto un timer da cucina) a quattro minuti e mezzo (o cinque per un gioco più rilassato) e si può iniziare.
Data la tipologia, in questo gioco non ci sono turni: ognuno gioca in modo indipendente e le uniche attese sono date dai tempi delle clessidre. In pratica quando si vuole svolgere un’azione si piazza la clessidra sullo spazio corrispondente, si esegue l’azione e poi si aspetta che la clessidra si esaurisca, allorché si potrà nuovamente eseguire una nuova azione. Le azioni che i giocatori possono compiere sono le seguenti:
-far accomodare i clienti: con la clessidra sull’ingresso si prendono due carte dal mazzo dei clienti e si piazzano sui tavoli (se ce ne sono di liberi),
-prendere un ordine: con la clessidra in sala si prende una carta da un tavolo e si piazza a fianco della propria plancia, poi si prende il piatto indicato sull’ordine e si mette nella prima riga della plancia,
-prendere gli ingredienti: con la clessidra sulla dispensa si possono prendere quanti ingredienti si vuole, e si mettono nel piatto sulla propria plancia,
-cuocere i piatti: con la clessidra sulla cucina si può spostare il piatto nella riga successiva.
Quando il timer finisce, termina la partita e se ogni giocatore è riuscito a completare gli ordini di almeno due clienti a testa, la partita è vinta.
Nel secondo scenario viene aggiunta la serra, dove i giocatori possono piazzare una clessidra per prendere le spezie dal sacchetto (che viene preparato all’inizio della partita), che serviranno per completare determinati ordini (di difficoltà più elevata). In più ogni giocatore avrà a disposizione due clessidre, e quindi potrà svolgere due azioni quasi in contemporanea. Alla fine della partita si vince se si è completato complessivamente un certo numero di ordini (in base al numero dei giocatori).
Nel terzo scenario viene aggiunto il lavabo, dove all’inizio della partita vengono piazzati un certo numero di piatti sporchi: piazzando qui una clessidra i giocatori potranno lavarne tre e rimetterli nella credenza (dove inizialmente ve ne saranno di meno). In più si utilizzano le monete: se ne guadagnerà una per ogni cliente che si mette al tavolo, se ne perde una per ogni ordine che si completa con degli errori (negli scenari precedenti andava semplicemente scartato), mentre per ogni ordine corretto si guadagnano le monete indicate sulla carta. Alla fine della partita si vince se si riesce a ottenere complessivamente un certo numero di monete (in base al numero dei giocatori).
Nel quarto scenario viene aggiunto il furgone, dove se si piazza una clessidra si può rifornire la dispensa con cinque ingredienti di un tipo, tre spezie fra i tre tipi più comuni, oppure due di quelle più costose. In più si aggiungono le carte con ordini difficili, e ora la partita ha la durata di due turni (per ognuno si utilizza il timer): quando termina il primo turno gli ordini non ancora completati rimangono nel ristorante e potranno essere esauditi nel secondo turno, ma si perderà una moneta. La partita si vince se si raggiunge un determinato numero di monete.
Nel quinto scenario gli ingredienti vanno suddivisi in due dispense (una per gli ingredienti freschi come la carne, una per quelli a lunga conservazione come la pasta), cosa che renderà più articolata l’operazione di recuperare gli ingredienti necessari ad un ordine. In più ora i giocatori dovranno pagare tre monete (ovvero prenderle dai guadagni e rimetterle nella riserva) per ogni clessidra, come pagamento degli stipendi. La partita si vince come sempre se si raggiunge un determinato numero di monete, inoltre la partita è persa se in un qualunque momento non si hanno le monete necessarie ad effettuare un pagamento (uno stipendio o un risarcimento ad un cliente).
Nel sesto scenario si aggiunge la plancia con un tracciato della reputazione: quando viene completato l’ordine che riporta una stella la reputazione sale, mentre scende se viene fatto un errore in tale ordine (gli ordini normali non cambiano la reputazione). In più ora è possibile, piazzando la clessidra in sala, servire una ordinazione ad un cliente, cosa che fa guadagnare una moneta. E si possono anche “cacciare” i clienti dal ristorante (senza perdere la reputazione ma senza guadagnare nulla), se l’ordinazione si rivela difficile da completare. La partita viene vinta se alla fine si ottengono un certo numero di monete e di punti reputazione.
Nel settimo scenario si aggiungono i VIP al mazzo dei clienti, che faranno guadagnare o perdere due punti reputazione invece di uno quando vengono completati o vengono sbagliati (questi ordini sono più complessi perché sono composti da due piatti). In più ora la partita dura quattro turni invece che due, se non si riesce a pagare uno stipendio la clessidra corrispondente va in “sciopero”, ma potrà essere recuperata con il successivo pagamento dello stipendio. Infine, per aiutare i giocatori, quando la reputazione supera un certo livello si può pescare una carta “Premio” che darà d’ora in poi un vantaggio particolare. Lo scopo rimane quello di raggiungere un certo numero di monete e di punti reputazione (sempre in base al numero dei giocatori).
Con l’ottavo scenario viene aggiunto l’ufficio, che permette di eseguire quattro nuove azioni (solo due sono attive):
-chiamare il fabbro e sbloccare la terza dispensa (che all’inizio della partita è inaccessibile),
-chiamare il tecnico e riparare la cucina (che all’inizio è parzialmente inutilizzabile),
-comprare nuovi piatti e aggiungerli alla credenza,
-assumere una nuova clessidra (bianca, che eventualmente si aggiunge a quella già a disposizione all’inizio della partita); ad ogni clessidra bianca (corrispondente ad un lavoratore interinale) andrà corrisposto uno stipendio alla fine di ogni turno (come per le clessidre standard). Oltre alle monete e alla reputazione indicata, la partita è persa se alla fine ci sono clessidre in sciopero.
Come vedete il regolamento completo è abbastanza articolato, per cui è stata un’ottima scelta quella di dividerlo in otto scenari; in più ci sono due moduli opzionali che si possono aggiungere per aumentare la difficoltà:
-Missioni: all’inizio della partita si pesca una carta Missione, che ne determina le condizioni di vittoria, e che può aggiungere regole speciali.
-Eventi: all’inizio di ogni turno si pesca una carta Evento e se ne applicheranno le regole.
Come vedete la struttura a scenari separati è realizzata molto bene, immagino il disorientamento che poteva creare il regolamento completo se giocato con neofiti o in famiglia (letteralmente c’è troppa carne al fuoco); invece così delle venti pagine di regolamento è sufficiente leggerne cinque (e la prima è l’elenco dei componenti) e si può partire con il primo scenario. Scenario dopo scenario arriverete al gioco completo in modo semplice e divertendovi; e anche abbastanza rapidamente, dato che una partita negli scenari iniziali dura pochi minuti, ed anche nel gioco completo rimaniamo su tempi abbastanza ridotti, dato che tecnicamente abbiamo quattro turni di cinque minuti l’uno (nella versione per famiglie), che si traduce in una mezz’ora al massimo per una partita.
E di sicuro è una mezz’ora piena di azione frenetica: con due clessidre da gestire non si sta mai con le mani in mano, dato che anche nell’attesa che le clessidre si esauriscano bisogna studiare le mosse successive, in base alla situazione nelle varie plance e cercando di evitare colli di bottiglia che possano rallentare il gioco di tutti. E, come in una vera cucina, diventa essenziale comunicare e coordinarsi con gli altri giocatori, per prevenire situazioni come andare in dispensa e scoprire che qualcuno ha appena preso l’ultima bistecca o non riuscire ad andare nella serra a prendere le spezie perché ci sono già due persone; anzi, diventa vitale sfruttare le azioni altrui per preparare la proprie (ad esempio sapere quale ingrediente verrà acquistato o quali piatti verranno lavati sarà utile per decidere la prossima preparazione, così come le informazioni sul contenuto del sacchetto delle spezie). E il tutto si complica man mano che si procede con gli scenari, per cui il gioco risulta sempre stimolante (e divertente); e la soddisfazione nel riuscire a coordinarsi e quindi vincere la partita è davvero premiante, anche perché con il regolamento completo il livello di difficoltà è rilevante.
Nota: nella nuova versione hanno tolto esplicitamente la possibilità di giocarlo in solitario, ma è comunque possibile provarci utilizzando il materiale per due giocatori e magari aggiungendo un minuto al timer (dato che scendere da uno a due giocatori costringe a raddoppiare sforzi e concentrazione).
Di questo gioco è stata pubblicata un’espansione, anche se per ora solo in tedesco (e purtroppo non ci sono notizie di un’edizione in inglese): “Aber bitte mit Sahne” (letteralmente “Ma, per favore, con la crema”), che aggiunge i dolci alle portate che vengono richieste e che dovranno essere realizzate e servite.
In conclusione, se state cercando un gioco dall’ambientazione (e meccanica) originale, che vi permette partite rapide e divertenti (e concitate) in famiglia o con giocatori occasionali, questo è un gioco sicuramente consigliato e che, anche se non vi farà diventare come Cannavacciuolo, vi offrirà l’occasione per sonore pacche sulle spalle ad ogni vittoria.

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